La ripresa economica spinge le commodities. Ecco come inserirle nel portafoglio

Con le economie di molti Paesi che tornano a crescere, il rialzo dell’inflazione negli Stati Uniti e la spinta economica che la transizione tecnologica sta dando a molti settori industriali, le materie prime tornano sulla bocca e nei portafogli di tutti. Nel caso del mondo della fund selection, questo spesso vuol dire utilizzare prodotti passivi, a cui si guarda con interesse sempre maggiore. Ne abbiamo parlato in una tavola rotonda virtuale a tema commodities: come vanno inserite in portafoglio?

“Negli ultimi tempi la domanda di materie prime è stata stimolata dalla ripresa economica”, chiarisce in apertura Mauro Giangrande, head of Passive Sales EMEA South di Xtrackers, DWS. È interessante, però, guardare anche al ruolo che la transizione tecnologica per la produzione di green energy ha giocato nei confronti degli investimenti e nella produzione di impianti fotovoltaici ed eolici. Recentemente la International Agency Association ha dichiarato che per produrre un’auto elettrica è necessaria sei volte la quantità di metalli che servono a produrre un'auto normale: è evidente che la domanda oggi cresce in funzione di esigenze diverse da quelle del passato. “Generalmente l'offerta è molto rigida”, prosegue Giangrande, “e sono necessari in media 16 anni tra la ricerca della materia all'estrazione.

Un Etp per ridurre la volatilità

Adeguare velocemente l'offerta alla domanda non è facile e ne vediamo le conseguenze sui prezzi di alluminio, rame e nichel, che sono vicini ai massimi storici a cinque anni”. Qual è allora il modo giusto per intercettare questo trend? Conclude Mauro Giangrande: “Gli Exchange Traded Product (Etp) sono venuti in soccorso di tutti gli investitori che volevano un’esposizione sulle materie prime. Questi consentono sia l'investimento nelle singole materie prime, che quello in un paniere più ampio e possono replicare sia un investimento diretto, che in futures, permettendo di ovviare ad alcune criticità quali l’effetto leva, il rolling delle scadenze, i tagli minimi. Caratteristiche che favoriscono l’investimento anche da parte degli investitori retail".

Diversificazione & protezione

Per i fund selector quello per le materie prime è un amore mai sopito che ha però preso nuova forza in tempi relativamente recenti. “L'esposizione alle materie prime è normalmente presente nei nostri portafogli di advisory in ottica strategica, ma anche con fini di diversificazione”, spiega Maria Grazia Dossena, head of Market Strategy di Banca Generali. “Dalla seconda metà dello scorso anno abbiamo incominciato a inserire l'oro e dall'inizio del 2021 abbiamo ampliato l'investimento con posizioni tattiche nei metalli industriali”, prosegue. “Innanzitutto deve essere un investimento stabile nei portafogli, specie nel caso dei metalli preziosi come l'oro, perché rappresenta una fonte di hedging in caso di volatilità dei mercati finanziari. Tutte le materie prime hanno poi una correlazione positiva con l’inflazione, anche quella inattesa che è più difficile da gestire. Investire in questa asset class ha quindi anche un ruolo di protezione”.

Le materie prime sono esse stesse fattori produttivi, quindi generano inflazione nel momento in cui cresce la domanda nella produzione. Sono però beni reali, quindi, in caso di inflazione ne possono comunque seguire l'andamento. “È importante avere in portafoglio questa asset class, perché rappresenta un elemento di diversificazione per le strategie multi-asset e dà performance fortemente positive proprio nei momenti di crescita economica, come quello attuale”, aggiunge la Dossena. “Valutiamo di volta in volta se investire in azioni o in altri strumenti che ne seguano le performance, come gli Etp. Al momento li usiamo entrambi”, conclude Dossena.

Non (solo) un’asset class ma anche un indice

Rilancia sul tema strumenti Mario Baronci, head of Multi Asset and ESG di Quaestio Capital SGR: “Noi abbiamo iniziato a investire in commodities lo scorso anno, in oro, e poi in autunno in panieri diversificati tramite Etf. Abbiamo raggiunto recentemente il 15% del portafoglio, e un paio di settimane fa abbiamo iniziato a prendere profitto. Per quanto riguarda le materie prime è vano ricercare un prezzo di equilibrio”, prosegue il fund buyer. “Il prezzo viene determinato invece dagli squilibri correnti di domanda e offerta. Investire in commodities ricalca da vicino l’investimento nelle strategie Trend Following: strategie divergenti e lunghe di volatilità. Ecco perché nella costruzione di portafoglio di accompagnano bene alle usuali strategie basate sulla ricerca dei prezzi di equilibrio, strategie convergenti e corte volatilità”.

Conclude la prima parte della tavola rotonda Boiken Alimerko, senior portfolio manager, Investment Strategy di Fideuram AM Sgr, che propone un punto di vista diverso, in cui le materie prime non sono considerate come un’asset class core del portafoglio. A livello strategico l’esposizione avviene solo attraverso repliche di indici globali. “In un’ottica tattica, invece, preferiamo guardare a questa asset class singolarmente con un approccio long su singola commodity e long-short e di carry, perché i mercati sono fortemente frazionati. Anche se oggi, ad esempio, la correlazione all'interno degli indici delle commodities può sembrare alta, questa, in realtà, deriva da eventi idiosincratici”, spiega il gestore. “Per esempio, il rame sta subendo delle pressioni lato domanda, il petrolio viceversa ha subito shock lato offerta, mentre il prezzo dell’oro è legato all’inflazione e ai rendimenti reali”, conclude.