Il XXI secolo ha introdotto una nuova tipologia di azienda, all'avanguardia dell'innovazione e con un'impressionante performance in termini di prezzo azionario. Come le società di gestione possono contribuire a guidare la disruption connessa ai nuovi modelli di business verso uno sviluppo pienamente sostenibile, nella view di Leon Kamhi, head of Responsibility di Hermes Investment Management.
“Il XXI secolo ha introdotto una nuova tipologia di azienda, all'avanguardia dell'innovazione, e con un'impressionante performance in termini di prezzo azionario, giganti della tecnologia come Amazon, Facebook, Google e Uber hanno indotto un profondo cambiamento sia nei rispettivi settori sia nella società in generale. Sebbene queste aziende continuino a essere scrupolosamente controllate da clienti, dipendenti e Governi, la necessità di una stewardship efficace da parte degli investitori è sempre più evidente”.
Il ruolo delle società di gestione nel guidare la disruption connessa ai nuovi modelli di business verso uno sviluppo pienamente sostenibile è un tema sempre più dibattuto all’interno dell’industria. Nella view di Leon Kamhi, head of Responsibility di Hermes Investment Management, l’importanza di tale compito risulta sempre più chiara grazie alla crescente consapevolezza da parte degli investitori della connessione tra performance e sostenibilità nel lungo periodo delle pratiche aziendali. Altrettanto chiaro è che il lavoro all’orizzonte non sia semplice, tanto in termini di quantità che di qualità.
Centralità della corporate governance
“È inevitabile che i pionieri debbano affrontare sfide senza precedenti”, spiega Kamhi. In assenza di esempi di best practice da seguire, queste aziende hanno dovuto, infatti, prendere decisioni commerciali senza chiari riferimenti. “Ad esempio, Facebook e Google hanno dovuto fronteggiare un’ondata di critiche per le decisioni prese relativamente alla diffusione di contenuti politicamente sensibili, privati o socialmente inappropriati sulle loro piattaforme”, sottolinea, “mentre Uber è stata coinvolta in un caso prolungato di politica occupazionale per i propri autisti”. “Allo stesso modo”, prosegue, “Amazon è stata chiamata in causa per il modo in cui la società tratta i propri dipendenti all’interno dei magazzini, con molti lavoratori pronti a sostenere come la propria salute mentale e fisica sia a rischio”.
Un ulteriore problema è la mancanza di regolamentazione all’interno di questi settori e il ritmo di sviluppo cui procedono le tecnologie associate che spesso rende vano il tentativo di normare fattispecie di legge che mutano velocemente nel corso del tempo. “Nell'affrontare questo scenario”, afferma l’head of Responsability di Hermes IM, “gli investitori devono avere un approccio attivo, non solo per gli ovvi fattori morali in gioco, ma anche per le implicazioni commerciali che ne derivano”. Casi come quelli di Amazon e Uber possono essere, inaffto, estremamente dannosi per la reputazione di un'azienda, con un successivo impatto sulla domanda e sui ritorni. “Gli investitori”, specifica Kamhi, “devono essere consapevoli di questo e assicurarsi di utilizzare la loro influenza per responsabilizzare le aziende, non solo per il bene dei loro dipendenti, ma per l'azienda nel suo complesso”.
Ritorni e sostenibilità devono viaggiare insieme
“Gli investitori”, sostiene l’head of Responsability di Hermes IM, “devono comprendere che di pari passo con lo sviluppo di nuove tecnologie nuove società entreranno nel mercato. L'avvento di big data, intelligenza artificiale, automazione, robotica e machine learning presenta molte altre sfide, per esempio quella occupazionale”. “Il precedente creato dai giganti tecnologici contemporanei”, argomenta, “dimostra quanto sia importante che le aziende, gli investitori e i consumatori riconoscano che le esigenze di lungo periodo della nostra società debbano essere prese in considerazione insieme, se non addirittura in anticipo, rispetto al tema dei ritorni”.
Quale apporto specifico possono dare le società di gestione? Secondo Kamhi la risposta a questa domanda risiede principalmente nell’approccio di lungo periodo connaturato all’universo dell’asset management. “Anche se il potere negoziale delle case di gestione rispetto a questi titani può sembrare debole”, conclude l’head of Responsability di Hermes IM, la loro visione unica, di soggetti che devono tenere conto della prospettiva di lungo termine dei loro investitori e delle implicazioni per l'economia in senso più ampio, può avere un impatto significativo, attraverso la collaborazione con le aziende che si impegnano a favore dell’engagement o evidenziando in maniera costruttiva coloro che non lo fanno".