Le gestioni di Banca Generali si rinnovano

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Andrea Ragaini, vice direttore generale, Banca Generali

Nelle ultime due settimane Banca Generali ha presentato ad una rete di oltre 2 mila private banker e wealth manager un progetto di riorganizzazione dei team di gestione, fortemente voluto dall’amministratore delegato Gian Maria Mossa. Il dipartimento di asset management sarà ora composto da otto team con linee e strategie diverse, per una struttura sempre più efficiente e flessibile.

“Dopo un ultima parte del 2018 molto difficile, in cui sono mancate le decorrelazioni tra le diverse asset-class e la volatilità ha penalizzato il gestito, le rassicurazioni dalle banche centrali ad inizio 2019 hanno favorito una ripresa”, spiega il vice direttore generale, Andrea Ragaini. “Le difficoltà dell’asset management lo scorso anno hanno spinto tutti gli operatori a ragionare su strutture meno rigide e a graduali rafforzamenti nelle partnership o collaborazioni che riportano in primo piano le strategie multiboutique come percorso di crescita”, prosegue il manager della banca private.

Sono tre le nuove gestioni (family office, Nextam e MainStreet) che si aggiungono alle cinque già esistenti per una riorganizzazione che prevede otto team in tutto: gestioni relative; total return; personalizzate; alternative; quantitative; family office; Nextam; MainStreet. Le gestioni presentano linee e strategie diverse e ciascuna è responsabile delle proprie scelte gestionali, dei risultati e della comunicazione inerente ai propri prodotti. A questo si aggiungono poi le collaborazioni sempre più strette con una serie di partner dalle competenze specifiche sia in campo finanziario sia industriale, come Nextam, specializzata nella gestione di grandi patrimoni utilizzando un basso turnover del portafoglio e puntando sullo stock picking, oppure MainStreet nell’universo Esg.

Banca Generali ha inoltre lavorato sul governo del rischio, distinguendo in modo analitico tre fasi differenti: monitoraggio, misurazione e intervento. “Abbiamo rivisto il processo di risk management, riorganizzato intorno alle esigenze dei team gestionali che operano a loro volta con linee guida diverse l’uno dall’altro; ognuno ha infatti propri obiettivi, un proprio ambito di azione su cui investire, propri obiettivi di linee, stile, da combinare su misura alle esigenze personali del cliente finale”, commenta il CEO, Gian Maria Mossa.

Un elemento distintivo del team della banca è anche l’esperienza sui prodotti alternativi e illiquidi che nel medio periodo riescono ad avere un elevato grado di decorrelazione rispetto alle tradizionali asset class. “Crediamo sia importante continuare a innovare anche nelle gestioni patrimoniali che rappresentano una colonna fondamentale dell’infrastruttura del private banking garantendo efficienza operativa, tempismo sul mercato ed ottimizzazione degli investimenti”, sottolinea Ragaini.