Secondo l'indagine di CFA Institute, la nuova normativa ha portato maggiore trasparenza e competizione nei servizi di ricerca finanziaria, ma anche una riduzione nei budget e tagli tra gli analisti.
CFA Institute, l'associazione globale dei professionisti degli investimenti, ha pubblicato i risultati di una nuova indagine effettuata tra circa 500 gestori, analisti e altri professionisti europei che rivela l'impatto della MiFID II sul costo, la qualità e la copertura della ricerca sugli investimenti. Nell'anno successivo all'introduzione di MiFID II, il settore dei servizi di ricerca finanziaria ha subito un forte cambiamento con l’introduzione del cosiddetto unbundling, con i gestori che hanno dovuto ricalibrare le proprie esigenze nell'ambito del nuovo regime. Questa nuova ricerca di CFA Institute offre la prima prospettiva europea sull’impatto di MiFID II da parte dei professionisti degli investimenti che lavorano sia sul lato della gestione di portafoglio (buy-side) che sul lato delle vendite (sell-side).
I risultati del sondaggio di CFA Institute rivelano diversi inconvenienti portati dall’introduzione di MiFID II. In particolare, sembra esserci un beneficio per gli asset manager più grandi, perché il costo diretto della ricerca va ad intaccare i margini di profitto. Il report evidenzia inoltre i seguenti punti:
- I produttori indipendenti non hanno beneficiato dall’introduzione di MiFID II, in quanto un mercato dei servizi di ricerca più competitivo spinge verso la riduzione del numero di fornitori utilizzati; il 57 percento degli intervistati sul lato buy-side segnala di aver ridotto l’utilizzo della ricerca delle banche d'investimento rispetto a pre-MiFID II.
- I budget per la ricerca sono stati ridimensionati (in media di oltre 6%), con le imprese più grandi che hanno effettuato le maggiori riduzioni di budget.
- I professionisti del buy-side ritengono che la qualità della ricerca sia rimasta invariata, mentre gli intervistati sul lato sell-side sono generalmente più pessimisti, con il 44% che crede che la qualità sia complessivamente diminuita. Significativamente, la maggioranza relativa degli intervistati (44%) ritiene che la qualità della ricerca sui titoli small e mid-cap si sia deteriorata. Meno del 10% degli intervistati ritiene che la qualità sia invece aumentata.
- Gli intervistati dal lato sell-side percepiscono che ci sia stata una riduzione nel numero degli analisti, un elemento citato dal 54% di loro.
- Nel complesso, tuttavia, gli intervistati ritengono che il mercato della ricerca sia più competitivo, un’opinione espressa dal 39% di loro, rispetto al 25% che ritiene che il mercato della ricerca sia meno competitivo.
"MiFID II ha portato trasparenza e competizione nel settore dei servizi di ricerca sugli investimenti. Ma dal momento che i gestori di fondi hanno per la maggior parte assorbito in maniera diretta i costi, abbiamo assistito ad una notevole riduzione dei budget di spesa che sta causando uno scossone tra i fornitori di tali servizi", ha dichiarato Rhodri Preece, CFA, head of industry research, CFA Institute. "Chi produce e vende i propri servizi di ricerca (sia all’interno di banche che indipendenti) ha dovuto adattarsi a cambiamenti profondi nel proprio business model, che si è tradotto in una minore copertura del mercato, in particolare per le azioni di piccola e media capitalizzazione, e minori posti per gli analisti del sell-side".
“Questo report rappresenta un esempio di come sia possibile fare leva su di un network globale di oltre 150.000 professionisti CFA, per poter fotografare in maniera precisa come le evoluzioni in atto nel mercato stiano modificando il modo in cui gli investitori professionali operano e in quale direzione la nostra industria si muoverà nei prossimi anni,” ha commentato Giancarlo Sandrin, CFA, presidente, CFA Society Italy.