L’AD della neonata società di fondi alternativi di debito spiega a Funds People com’è nata l'idea, chi sono i soggetti coinvolti e quali saranno i primi passi una volta ottenuta l’autorizzazione da Banca d’Italia.
A breve le piccole e medie imprese italiane avranno dalla loro una nuova alleata per finanziare il proprio sviluppo. Manca solo l’ok di Banca d’Italia e Main Capital SGR potrà finalmente fare il suo ingresso nel panorama domestico della gestione di fondi alternativi di debito, forte di un progetto ambizioso e di un parterre eterogeneo di soci di prim’ordine che conferiscono grande solidità alla struttura della SGR.
“L’idea è nata a fine 2017”, spiega a Funds People Vincenzo Macaione, amministratore delegato di Main Capital SGR, 20 anni di esperienza nel settore dei non performing loans (è stato AD di Primus Capital Credit Management) e membro del Consiglio per le relazioni tra Italia e Stati Uniti presieduto da Sergio Marchionne. “Il progetto ha preso forma grazie al coinvolgimento del settore bancario, nello specifico di Invest Banca e di Cabel, società leader nei sistemi IT del banking in Italia, di un club deal di industriali provenienti da famiglie molto note e di altri professionisti e investitori privati”.
L’entità sarà presieduta da Nicola Rossi (ex presidente del consiglio di sorveglianza di BPM, ex capo dell’Ufficio Studi di Banca d’Italia ed ex componente del Consiglio tecnico scientifico del Ministero del Tesoro) e godrà di un respiro internazionale grazie alla partnership siglata con Credit Vision, società di punta nell’attribuzione rating e monitoring sui fondi alternativi europei, specialmente di lending e private debt.
Obiettivi e offerta
L’obiettivo di Main Capital SGR sarà promuovere veicoli alternativi di accesso al credito, complementari al sistema bancario. “Offriremo fondi di private debt e direct lending che investano nel debito di PMI italiane sane per supportarne lo sviluppo ma in piccola parte andremo anche a sostenere imprese in difficoltà, mediante sottoscrizioni di junior loan, ad esempio, e con l’aiuto di servicer italiani che possano coadiuvarci nella gestione del credito non performante”, spiega Macaione.
Secondo quanto rivela l’AD, sono più di 30.000 le aziende in Italia che hanno bisogno di alternative di lending e strumenti per finanziarsi. “Se da un lato è vero che i NPL si stanno riducendo, dall’altra le imprese non stanno beneficiando di tutta una serie di liquidità che le banche hanno e che non vengono dirottate verso le PMI”, commenta Macaione. “Il tema dell’economia reale è tornato alla ribalta anche grazie al successo riscosso dai Piani individuali di risparmio ma sono fiducioso che gli strumenti che offriremo avranno un impatto molto più immediato sul tessuto imprenditoriale domestico”, aggiunge.
Il Main Capital Fund I sarà la prima ‘creatura’ di casa ad approdare sul mercato per tale scopo, attraverso senior loan, senior bond e attività residuali come working capital e trade finance. Il fondo avrà un target di raccolta di 250 milioni di euro e a gestirlo sarà un altro acquisto di categoria messo a segno dalla società, il CIO Francesco Carobbi, professionista con 35 anni di esperienza britannica alle spalle (maturata in JP Morgan Chase, Bank of Tokyo e Oppenheim Europe), affiancato da un team di cinque analisti senior divisi tra Milano e Londra perché, come precisa l’AD, “il fondo potrà investire anche fuori dai confini nazionali, in società italiane che abbiano sede in Europa”.