Gli asset manager internazionali si interrogano sulle possibili conseguenze di una diffusione della variante Delta. A soffrire di più potrebbero essere le economie emergenti.
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Una nuvola all’orizzonte minaccia la ripresa economica. È la diffusione della variante Delta del Covid-19. Nel Regno Unito, ogni giorno i nuovi casi aumentano e gli ultimi dati mostrano 16.000 casi confermati su una media mobile di sette giorni rispetto a poco più di 3.000 a fine maggio. Siamo di certo lontani dal picco dello scorso gennaio ma i timori da parte degli investitori non si sono fatti attendere.
CONSEGUENZE PER GLI INVESTITORI OBBLIGAZIONARI
Il posizionamento sui tassi e le curve dei rendimenti globali tra i diversi Paesi è molto netto e apparentemente frutto delle differenze che caratterizzano le politiche di contenimento della pandemia rispetto ai piani di immunizzazione. Secondo quanto riporta il bond bulletin settimanale di J.P Morgan Asset Management, gli investitori mantengono un sottopeso in Stati Uniti, Regno Unito, Germania e Canada e continuano a essere sovraesposti verso Giappone e Australia dove i tassi di vaccinazione sono bassi. Negli Stati Uniti, la recente svolta restrittiva della Federal Reserve ha reso maggiormente sensibile ai dati il segmento più a breve termine della curva dei rendimenti. "Privilegiamo ancora i titoli più remunerativi e abbiamo aspettative per un il decennale statunitense che segnerà quasi il 2% a fine anno. Tuttavia, siamo consci che un rialzo dei rendimenti potrebbe creare difficoltà a Paesi con bassi tassi di immunizzazione, che stanno ripristinando misure di lockdown" spiega il team Global Fixed Income, Currency and Commodities Group e prosegue spiegando che “all’interno dei portafogli, siamo meno esposti alla duration e siamo in sovrappeso su quelle valute dove il quadro delle politiche si avvia verso una normalizzazione”.
EMERGENTI ALLE PRESE CON IL VACCINO
Se i paesi sviluppati sembrano sulla buona strada per quanto concerne il piano di vaccinazione a soffrire di più sono ancora le economie emergenti. Secondo una recente ricerca di Goldman Sachs gli esperti si aspettano solo un modesto freno alla crescita dalla variante Delta in Paesi con alti tassi di vaccinazione e strategie di contenimento che implicano restrizioni e questa ondata di infezione dovrebbe rimanere più limitata rispetto alle passate anche se le infezioni aumentano sostanzialmente. Ma l'ampia variazione nelle quote di vaccinazione a livello globale suggerisce un rischio maggiore per i paesi con bassi tassi di vaccinazione. "Detto questo, pensiamo che un continuo miglioramento delle prospettive di vaccinazione globale, specialmente nelle economie emergenti, dovrebbe compensare all'incirca la resistenza della variante Delta in molti di questi paesi più vulnerabili. Infatti, ci aspettiamo che il 50% della popolazione globale abbia ricevuto una prima dose entro novembre, e vediamo molto più veloce e vediamo tempi di vaccinazione molto più rapidi in Russia, India e gran parte del sud-est asiatico. Per questo motivo, noi rimaniamo relativamente ottimisti sulla crescita dell'EM, nonostante i rischi della variante Delta” proseguono.
Ripresa solida
La strada della ripresa però non sembra essere messa in discussione anche grazie all’esperienza maturata in questi mesi a livello globale in termini di contenimento della pandemia. "In questo contesto, continuiamo a privilegiare gli asset di rischio nelle nostre asset allocation globali. Tuttavia, gli investitori che vogliono implementare coperture di portafoglio nell'eventualità di uno scenario di rischio in cui ci sia una mutazione resistente al vaccino, le strategie di diversificazioni possono essere efficaci. Il VIX, che misura la volatilità, continua a registrare i suoi livelli più bassi dall'inizio della della pandemia, gli investitori hanno l'opportunità di proteggere i rendimenti comprando put spread su un indici azionario a livelli affidabili. Nei mercati valutari, ci aspettiamo che il nostro scenario di base circa una forte ripresa macroeconomica si tradurrà in un miglioramento delle prospettive per l'Europa e in un moderato indebolimento del dollaro USA. Se questa ripresa dovesse bloccarsi a causa di nuove misure di contenimento, la valuta statunitense si rafforzerebbe poiché gli investitori cercherebbero un rifugio dal rischio e creerebbe un vento contrario per l'euro” conclude Stéphane Monier, chief investment officer di Banque Lombard Odier & Cie SA.