Lo sapevate che il 10% dello S&P 500 è stato ribilanciato?

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Leo Major, Unsplash

A partire da lunedì scorso, il settore dei servizi di telecomunicazioni nello S&P 500 non esiste più. In realtà non è stata una grossa perdita dato che il suo peso rappresentava solo l'1,8% dell'indice statunitense. Al fine di adattarsi alla nuova realtà, il Global Industry Classification Standards (GICS) ha creato un nuovo settore dei servizi di comunicazione che rappresenta il 10% dello S&P 500.

Nasce dalla fusione del 100% dei vecchi servizi di telecomunicazione ed è composto dal 24% del settore dei beni di consumo discrezionali e il 21% del settore delle tecnologie dell'informazione. Insieme, rappresenteranno circa 4 trilioni di dollari di capitalizzazione di mercato. Le posizioni principali del nuovo settore, per peso, saranno Facebook, Alphabet (azioni A e C), Charter Communications e AT&T. Entrano a far parte anche aziende come Netflix, Fox e Walt Disney.

 

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Fonte: S&P 500.

Cosa ci si può aspettare da questo nuovo settore? “Da un lato, una maggiore capacità di produrre rendimenti positivi”, sottolinea Rebecca Chesworth, senior equity strategist ETF EMEA di State Street Global Advisors. Secondo i dati raccolti da FactSet, si stima un potenziale di crescita degli utili del 15% per i prossimi 3-5 anni. Inoltre, questa nuova categoria include importanti società internazionali. Oltre a quelle già citate, rientrerebbero anche Twitter, Verizon o Electronic Arts. Nomi quali, come difende Chesworth, sono grandi disgregatori tecnologici.

Ovviamente, i guadagni di uno sono le perdite per qualcun'altro, come nel caso dei settori dei consumi discrezionali e dell'information technology. Nel primo caso, sebbene vi siano nomi quali Amazon o McDonald's, aziende come Ford o General Motors sono quelle che guadagnano peso; più "classiche e lente", commenta l'esperta.