È importante sottolineare, tuttavia, come ad oggi il saldo previdenziale si confermi ancora “robusto”. Al 31 dicembre 2024, “l’ente conta oltre 100 mila iscritti, di cui oltre il 70% professioniste”, afferma Lazzaro, sottolineando come la presenza femminile sia maggioritaria nella categoria. Inoltre il bilancio di esercizio 2024, “sarà il più solido della storia dell’ente, e riporterà anche l’utile più importante, con un patrimonio che sfiora i 4 miliardi di euro”. I dati, continua, “sono fortemente influenzati dalla dinamica degli investimenti degli ultimi anni”.
Si inserisce in questa proiezione positiva il ragionamento legato alla gobba previdenziale, e ai primi effetti del calo demografico “quando arriveranno a pensione i baby boomers”. Da qui la necessità di mettere in atto contromisure già oggi. “Le nostre proiezioni sono su 30 anni, ma arrivano fino a 50 anni, con una revisione triennale”, e sulla base dell'ultimo bilancio tecnico attuariale, “il patrimonio ci consentirà di superare i disequilibri tra entrate contributive e prestazioni che si dovrebbero registrare a partire dal 2040”.
La solidità strutturale dell’ente, continua Lazzaro, ha consentito inoltre di allargarne le competenze, “accompagnando l'iscritto per tutto il percorso professionale attraverso forme di welfare integrato”, ne sono un esempio l'assistenza sanitaria integrativa e la LTC. “A oggi, su una spesa di circa 11 milioni di euro l'anno, circa sette milioni vanno in direzione del welfare integrato, la quota restante a fondi specifici finalizzati a percorsi di formazione professionale, forme di tutela per la disabilità o a quanti hanno necessità di un sostegno durante l'attività professionale”.
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