Si chiama bail-in, ovvero salvataggio interno, ed è il tema che tormenterà i risparmiatori più consapevoli nei prossimi mesi. Ne parliamo con Cesare Armellini, CEO di Consultique e presidente di NAFOP.
Il mercato della consulenza finanziaria sta vivendo un periodo di forti cambiamenti, che impatteranno sia sugli addetti ai lavori che direttamente sui clienti risparmiatori. C’è un grande dibattito sulle novità normative che caratterizzeranno i prossimi anni, in particolare sulla nuova direttiva MiFID II che, in una logica di maggiore trasparenza ed ispirandosi ad un principio tutela degli investitori, consentirà anche agli advisor italiani di decidere quale modello di remunerazione adottare per i propri servizi: parcella o provvigioni? Indipendenza oppure legame con la banca o SIM? Ma c’è un altro tema che tormenterà i risparmiatori più consapevoli nei prossimi mesi ed è quello relativo alla solidità delle proprie banche depositarie. Con la nuova normativa del bail-in, infatti, le Autorità potranno decidere la riduzione del valore di azioni e obbligazioni o la conversione dei bond in azioni, per assorbire eventuali perdite e ricapitalizzare la banca, secondo il principio che chi investe in strumenti più rischiosi debba sostenere prima degli altri le perdite. Ne parliamo con Cesare Armellini, CEO di Consultique e presidente di NAFOP, l’associazione dei consulenti indipendenti e delle società di consulenza.
Dottor Armellini, che tipo di conseguenze si possono avere per gli investitori con le nuove regole sul bail-in?
Ne abbiamo un esempio con la Banca Popolare di Vicenza che sta attualmente vivendo una fase molto difficile. La semestrale si è chiusa con una perdita di circa 1 miliardo e la necessità di raccogliere almeno un miliardo e mezzo nei primi sei mesi del 2016. A pesare sono soprattutto le svalutazioni e gli accantonamenti che si sono resi necessari dopo i controlli della BCE che hanno fatto emergere finanziamenti a clienti per l’acquisto di azioni della stessa banca per oltre 900 milioni.
Come si sta evolvendo la situazione?
Molte sono le incognite legate alle motivazioni che hanno portato all’improvviso lancio di un bond high yield con rendimento prossimo all’11% che dovrebbe portare nelle casse della banca circa 200 milioni, a cui si aggiunge la bufera giudiziaria che ha portato sotto indagine i vertici della banca con l’ipotesi di aggiotaggio e ostacolo alle autorità di vigilanza.
Ma che cosa rischiano gli azionisti?
Gli azionisti hanno da poco subito il primo taglio del prezzo dell’azione e ad oggi il prezzo di 48 Euro per azione appare troppo elevato. Vedremo, ma già da oggi possono intraprendere delle azioni in caso di sottoscrizione o acquisto di azioni su finanziamento della banca. La platea di soci coinvolta è ampia, con una buona percentuale di piccoli e medi imprenditori che, per via di rapporti di business, sono stati coinvolti nell’acquisto di quantitativi di azioni a fronte di finanziamenti o fidi.
Che ruolo può avere in questo contesto la consulenza finanziaria indipendente?
Uno dei problemi riguarda il valore della garanzia, composta da azioni e obbligazioni della stessa banca, rilasciata dagli imprenditori per le proprie aziende o per affidamenti personali. Con la discesa dei valori di bond e azioni, questi si trovano nella situazione di dover integrare la garanzia rilasciata per non subire decurtazioni degli affidamenti in essere. Il supporto di un consulente indipendente può essere utile per effettuare le corrette valutazioni economico/legali sulle singole posizioni detenute.