Marshall (Federated Hermes): "Per il direct lending monitoriamo concorrenza e ESG"

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Patrick Marshall. Foto concessa (Federated Hermes)

Il mercato del private debt è sempre più vivace. Questo anche grazie alle riaperture dopo i periodi di prolungato confinamento e la campagna vaccinale che prosegue spedita. In Italia, come riportato a inizio mese da un osservatorio realizzato da AIFI di concerto con Deloitte i primi sei mesi dell'anno hanno fatto registrare un vero e proprio boom.

"I prestatori unitranche hanno cercato di riconquistare quote di mercato a scapito delle banche facendo concorrenza sulla struttura dei prestiti. Questi prestatori hanno proposto alcune formule estremamente aggressive, con casi di leva superiore a 7 in alcune transazioni, ma finora il loro successo è stato piuttosto contenuto. Ciò è principalmente dovuto al fatto che la maggior parte dei mutuatari, specie quelli attivi in settori non ciclici, rimangono concentrati più sul costo del prestito che sulla capacità di utilizzare la leva finanziaria. Tale considerazione potrebbe cambiare nel corso dell'anno, dato che le valutazioni delle imprese oggetto di acquisizione aumentano e gli azionisti cercano di migliorare i ritorni dei propri investimenti aumentando l'uso della leva finanziaria" spiega in esclusiva a FundsPeople Patrick Marshall, head of Private Debt per la divisione internazionale di Federated Hermes.

Aumenta il prezzo delle materie prime

Tra gli elementi da monitorare e che potrebbero rappresentare un rischio per il prossimo anno ci sono i prezzi delle materie prime e l'aumento della pressione sulle catena di approvvigionamento. "Nel segmento senior-secured, i rendimenti sono rimasti costanti, mentre stanno registrando una diminuzione marginale per quanto riguarda il settore unitranche. Tale movimento dovrebbe proseguire, dato che la concorrenza non si concentra sul prezzo ma sui termini del prestito. Un aumento dei default nel breve-medio termine potrebbe portare a un aumento dei rendimenti, anche se i default sono rimasti bassi fino a oggi" conferma Marshall.

le sfide della sostenibilità

Anche il settore del direct lending è stato investito da una onda verde. C'è da capirne la portata e le modalità con le quali la sostenibilità verrà applicata a questo specifico settore. "Alcuni hanno adottato un approccio ESG che premia i mutuatari con la riduzione degli interessi sui prestiti in caso di comportamenti virtuosi, mentre altri preferiscono un approccio più diretto, cioè quello di documentare i comportamenti richiesti per assicurarsi che i rischi ESG siano gestiti. Noi riteniamo che riduzioni da 5 a 15 punti base nei rendimenti dei prestiti – condizioni queste che abbiamo visto offerte da alcuni prestatori diretti - non garantiscano un miglioramento delle condotte sul fronte ESG. Per questo, noi preferiamo riportare i cambiamenti di condotta richiesti nella documentazione del prestito per assicurare che questi avvengano e che gli investitori siano protetti dai rischi ESG" ha specificato lo specialista di Federated Hermes.

Infine secondo Marshall, il mercato è sì molto vivace ma tutti i partecipanti sono consapevoli dell'incertezza e dei possibili rischi. "Continuiamo a vedere valore in Europa settentrionale, in un contesto favorevole ai creditori, nonostante le attuali incertezze relative alla possibile riduzione del sostegno governativo ai mutuatari, aspetto che potrebbe avere un impatto sulla qualità del credito. Allo stesso modo, i prestiti senior secured sono l'area chiave in un mercato che richiede disciplina nelle pratiche di prestito" conclude.