La società di gestione si aspetta un'accelerazione dei profitti in Europa, dato che le valutazioni sono più contenute rispetto alle altre aree geografiche, come gli Stati Uniti.
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Si è notato ovunque: a fine 2020 abbiamo assistito a una rotazione settoriale verso quei comparti più ciclici e value, come risposta a un ottimismo generalizzato grazie ai vaccini contro il Covid-19. Gli investitori, perciò, si sono adeguati velocemente alla nuova situazione, ribilanciando il portafoglio per fronteggiare questo nuovo scenario e intercettare le possibilità di rialzo attese nel corso del 2021. "A inizio anno, ci siamo, quindi, trovati ad analizzare strategie focalizzate maggiormente sul tema del re opening e quindi caratterizzate da una maggiore esposizione ai settori e alle aree geografiche più cicliche, per le quali abbiamo favorito la selezione di gestori attivi capaci di generare valore principalmente dallo stock picking, ossia da quelle idee idiosincratiche, non legate ad indici o a dinamiche di fondi passivi, dove l’expertise del gestore può fare la differenza", dice Chiara Mauri, head of Fund Research and Alternative Investments di Fideuram Asset Management SGR. Il focus, dunque, è stato principalmente su quei settori e su quelle aree geografiche, Europa in primis, ritenute in grado di meglio interpretare il tema del re opening. "Ancora oggi siamo sovrappesati sulle azioni rispetto alle obbligazioni e, in particolare, abbiamo un’opinione positiva sull’Europa, dove ci attendiamo un'accelerazione dei profitti e le valutazioni sono più contenute rispetto ad esempio agli USA”.
Nel corso del 2021, in termini di asset allocation, Fideuram ha mantenuto la preferenza per le azioni, supportate da politiche monetarie e fiscali accomodanti e da un contesto macroeconomico solido, con indici di attività quali i PMI in continua crescita, soprattutto negli Stati Uniti ed Europa e stabilmente sopra il livello di 50 ad indicare espansione. “Nei primi mesi dell’anno sono stati preferiti gestori flessibili su stili e capitalizzazioni, in grado di cogliere aspetti specifici legati alla riapertura delle economie mondiali. Oggi continuiamo a preferire le azioni, in particolare l’Europa, il Giappone e Paesi emergenti mentre siamo neutrali, già da febbraio, su Stati Uniti; nonostante i fondamentali solidi, l’America rappresenta, infatti, un’area meno ciclica rispetto ad altri Paesi e più sensibile all’andamento dei tassi d’interesse”, spiega l’esperta.
Tematici e sostenibili
L’investimento sostenibile si conferma un’area di interesse sempre crescente e la sua rilevanza è destinata ad aumentare negli anni avvenire. Per tale ragione Fideuram sta continuando a valutare nuove strategie che non avendo ancora track record consistenti necessitano di particolare profondità di analisi. “Rimane costante anche l’interesse per prodotti tematici e trend di medio lungo termine, quali ad esempio blockchain, space and exploration o le sfide dell’alimentazione sostenibile”, spiega Chiara Mauri.
“Se prendiamo ad esempio la crisi che abbiamo recentemente vissuto, indotta dalla pandemia di Coronavirus, alcuni degli asset di investimento che si sono comportati meglio sono i fondi tematici trainati da cambiamenti demografici, climatici o negli stili di vita, legati ad esempio al cloud computing, al lavoro da remoto, agli acquisti online e all’applicazione della tecnologia alla biologia e alla medicina”.
Analisi ESG
“In Fideuram AM SGR, contestualmente alla tradizionale analisi finanziaria, stiamo implementando, con il prezioso supporto del Team ESG & Strategic Activism, una parallela analisi di sostenibilità, svolta sia a livello di case di gestione che di singolo fondo. La metodologia sviluppata è interamente proprietaria e si propone di definire un modello scalabile ed efficiente che garantisca un’ampia copertura di analisi”, spiega. “La metodologia, basata su parametri quantitativi, ma soprattutto su un’analisi qualitativa approfondita, si focalizzerà inizialmente su quei fondi che, suscettibili di un’interpretazione più flessibile della normativa, possono celare rischi di green washing”.