L'Irlanda consolida la sua posizione quale domicilio preferito per gli ETF. Non si tratta di una casualità: benefici fiscali ed efficienze operative sono stati determinanti per attrarre i fornitori principali.
Per accedere a questo contenuto
Il Lussemburgo si attesta al primo posto per quota di mercato in termini di patrimonio netto dei prodotti OICVM e FIA domiciliati in Euopa (26%), seguito dall'Irlanda (20%). Ma le cose cambiano nel segmento degli ETF, dove è il mercato irlandese a dominare la classifica.
Alla fine del 2024 quasi il 75% delle masse gestite in ETF era domiciliato in Irlanda, contro il 18% del Lussemburgo. Il vantaggio dell'Irlanda sul mercato degli ETF non solo dura nel tempo, ma è anche aumentato di pari passo con la crescita del mercato europeo dei fondi quotati. Dal 2014 il volume dei patrimoni in gestione detenuti in ETF domiciliati in Irlanda si è incrementato a ritmo sostenuto, passando da 136 miliardi di euro a più di 1.600 miliardi a fine 2024.
Anche il Lussemburgo ha registrato una dinamica positiva, ma non così vivace. "Il predominio irlandese è dovuto in larga misura ai benefici fiscali, come il trattamento dei dividendi, e alle differenze nell'interpretazione normativa di organismi come l'ESMA o lo IOSCO", spiega Nina Petrini, head ETF & Index Funds Sales, Iberia and Latam di UBS AM.
Tratto dalla rivista FundsPeople n. 91.

Vantaggi fiscali e attrattiva per gli investitori
Uno di questi benefici fiscali deriva dal trattato sulla doppia imposizione in vigore tra Irlanda e USA. Dublino ha ridotto la ritenuta d'imposta sui dividendi statunitensi dal 30 al 15%, un vantaggio unico nel Vecchio Continente che risulta appetibile soprattutto per gli investitori globali orientati agli asset USA ed è particolarmente interessante alla luce della ponderazione elevata degli Stati Uniti nella maggior parte degli indici globali.
L'Irlanda ha firmato convenzioni contro la doppia imposizione con altri 76 Paesi, tra cui Australia, Cina, Hong Kong, Giappone, Svizzera, Singapore e Regno Unito, oltre agli altri Stati membri dell'Unione europea. La portata globale accresce la sua attrattiva per gli investitori internazionali.
Inoltre, i fondi di investimento regolamentati in Irlanda sono esenti dalle imposte sul reddito e sulle plusvalenze, a prescindere dalla residenza fiscale degli investitori, e non sono soggetti a imposta annuale sul valore di liquidazione delle posizioni dello strumento, cosa che aumenta il rendimento per gli investitori, come illustra l'opuscolo Why Ireland della Irish Funds Industry Association.
Regolamentazione e competitività
A un evento organizzato da Mediolanum International Funds a Dublino, Gerry Cross, director of Financial Regulation, Policy and Risk della Central Bank of Ireland (CBI), ha sottolineato che, oltre ai benefici fiscali, "il quadro normativo irlandese è molto efficiente, soprattutto per gli ETF che dipendono da operazioni standardizzate su vasta scala".
Da un punto di vista operativo, Gilles Meyruey, business development advisor and head of Sales for Continental Europe per ETFbook, precisa che alla fine del 2024 la CBI ha annunciato la possibilità di lanciare classi di azioni ETF OICVM nell'ambito di un fondo comune senza cambiare la denominazione. Questa novità mira a rafforzare la competitività dell'Irlanda equiparandola al Lussemburgo, che già da qualche mese offriva questa possibilità in esclusiva.
Questo fattore di sostegno al settore, unitamente ai requisiti di massima trasparenza, come l'obbligo di pubblicare la composizione del portafoglio su base giornaliera, "assicura agli investitori un'esperienza all'insegna della massima sicurezza", afferma Gerry Cross. Tuttavia, la trasparenza può anche ostacolare la protezione delle strategie proprietarie, un aspetto particolarmente importante per gli ETF attivi. Una circostanza che il Lussemburgo ha saputo sfruttare.
Corinne Lamesch, deputy CEO e General Counsel dell'ALFI, indica che da fine 2024 la Commission de Surveillance du Secteur Financier del Lussemburgo (CSSF) permette ai gestori di pubblicare la composizione del portafoglio su base mensile e fino a un mese più tardi, proteggendo le strategie proprietarie e allineandosi agli standard anglosassoni. Inoltre, a partire dal 2025 gli ETF attivi sono esenti dall'imposta di sottoscrizione, come già quelli passivi.
Lamesch segnala anche che, grazie alle innovazioni tecnologiche come la blockchain, il Lussemburgo si posiziona come "un centro finanziario visionario" e mette in evidenza l'impegno del Paese a offrire un contesto dinamico e flessibile, in grado di attrarre i principali attori del settore.
