Nella quinta e ultima parte della round table con i gestori ISR si è dibattuto sulla direzione futura del settore e sui temi di sviluppo.
Per accedere a questo contenuto
Gli investimenti socialmente responsabili sono passati da trend del momento a investimenti mainstream. In Italia i clienti istituzionali (casse pensioni, fondazioni, ecc.) guardano sempre più agli approcci di gestione che utilizzano screening e filtri ESG.
“Come abbiamo visto, il nuovo action plan della Commissione europea e l’accordo di Parigi ci mostrano in quale direzione stiamo andando”, commenta Wolfgang Pinner, CIO sustainable & responsible investments di Raiffeisen CM. “Credo che in futuro tutti gli asset management dovranno affrontare il tema”.
Rimane fondamentale il ruolo dei governi, che continuano a fare passi avanti e indietro (come ad esempio il caso americano). “A livello europeo stiamo andato verso la direzione giusta”, ritiene Nicola Trivelli, amministratore delegato di Sella Sgr. “Spero che in futuro non aumenti la burocrazia per le nostre aziende, altrimenti diventa solo un elemento di costo e una perdita di tempo che peserebbe molto sulle piccole aziende. Non deve nemmeno diventare uno strumento di marketing. A mio avviso il processo culturale è molto forte e non riguarda solo la finanza”.
Ci sono diversi temi che dovranno essere trattati, vediamoli uno per volta:
1) La tutela della privacy: il 25 maggio verrà applicato in tutti gli Stati membri il Regolamento UE chiamato GDPR (General Data Protection Regulation) relativo alla protezione delle persone fisiche con riguardo al trattamento e alla libera circolazione dei dati personali. “Non credo che possano esserci trend definiti ISR o non ISR in quanto rischi, opportunità e business che una volta venivano definiti specificatamente ISR (ad esempio il cambiamento climatico o la tutela dei diritti dei lavoratori) oggi sono di interesse e rilevanza globale”, ritiene Francesca Colombo, responsabile analisi e ricerca di Etica SGR .
2) Una regolamentazione e reportistica a livello europeo. “I labelling locali dei diversi Paesi si contraddicono, mentre sarebbe auspicabile maggiore uniformità, per esempio attraverso un labelling europeo”, spiega Isabel Reuss, senior portfolio manager investimenti europei SRI e membro del Conviction Strategy team di AllianzGI.
3) I green bond, che secondo Reuss in futuro saranno una nuova asset class. “L’investimento ad impatto, come ad esempio i green bond, rappresenta uno strumento eccezionale per creare una forte consapevolezza su come i propri risparmi possano contribuire a trasformare il mondo. Data la loro natura, credo che la diffusione di questi strumenti potrebbe essere facilitata dallo sviluppo di soluzioni tecnologiche che le rendano facilmente disponibili alla generazione dei millennial”, spiega Corrado Gaudenzi, responsabile long term sustainable strategies di Eurizon Capital SGR.
4) Il tema delle donne: “Oggi siamo di fronte alla prima generazione femminile che deciderà dove investire i propri soldi”, spiega Reuss. “In AllianzGI siamo fortemente consapevoli che le donne investono diversamente dagli uomini, con un mindset più a lungo termine, su asset meno rischiosi e più sostenibili”.
5) La capacita di utilizzare le informazioni sulla sostenibilità per migliorare il profilo rischio-rendimento dei portafogli: “Possono esserci aziende con una visione etica, ma con una scarsa capacità di progettare prodotti e servizi che migliorano l’ambiente in modo efficiente e che quindi non sono in grado di generare maggiori profitti in futuro. La capacità di distinguere tra casi come questi costituisce la sfida del futuro e si giocherà sull’abilità di dare il giusto peso alle metriche che in ogni settore sono più rilevanti”, spiega Gaudenzi.
“Penso che essendo un business basato sulla fiducia, credo che il futuro degli investimenti sostenibili sarà direttamente proporzionale a quanto l’industria sarà trasparente nel modo in cui costruisce i prodotti di investimento”, conclude Gaudenzi.