Marsella (Generali AM): "Private Debt destinato a crescere nonostante le sfide di un contesto in evoluzione"

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Roberto Marsella, immagine concessa (Generali AM)

Anche nel 2025 gli investimenti alternativi continuano a crescere, con il private debt in primo piano. Gli asset gestiti in questo segmento, che ammontavano a 1,5 trilioni di dollari nel 2023, sono destinati a raggiungere 2,64 trilioni entro il 2029, secondo le previsioni di Preqin. In Europa, il private debt registrerà un tasso di crescita degli asset in gestione del 5,91% tra il 2023 e il 2029, un ritmo significativo, seppur inferiore all’8,44% previsto per il Nord America.

Secondo Roberto Marsella, Head of Private Assets di Generali Asset Management Il Private Debt continua a suscitare grande interesse tra gli investitori per una serie di motivi. "In primo luogo, questa asset class offre un rendimento a premio rispetto a investimenti più liquidi, in linea con la sua natura illiquida", spiega l'esperto. "Inoltre, presenta una minore volatilità rispetto agli strumenti liquidi e consente di costruire una decorrelazione con altre asset class, risultando così particolarmente interessante nell’ambito di un portafoglio diversificato", prosegue. "La stabilità dei rendimenti, unita a un certo grado di protezione contro l’inflazione e l’aumento dei tassi grazie alla componente variabile della remunerazione, lo rende uno strumento adatto per chi cerca performance a lungo termine", afferma.

I benefici per le assicurazioni e fondi pensione

Una delle caratteristiche che rendono il Private Debt particolarmente attraente per investitori istituzionali, come le compagnie assicurative e i fondi pensione, è la prevedibilità dei flussi di cassa. "A differenza di altre asset class come il private equity o il venture capital, il Private Debt garantisce un cash flow più stabile, in linea con le esigenze di chi deve far fronte a pagamenti periodici ai pensionati o agli assicurati", analizza Marsella. Per questo motivo, secondo il professionista, è ragionevole attendersi un’espansione della sua diffusione nei portafogli di investitori già attivi in questo settore, così come l’ingresso di nuovi soggetti, tra cui HNWI, Mass Affluent e, in prospettiva, anche Retail. "Parallelamente, è plausibile prevedere una crescita costante del mercato secondario del Private Debt, un fenomeno che sta guadagnando sempre più attenzione e che offrirà opportunità interessanti per chi conosce bene il settore", aggiunge.

Guardando all’Europa, il Private Debt sta vivendo una fase di crescita sostenuta, in linea con quanto avviene negli Stati Uniti. Anche in Italia, il mercato si sta espandendo in termini di dimensioni complessive, crescita dei singoli fondi, sofisticazione dell’offerta e numero di operatori. "Nonostante il calo dei tassi di interesse, gli investitori restano fiduciosi, poiché operano con un’ottica di lungo periodo e puntano sul premio di illiquidità che caratterizza questi investimenti rispetto ai titoli quotati", argomenta l'Head of Private Assets di Generali AM.

Prospettive positive nonostante l'incertezza

Guardando ai trend per il 2025, emergono alcune dinamiche chiave che potrebbero influenzare il settore. Le incertezze legate alle catene di fornitura, aggravate dalla situazione ancora instabile dei dazi, continuano a rappresentare una sfida per molte aziende. Allo stesso tempo, la rapida evoluzione dell’intelligenza artificiale sta generando cambiamenti significativi, portando alla dislocazione di alcuni settori e di alcune aziende all’interno di tali settori. "Tuttavia, per le aziende già in portafoglio, le prospettive restano positive: il recente calo dei tassi dovrebbe ridurre il peso del debito e facilitare il pagamento degli interessi, consentendo alle imprese di allocare in modo più efficiente le risorse finanziarie", dichiara Marsella.

Un settore in consolidamento

Nel complesso, l'esperto si aspetta una stabilità del premio per l’illiquidità a favore del Private Debt, sostenuto anche dal progressivo consolidamento del settore bancario tradizionale a livello globale. "A proposito di consolidamento, anche gli investitori istituzionali continuano ad orientarsi verso collaborazioni con un numero più ristretto di asset manager, a causa dei crescenti oneri amministrativi, normativi e di compliance", dice il responsabile dei Private Assets. "Il fundraising resta sfidante con un numero limitato di asset manager di grandi dimensioni che riesce ad attrarre una quota percentualmente crescente di capitali", osserva.

In definitiva, il Private Debt è destinato a proseguire il suo percorso di crescita, grazie alle sue caratteristiche distintive e al consolidamento del mercato. "Particolare attenzione è rivolta allo sviluppo del mercato secondario, che potrebbe rappresentare un’ulteriore opportunità di investimento nei prossimi anni", conclude Marsella.