Secondo Stefano Fossati, responsabile investimenti e advisory di Chebanca!, in ambito azionario, in questa fase, bisogna essere molto cauti nell’indicare le aree di maggiore interesse per il rischio di essere sconfessati dopo tre mesi per via di eventi negativi. “A livello geopolitico, ad esempio, considerati gli avvenimenti del 2022, non possiamo più dare nulla per scontato. Tuttavia, siamo moderatamente positivi e costruttivi nei confronti di questa asset class. Sicuramente il 2023 sarà un anno complicato e caratterizzato da una certa volatilità di fondo” prosegue, “ovvero da un movimento sostanzialmente laterale che può portare con sé anche delle buone opportunità. Valutiamo in maniera positiva il mercato azionario USA, basandoci anche sul nostro scenario base in cui non ci aspettiamo una recessione forte anzi, secondo la nostra view nei primi mesi del 2023 potrebbe non verificarsene alcuna. Il mercato azionario americano, inoltre, è caratterizzato da buoni utili, che ci aspettiamo possano essere mantenuti nel corso dell’anno” Il manager vede positivamente l’azionario giapponese, “che si è trovato e si trova ad affrontare situazioni totalmente diverse rispetto a Europa e Stati Uniti, e riteniamo continui a essere molto espansivo, come fatto finora. Al di là delle considerazioni negative legate ai possibili rischi, guardiamo con interesse anche la Cina”. Per quanto riguarda i settori da preferire, Fossati osserva: “con il giusto orizzonte temporale, ci piace la tecnologia, seppur in modo selettivo dato che le aziende tecnologiche sono state ampiamente penalizzate dall’aumento dei tassi e dalle basse quotazioni, per via degli enormi investimenti necessari sia per migliorare la produttività, sia per facilitare la transizione energetica. Siamo invece convinti che il portafoglio diversificato 50/50 tornerà a ‘funzionare’, complice il ritorno di buoni rendimenti sulla componente obbligazionaria. Sebbene sia giusto guardare alle singole aree e settori, gran parte della performance nel 2023 proverrà da un portafoglio ben strutturato e diversificato. Infine, a nostro avviso, l’alpha continuerà a essere fondamentale, anche in ottica di sostenibilità dove la capacità di essere veramente selettivi e fare valutazioni proteggerà dal rischio di greenwashing”.
1/4