Kyriakos Mitsotakis, leader di Nuova Democrazia, sarà il nuovo primo ministro di Atene. Saprà ripristinare l'efficienza economica e rafforzare il mercato del lavoro?
Il centrodestra torna al potere in Grecia battendo Syriza, partito del premier uscente Alexis Tsipras, fermatosi al 31,5% dei voti. Nuova Democrazia si impone con il 39,8% e per effetto del premio di maggioranza previsto dalla legge elettorale greca potrà governare in autonomia con 158 seggi su 300. Il nuovo premier sarà dunque Kyriakos Mitsotakis, appartenente ad una delle famiglie políticamente più influenti del Paese. Il padre Kostantinos è stato Primo Ministro dal 1990 al 1993, mentre la sorella Dora è stata sindaco di Atene dal 2003 al 2006. Il programma di Nuova Democrazia, che nel Parlamento europeo fa parte del Partito Popolare, promette di essere nel segno della discontinuità rispetto al governo Tsipras e focalizzato su programmi di privatizzazione e taglio delle tasse per imprese e investitori.
Fine dell’austerità?
“È probabile che si potrà trarre beneficio da tutto ciò, dato che il contesto economico in Grecia è migliorato, anche se permangono profonde sfide da superare per ripristinare l'efficienza economica e rafforzare il mercato del lavoro”, commenta Stephanie Kelly, economista politico di Aberdeen Standard Investments. “Sembra che il neo-eletto Primo Ministro Mitsotakis adotterà un approccio differente rispetto a quello tenuto dal precedente esecutivo”, afferma Nick Wall, co-gestore del fondo Merian Strategic Absolute Return Bond Fund di Merian Global Investors, “in quanto sostiene che riforme strutturali più incisive gli permetteranno di ridurre il carico fiscale che ha oppresso la classe media, ma mano che gli investimenti riprenderanno”. “Il mercato e gli elettori ellenici dovranno attendere di vedere se le sue promesse di sradicare il nepotismo e il clientelismo saranno mantenute”, prosegue. “Nel frattempo, gli investitori valuteranno se le sue politiche ridurranno la riserva di liquidità che ha abbassato il rischio di rollover (il rischio associato al rifinanziamento del debito) affrontato dai detentori di obbligazioni greche e incentivato l’acquisto massiccio di bond a breve scadenza” conclude.
Un segnale per l’Europa?
“Per gli investitori”, fa notare inoltre Kelly, “le elezioni greche rappresentano una sorta di test per il futuro del populismo, considerato che questo movimento in Grecia è apparso in anticipo rispetto agli altri Paesi”. “Tuttavia”, prosegue, “i confronti tra i paesi sono limitati; la lealtà degli elettori, la profondità della sfida economica e le agende politiche interne potrebbero ridurre le possibilità che i partiti populisti di altri Paesi seguano lo stesso destino”. “Quattro anni fa”, sottolinea la differenza di prospettiva Wall, “quando i greci elessero il partito guidato da Alexis Tsipras, Syriza, il voto fu provocatorio anti-establishment e anti-bailout. Ieri, il popolo greco ha eletto la Nuova Democrazia di Kyriakos Mitsotakis, rampollo di una dinastica politica ellenica con forti legami con il mondo del business, in scia alla promessa di riforme strutturali”.