Le soluzioni d’investimento preferite da Symphonia SGR

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Fabio Caon e Daniele Botta

Un grosso trend che abbiamo visto negli ultimi dieci anni è stato quello che ha interessato le strategie alternative, ossia il passaggio dagli hedge fund a soluzioni in formato Ucits.

 A detta di Fabio Caon, portfolio manager e fund selector per la componente fixed income di Symphonia SGR, il 2018 è stato un anno molto difficile per tutti i gestori obbligazionari: “I diversi premi al rischio che solitamente vengono sfruttati dai gestori, come duration, spread su corporate high yield, debito emergente, convertibili e subordinatisono stati colpiti a turno e l’unica ancora di salvezza era rappresentata dal cash o per esempio da fattori quali l’esposizione al dollaro. In tale contesto siamo rimasti in particolare delusi dagli unconstrained bond, che hanno fatto fatica a proteggere il capitale”.

“A fine anno la crescente volatilità ha presentato il conto”, spiega Daniele Botta, portfolio manager e fund selector per la componente equity di Symphonia SGR. “Abbiamo fatto alcune comparazioni all’interno delle principali aree geografiche ed abbiamo notato come lo scorso anno quasi otto gestori attivi su dieci non siano riusciti a battere il proprio benchmark di riferimento. Facendo un’analisi retroattiva, una strategia passiva nella maggior parte dei casi sarebbe stata premiante”.

Questa tendenza ha permesso l’evoluzione di nuove strategie passive come quelle semiattive, smart beta e tematiche. “Noi non facciamo ancora molto uso delle strategie semiattive, ma facciamo uso di ETF tematici. Come ad esempio gli ETF SRI sull’equity americano”, spiega Botta. “Al momento questa asset class è poco coperta da strategie attive”.

“Altro trend consolidato è la crescita di prodotti SRI come pure di metodologie di natura ESG all’interno dei processi di investimento. Un altro interessante trend del momento invece è rappresentato dai big data e dall’impiego di queste metodologie di analisi, quali per esempio di machine learning, all’interno dei processi”, spiega Caon. “Diverse case di gestione, in particolare le più grandi stanno introducendo delle strategie basate su queste tecniche” aggiunge Botta. 

Quest’anno il sentiment di mercato sarà ancora condizionato da variabili macro economiche come la Trade War, la Brexit e le Banche centrali. “Ci sentiamo di spendere ancora un messaggio di positività sull’universo emergente in cui i fondamentali sono in netto miglioramento”. Per rispondere alla crescente volatilità le strategie alternative, comprese anche quelle non Ucits, possono essere un modo per decorrelare il portafoglio.

“Sebbene lo scorso anno non siano riuscite a soddisfare pienamente le nostre aspettative, queste soluzioni possono offrire opportunità interessanti grazie alla possibilità dei gestori di adottare un approccio unconstrained e fare uso di strategie di overlay ed hedging attraverso derivati, potendo altresì fornire in certe fasi di mercato extra-rendimento e un buon contributo alla diversificazione di portafoglio”, spiega Caon.

“Per una efficiente selezione di questi prodotti tuttavia, una buona regola che ho imparato con l’esperienza, è che i premi al rischio all’interno di una strategia devono essere identificabili, misurabili e persistenti: quando i criteri alla base di un processo di investimento vanno oltre un certo grado di complessità diventa difficile stimare e capire quali sono i premi al rischio impliciti, ciò determina un rischio maggiore di selezione avversa e di minore longevità della strategia del fondo oggetto di selezione nei diversi scenari di mercato al di fuori dei periodi di osservazione. Per questo motivo in fase di analisi escludiamo strategie troppo complesse ed integriamo una approfondita analisi qualitativa ad una serie di metodologie quantitative avanzate”. 

Botta conclude: “Oltre l’analisi e la comprensione del grado di complessità della strategia sottostante, la parola d’ordine deve essere sempre diversificazione. È la regola principale che seguiamo nella selezione delle strategie alternative che andiamo ad inserire nei nostri portafogli”.