In un contesto caratterizzato da solidi fondamentali e valutazioni ancora elevate, ecco dove poter trovare interessanti opportunità d'investimento nel 2018 secondo alcune società di gestione internazionali.
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Guardando ai mercati mondiali caratterizzati, in generale, da un contesto di solidi fondamentali e da valutazioni che risultano tuttora elevate in diverse parti del mondo, nella seconda parte della round table organizzata con cinque asset manager internazionali operanti in Italia, Funds People ha chiesto ai rispettivi country head delle società quali fossero le opportunità d’investimento del 2018 e quali strategie adottare per coglierle al meglio.
“L’Europa sembra essere entrata in un periodo prolungato di forza e l’economia dell’Eurozona dovrebbe crescere quasi del 2% nel 2018 secondo il Fondo Monetario Internazionale (FMI), il quale prevede invece una crescita del 1,5% per il Regno Unito nel 2018”. È quanto afferma Paola Pallotta, managing director di Capital Group, che in generale ribadisce come, secondo il FMI, il PIL globale crescerà del 3,7% nel 2018, contro il 3,6% del 2017, con tutte le principali economie in territorio positivo. “La sincronizzazione della crescita globale ha aumentato la possibilità che il ciclo possa continuare nella sua fase di crescita per un periodo più lungo. Dal punto di vista dell’esposizione globale siamo quindi molto costruttivi sui Paesi emergenti, con un approccio di lungo termine”, dichiara la manager.
Per la casa di gestione americana, l’area più costruttiva a livello equity rimane comunque l’Europa, “dove vediamo un’interessante esposizione che in realtà è riferita alle mid-large cap e che non abbia particolari vincoli in termini di stile. Per quanto riguarda il Giappone, abbiamo una presenza giapponese con radici molto antiche. La nostra visione su questo mercato parla di una trasformazione radicale del sistema economico nipponico. Di conseguenza, vediamo delle interessanti opportunità che per la prima volta hanno a che fare con l’andamento della valuta e del mercato. Notiamo come il Giappone benefici sempre meno dalle esportazioni per ottenere dei risultati positivi, di conseguenza lo vediamo come un’esposizione in questo senso molto interessante. Per Capital Group la qualità è un aspetto di primaria importanza, soprattutto per quanto riguarda il fixed income, come investment grade e governativi globali”, afferma Pallotta.
Il Giappone, insieme ai mercati emergenti ed Eurozona, rientra nelle aree di maggior interesse anche per NN Investment Partners. A detta di Simona Merzagora, managing director della società, in Giappone, il rischio politico è limitato a seguito della riconferma dell’Abenomics, il premio per il rischio azionario (quasi il doppio del premio di rischio USA) e il miglioramento della redditività. “Ci piacciono anche i mercati emergenti sostenuti dalla crescita della domanda interna, specialmente al di fuori della Cina, dalla ripresa del commercio mondiale, dalla politica monetaria delle Banche centrali a sostegno della crescita del credito. Infine, preferiamo l'Eurozona agli Stati Uniti pertre motivi. In primo luogo, è un mercato più ciclico rispetto agli Stati Uniti, in secondo luogo, il mercato offre un premio per il rischio azionario più elevato e, in terzo luogo, la politica monetaria dell'Eurozona è più favorevole della politica statunitense e probabilmente rimarrà tale anche nel prossimo anno”, spiega.
Una preferenza, come da consensus della casa, va al settore azionario, sostenuto da forti dati macroeconomici e crescita degli utili. Tra i settoriali, Merzagora mensiona le materie prime, il settore finanziario e la tecnologia, che giocheranno “un ruolo cruciale” in questa ripresa dei margini. “Nel settore del credito, la nostra preferenza va al debito emergente, che potrebbe ancora generare rendimenti interessanti nel 2018, compresi tra il 4% e l'8%. Le obbligazioni convertibili non dovrebbero essere trascurate, poiché come ibridi beneficiano sia del rally azionario sia di una protezione a fronte del rialzo dei tassi godendo di duration breve. Nella parte a spread, sosteniamo che il debito emergente possa ancora offrire dei rendimenti interessanti, in particolare in valuta forte nella prima parte dell’anno. Nel secondo semestre del 2018, pensiamo che il debito emergente in valuta locale possa tornare ad essere interessante. Altra componente da considerare è rappresentata dai convertibili, quindi con duration bassa all’interno del mondo a spread e decorrelate sul mondo equity. Ultima gamba della nostra proposta è la componente dei senior loan, che gestiamo dagli anni ‘80”, aggiunge la manager.
