ll 2025 è stato l’anno dei metalli. E non soltanto dell’oro. Rame, alluminio, platino, ma anche argento e terre rare hanno dominato il mercato, registrando rialzi significativi: dal +70% del platino a metà novembre a oltre il +20% per il rame e quasi l’8% per l’alluminio. Se i fattori che sostengono l’oro sono legati all’incertezza geopolitica e al cosiddetto “currency aversion trade”, con investitori e banche centrali alla ricerca di un rifugio contro il calo del valore delle valute fiat, in primis il dollaro, la spinta ai metalli industriali deriva dal loro impiego nelle filiere produttive. E dal loro ruolo chiave in due trend strutturali: lo sviluppo dell’intelligenza artificiale e la transizione energetica. “Questi metalli sono fondamentali per la decarbonizzazione, poiché alimentano le energie rinnovabili, le reti elettriche e i trasporti elettrificati”, spiega Nitesh Shah, head of Commodities and Macroeconomic Research di WisdomTree. “L’aumento del consumo energetico globale, trainato dai data center e dalla digitalizzazione, continua a sostenere la domanda di sistemi energetici più sostenibili che fanno ampio ricorso al rame e all’alluminio”, osserva.
L’era dei metalli, sempre più strategici in portafoglio

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