Micro-cap europee, sfatare alcuni bias per liberarne il potenziale

Augustin Lecoq News
Augustin Lecoq, immagine concessa (Mandarine Gestion)

Un universo altamente diversificato di molteplici aziende innovative, con alti tassi di crescita e spesso poco conosciute. Queste le caratteristiche chiave dell’asset class delle micro-cap europee, segmento di mercato in cui investe la strategia Mandarine Europe Microcap di Mandarine Gestion, società francese di gestione indipendente specializzata in portafogli azionari, che in Italia è rappresentata dal distributore di terze parti Selinca. Per il fatto di essere un comparto meno esplorato rispetto alle ‘classiche’ large-cap, tra gli investitori persistono alcuni pregiudizi su questa tipologia di investimenti. “Si tende a pensare che la volatilità e il rischio associati alle micro-cap siano più alti che per le altre asset class azionarie”, osserva il gestore del fondo Augustin Lecoq in un’intervista a FundsPeople. “Non è così nel caso di un portafoglio ben diversificato”, spiega. “La correlazione tra i singoli titoli che compongono l’indice MSCI Europe Microcap è inferiore rispetto a quella tra i titoli dell’MSCI Europe. Ciò fornisce una naturale diversificazione del comparto”, continua il gestore. “Prendiamo ad esempio la correlazione ai tassi. Ad una loro variazione, le large-cap saliranno o scenderanno in blocco e contemporaneamente, mentre è diverso per le micro-cap, il cui andamento è maggiormente legato alle buone o cattive notizie della singola azienda”, dice. Di conseguenza, secondo l’esperto, la diversificazione del comparto e la sua minor correlazione alle variabili marco economiche lo rendono, contrariamente a quanto si possa pensare, meno volatile nel lungo periodo rispetto all’MSCI Europe. “Inoltre, un altro fattore positivo è che l’MSCI Europe Micro Cap ha una crescita redditizia di due volte superiore a quella dell’MSCI Europe. E ciò fa sì che sul lungo termine la micro-cap tendano a sovraperformare le large-cap”, spiega.

Un universo diversificato

Le micro-cap, società con una capitalizzazione di mercato tra i 50 e i 500 milioni di euro, quotate a livello globale sono oltre 28 mila, pari al 50% delle società presenti sui listini del mondo. Solo in Europa se ne contano circa 5.000. Il processo di investimento e la selezione delle aziende del fondo si articola in quattro momenti. Il primo è un filtro di liquidità che individua i titoli con più di 100 mila euro di scambi giornalieri. Si passa poi a un filtro di esclusione ESG che rispetta i parametri del label SRI del governo francese, che il fondo ha ottenuto nel 2019. “Il nostro obiettivo è di avere un impatto positivo. Per noi l’engagement è fondamentale per incoraggiare le aziende a migliorare sotto il profilo ESG, con un accrescimento della loro consapevolezza su queste tematiche e della trasparenza verso gli investitori”, spiega. Il terzo step del processo di investimento si avvale di un tool di analisi quantitativa che fornisce al team di gestione dei rating sui titoli in base a tassi di crescita, valutazioni, qualità, momentum e sentiment di mercato. Infine, l’ultimo passo è un’analisi fondamentale del rischio che da luogo a un portafoglio di 160/200 titoli. “Per le micro-cap la gestione attiva fa la differenza. Questo mercato presenta delle inefficienze maggiori rispetto a quello delle large-cap, e le disparità di performance tra i diversi titoli possono essere significative”, spiega Lecoq.

Aziende in portafoglio

Tra le società presenti in portafoglio vi sono la tedesca EnviTec Biogas che si occupa della costruzione di impianti di biogas e che ha recentemente beneficiato della necessità dei Paesi di ridurre la dipendenza energetica dalla Russia in seguito allo scoppio della guerra. Prodways è uno specialista in macchinari per la stampa 3D che offre soluzioni per protesi dentali, ottica e gioielleria. Vi è anche l’italiana PharmaNutra, un gruppo con sede a Pisa attivo nel settore farmaceutico con specializzazione nei complementi nutrizionali. Altri esempi sono l’azienda inglese di self storage Lok’nStore e lo sviluppatore di pannelli solari tedesco 7C Solarparken. “Nella costruzione del portafoglio non abbiamo bias in termini geografici o settoriali”, osserva Lecoq. “Siamo gestori con uno stile GARP (Growth At a Reasonable Price). Cerchiamo di battere il mercato ogni anno indipendentemente dal ciclo economico”, dice.

Microcap vs private equity

Secondo Lecoq, l’investimento in micro-cap condivide con il private equity la capacità di finanziare l'economia reale, investendo in aziende innovative spesso operanti in nicchie di mercato. Ma nell’attuale contesto, rispetto a questo tipo di investimenti dei mercati privati le micro-cap presentano dei vantaggi. “Di norma per il premio di liquidità le valutazioni dei titoli quotati sono più elevate rispetto a quelle del private equity. Ma come conseguenza del boom dei mercati privati degli ultimi anni questo gap si è assottigliato”, osserva. Inoltre, secondo Lecoq, i rendimenti del private equity dovrebbero esser maggiormente esposti al rialzo dei tassi rispetto a quelli delle micro-cap. “Spesso le performance del private equity dipendono da alti livelli di leva finanziaria. In un contesto in cui il costo del denaro aumenta potrebbero risentirne”, conclude.