È a proposito del debito emergente che da BNY Mellon IM la considerano “una delle opportunità di valore più attraenti in assoluto”. Secondo Marco Palacino infatti, country head Italy dell’asset manager statunitense, si tratta di un’asset class in espansione, molto più stabile e resistente agli shock esterni (come la dipendenza dal dollaro o il rialzo dei tassi Fed) rispetto a qualche anno fa, e con rendimenti relativamente attraenti rispetto alle controparti sviluppate, a parità di rating e qualità del credito. “In particolare, il debito societario emergente coglie sia la crescita delle economie locali, sia l’espansione della nuova classe media sia i trend demografici positivi in molti Paesi in via di sviluppo. Non si tratta però di un’unica asset class, ma di un universo di investimento eterogeneo dove è importante distinguere per Paese, settore, valute”, spiega Palacino.
“Oltre alle strategie azionarie alternative long/short e ad alto dividendo, pensiamo che questo sia l’anno degli emergenti, del private debt (prestiti bancari e prestiti diretti a PMI, garantiti dagli asset dei debitori e spesso con tassi di interesse variabili), dei fondi obbligazionari dinamici e degli high yield a breve scadenza (che beneficiano del contesto di crescita economica, bassi default e risentono in misura limitata dell’aumento dei tassi).Per quanto riguarda gli asset tradizionali, in particolar modo le gestioni azionarie income, secondo noi queste possono ancora far bene nell’anno in corso”, commenta il country head.
Nell’ambito obbligazionario, da BNY Mellon IM hanno inoltre una view positiva sulle gestioni globali dinamiche, in grado di catturare opportunità in quelle regioni e in quei Paesi dove il ciclo dei mercati e dell’inflazione sia più favorevole, e di variare il peso dei governativi o del debito societario a seconda dell’outlook del gestore.
Molto prudenti sul mondo obbligazionario lo sono invece da La Française AM, ad eccezion fatta per i subordinati bancari e CoCos, ritenuti attraenti anche in un contesto di tassi in salita. A confermarlo è Luigi Brunetti, country head Italy della casa francese: “Un settore che guardiamo con attenzione in questo ambito è quello finanziario (bancario) sia per il fatto che, almeno in Europa, questo si è ristrutturato e rafforzato, sia perché le emissioni continuano ad essere interessanti. Un altro elemento distintivo della casa che viene proposto in diverse modalità è la gestione della duration. Abbiamo ad esempio un fondo che propone un’allocazione della duration solo in area negativa. Più in generale però la gestione attiva della duration diventa un fattore chiave nelle gestioni più dinamiche, tipicamente gli strumenti absolute return”.
Quest’anno, La Française AM mantiene una view tendenzialmente positiva sul mercato azionario, grazie a utili ancora in accelerazione e valutazioni ancora non eccessive al di fuori degli USA, “dove comunque ci si attende una volatilità in aumento. Tra le aree geografiche i nostri analisti privilegiano l’azionario emergente ed europeo”, afferma Brunetti.
Infine Marcello Matranga, responsabile per l’Italia di Robeco, fa riferimento alle previsioni espresse nell’outlook quinquiennale della società olandese, le quali evidenziano come l’azionario renderà meno che in passato, con le azioni dei mercati sviluppati al 5% (dal 6,5%) e i titoli dei mercati emergenti al 6,25% (rispetto al 7,25% dello scorso anno). “Al tempo stesso, siamo meno pessimisti nei confronti dei titoli di Stato e ci attendiamo rendimenti pari al -2,5% dal benchmark dei titoli di Stato tedeschi a 10 anni (vs. -3,5%) e pari allo 0,25% dalle obbligazioni high yield (vs. 1,0%)”, afferma l’esperto.
Fonte: Robeco.
“Il ciclo del credito, sempre più maturo, potrebbe lasciare spazio a moderate risalite dei tassi di interesse. Sul fronte dell’azionario segnaliamo una soluzione azionaria globale value come BP Global Premium Equities - doppio rating Blockbuster-Consistente Funds People - e una più settoriale, che abbraccia trend come la robotica, la cyber-security e la transizione energetica, come Global Industrial Innovation. Abbiamo ragione di credere che nella componente spread ci siano delle opportunità ancora visibili con un approccio che noi raccomandiamo globale, anziché focalizzarsi solo sull’Europa che già tanto ha dato. Strategie globali che permettano quindi di attingere a diverse sacche di valore che si presentano sul mercato”, dettaglia Matranga.
Infine, sul fronte obbligazionario, dalla casa segnalano invece una strategia dedicata ai subordinati finanziari europei come Financial Institutions Bonds - rating Blockbuster Funds People - e una flessibile sul credito globale come Global Credits (rating Consistente Funds People). Nel dettaglio, per quanto riguarda la componente a spread, anche da Robeco credono che i subordinati finanziari abbiano ancora del margine su cui investire, in funzione anche di curve maggiormente ripide e di un aumento dei tassi.