Arrivato il via libera della Consob al prospetto, l’istituto senese parte con un aumento da 3 miliardi di euro. A oggi solo due dei soci rilevanti, Axa e Alessandro Falciai, aderiscono all’offerta. Occhi puntati su Fondazione MPS, sulle cui mosse vige il
MPS ha ottenuto il via libera da parte della Consob sul prospetto dell’aumento di capitale da 3 miliardi di euro attraverso i quali la banca ha come obiettivo quello di rispettare i target di capitale ricevuti dalla BCE, ovvero rimborsare il miliardo residuo di aiuti di Stato e avviare il processo di consolidamento. La stessa banca ha fatto sapere che l’operazione partirà lunedì, precisando di aver ricevuto il nulla osta all’offerta in opzione delle nuove azioni a partire dal prossimo 25 maggio. I diritti di opzione, validi per la sottoscrizione delle nuove azioni MPS, saranno esercitabili, a pena di decadenza, dal 25 maggio 2015 al 12 giugno 2015 compresi. I diritti di opzione saranno inoltre negoziabili in Borsa dal 25 maggio 2015 all’8 giugno 2015 compresi.
Finora solo due dei soci rilevanti, il gruppo assicurativo francese Axa e il nuovo azionista Alessandro Falciai, hanno dichiarato la loro adesione all’offerta. Fréderic de Courtois, capo di Axa in Italia, ha fatto sapere, incontrato a margine di un convegno presso l’università Bocconi di due giorni fa: “confermo che sottoscriveremo pro-quota”. Axa è uno dei principali azionisti di MPS con una quota del 3,17%. Nessuna preferenza, invece sulla nazionalità dell’ipotetico partner destinato ad assorbire MPS. “Non abbiamo una visione su italiani o esteri. Quello che ci interessa è il progetto”, ha aggiunto il manager. Intanto c’è il nodo successione di Alessandro Profumo alla presidenza di MPS. “Resta Fabrizio Viola, professionista di cui ci fidiamo ma di certo dobbiamo individuare un nuovo presidente valido” ha concluso. Ora l’attenzione è puntata su come si comporterà Fondazione MPS, un tempo azionista di riferimento e oggi al 2,5% sindacato con il 4,5% di Fintech e il 2% di Btg Pactual. La Fondazione, per partecipare all’aumento, dovrebbe mettere sul tavolo 75 milioni circa. L’unica cosa certa è che qualunque decisione si prenda, dalla sottoscrizione integrale alle cessione di parte o di tutti i diritti, dovrà avere il beneplacito del MEF.