La nuova frontiera per le banche private è saper gestire i Millenials

AlbertoAlbertini-Bologna11-2011
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“È su questi temi che ci stiamo preparando puntando, per esempio, su private banker più giovani, per la loro età più vicini alle attese e al modo di pensare dei clienti futuri. Inoltre la tecnologia sta cambiando notevolmente il nostro modo di lavorare”. Parla Alberto Albertini, amministratore delegato di Banca Albertini SYZ.

Come è andato il 2015?
Prevediamo di chiudere il 2015 con masse della clientela pari a 3,3 miliardi di euro, in moderata crescita rispetto al 2014. Il numero dei clienti della banca è circa 1.900.

Su cosa state lavorando per il 2016 considerando che il paese non produce più molta nuova ricchezza? E quali obiettivi avete?
È già da tempo che il nostro Paese si trova, per motivi ben noti, in una fase di stagnazione nella formazione del risparmio. Premesso che tale fenomeno riguarda il Paese nel suo complesso e che al suo interno ci sono comunque settori o categorie di attività che consentono ancora la accumulazione di risparmio, il bacino di clientela al quale rivolgersi è quello ancora non servito da parte delle banche specializzate nel private banking. Ciò su cui possiamo far leva è la nostra indipendenza di giudizio e la capacità di offrire una vera diversificazione degli investimenti. Ci sono persone anche con larghe disponibilità che in un contesto di tassi bassi e alti rischi non hanno ancora trovato interlocutori professionali in grado di assisterli in un panorama di possibili investimenti molto più ampio e complesso rispetto a quello del quale ci si poteva accontentare fino a qualche anno fa. C’è, inoltre, da prepararsi a servire nel modo più adeguato le nuove generazioni. Il ricambio generazionale in atto fra i baby boomer trasforma, è vero, questi ultimi da “accumulatori di risparmio” in “utilizzatori di risparmio” ma passa anche il testimone a generazioni che, sia pur più lentamente e con maggior fatica, riprenderanno il processo di accumulazione.

Quali saranno le loro esigenze, quali i servizi e quali i prodotti?
È su questi temi che ci stiamo preparando puntando, per esempio, su private banker più giovani, per la loro età più vicini alle attese ed al modo di pensare dei clienti futuri.

Quale tipo di clientela avete? Rentier, imprenditori? 
La nostra clientela si è stratificata in molti anni e ha svariate origini. Oltre alle categorie da lei citate ci sono, ovviamente, i professionisti, i manager d’azienda, chi ha ereditato e chi si è fatto da solo: una varietà che richiede, al nostro interno, professionisti con attitudini o predisposizioni diversificate. È molto diverso il relazionarsi con un imprenditore piuttosto che con un medico.

Pensate di aggredire le masse che sono rimaste fuori Italia, alla luce di come è andata la voluntary disclosure?
In molti casi le masse oggi oggetto della voluntary disclosure sono di fatto destinate a rimanere all’estero, così come in passato in molti casi fu preferito il cosiddetto rimpatrio giuridico. Ovviamente, in quanto banca italiana, siamo interessati a un rimpatrio effettivo, anche se il gruppo SYZ, al quale apparteniamo, è comunque in grado di offrire lo stesso servizio a chi preferisce mantenere all’estero le disponibilità regolarizzate.

Come la tecnologia sta cambiando il vostro mestiere?
La tecnologia ha già cambiato notevolmente il nostro modo di lavorare: abbiamo accesso immediato a tutti i mercati finanziari del mondo, riceviamo in tempo reale informazioni da tutte le possibili fonti, il regolamento delle operazioni e i pagamenti avvengono senza intervento umano, e tante altre cose. Con la tecnologia di soli quindici anni fa potremmo fare una frazione di quanto facciamo oggi nel nostro mestiere, anche perché si sono aggiunte complessità, legate alla normativa che regola la conduzione della nostra attività ed a quella fiscale, che richiedono un apparato informatico sempre più articolato. Tuttavia, molto ancora resta da fare per rendere più efficiente e preciso il nostro lavoro. Un campo è quello del rapporto fra banca e cliente. Le tecnologie di comunicazione oggi disponibili consentono al cliente, se lo vuole, di tenersi in contatto in ogni momento con la banca. Sta a quest’ultima, tuttavia, utilizzarle nel modo più opportuno per veicolare al cliente le informazioni nel modo più efficace e più fruibile. In altre parole, la tecnologia può dare tutte le possibilità di migliorare il nostro mestiere e ne darà sempre di più, sono però le banche che devono ripensare molti aspetti della loro organizzazione, del loro modo di operare per trarre i maggiori benefici.