Anche come conseguenza di questo assetto, la Cassa riceve in continuazione candidature da parte degli operatori di mercato, “le chiamiamo candidature spontanee”, afferma Ingrande, referente per i mercati privati, che indica come infatti in fase di selezione accada che la strategia di un operatore di cui si ha già una candidatura per una determinata asset class, entri a far parte dell’universo di riferimento della selezione in corso. Una volta definito l’universo, e svolta una prima analisi quantitativa e qualitativa, si arriva a una short list che sul mercato liquido può vedere anche oltre 100 nomi.
Diverso il caso dei mercati privati, più legati al timing del fundraising. Qui entra in gioco l’advisor, che fornisce una continua mappatura del mercato sulle asset class a cui la Cassa è interessata. “Noi riusciamo poi a pianificare l’attività di investimento nel corso dell’anno in relazione al fundraising dei gestori”.
Una volta definita la short list, si avviano “ulteriori analisi di due diligence approfondita sui gestori identificati”, questo passaggio è indicato come “full due diligence”, svolta in maniera indipendente e parallela all’advisor, ed è integrato con incontri one-to-one con il gestore (in alcuni casi anche in presenza dell’advisor). Da qui la definizione dei nomi e degli importi ottimali da allocare. Il tutto, sottolineano gli esperti di CDC “sempre con il pieno coinvolgimento del risk management per valutare il ruolo e il valore aggiunto delle strategie selezionate all’interno della classe di attivo di riferimento e del portafoglio”.
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