La gestione attiva continua a dominare i portafogli

Ken Teegardin, Flickr, Creative Commons
Ken Teegardin, Flickr, Creative Commons

Sono stati quattro anni di continua crescita quelli del risparmio gestito italiano. E, nell’immagine scattata sul settore, con in fondi comuni aperti che negli 11 mesi del 2016, in base agli ultimi dati di Assogestioni, hanno raccolto 33 miliardi, cui si aggiungono 95 miliardi del 2015, 91 miliardi del 2014 e 46 miliardi del 2013. E il 2017? “Pensiamo che il prossimo sarà un mercato molto volatile”, ha detto Stefan Kreuzkamp, chief investment officer di Deutsche Asset Management. Nella gara con gli ETF, il 2017 sarà un anno importante per il risparmio gestito, fanno sapere gli addetti ai lavori dato che, sulla scia della normativa del bail-in, i fondi comuni sono tutelati dalle dalla scure che finirà per colpire il sistema bancario.

Sulla base di una recente ricerca condotta da Mfs Investment sui trend degli investitori in tema di risparmio, sono i rendimenti dell’ultimo anno più che la storia di risultati sul lungo periodo, a guidare le scelte degli investitori nel risparmio gestito. Dallo studio, realizzato su 845 consulenti finanziari nel mondo, tra cui 100 in Italia, risulta che il 45% degli intervistati si concentra su un periodo temporale che va da uno a tre anni per valutare le performance dei propri investimenti. La ricerca afferma anche che la gestione attiva continua a dominare i portafogli a livello globale. Gli investitori professionali in Italia hanno allocato in questa strategia oltre il 70% dei patrimoni e oltre sei intervistati su dieci confermano la fiducia. “Negli ultimi anni abbiamo assistito a un’accelerazione dei flussi verso le strategie passive ma gli investitori continuano a mostrarsi favorevoli verso le gestioni attive. E i risultati evidenziano chiaramente il ruolo che queste ultime svolgeranno in futuro, soprattutto perché molti ritengono che i mercati potranno essere soggetti a ulteriori turbolenze nei prossimi anni”, ha spiegato Andrea Baron, managing director di Mfs. Il risultato? Che gli investitori, oggi, devono assumere maggior rischio in portafoglio per riuscire a raggiungere gli stessi rendimenti di un decennio fa.