Chi si attendeva un rapido declino dell’industria dei minibond in Italia è stato smentito dai numeri. La raccolta totale effettuata nel 2017 attraverso questi strumenti è stata di 5,5 miliardi di euro, di cui quasi 1,4 miliardi verso le PMI.
Chi si attendeva un rapido declino dell’industria dei minibond in Italia è stato smentito dai numeri. Stando ai dati dell'ultimo report dell'Osservatorio minibond del Politecnico di Milano la raccolta totale effettuata nel 2017 attraverso questi strumenti è stata di 5,5 miliardi di euro, di cui quasi 1,4 miliardi verso le PMI. Sono ben 105 le imprese italiane, in gran parte PMI, che per la prima volta hanno raccolto capitale di debito attraverso il mercato mobiliare con emissioni inferiori a 500 milioni di euro, opportunità fino a qualche anno fa appannaggio praticamente esclusivo delle grandi imprese e delle società quotate in Borsa. Le emissioni di minibond censite dall’Osservatorio durante l’anno 2017 risultano essere 170, di cui 147 sotto 50 milioni. Nel corso dell’anno precedente, si erano registrate invece 110 emissioni (di cui 94 sotto i 50 milioni). Si conferma quindi la continua crescita del mercato. A partire dal 2012 il campione complessivo è di 467 collocamenti, di cui 398 sotto 50 milioni di euro.
La mappa degli investitori nei minibond nel 2017
I sottoscrittori tipici delle emissioni di minibond (sotto i 50 milioni di euro) sono gli fondi aperti e chiusi, fondi alternativi, fondi pensione, banche, assicurazioni, SIM, casse previdenziali, finanziarie regionali e fondazioni. I fondi chiusi di private debt italiani perdono la leadership con una quota del 24%, in riduzione rispetto all’anno scorso. Risulta quasi azzerato il contributo delle assicurazioni (3%), per il motivo che nel 2017 hanno investito quasi esclusivamente in emissioni sopra € 50 milioni. Sono stabili invece i soggetti tradizionali del wealth management, ovvero SGR e SIM italiane che gestiscono fondi aperti e patrimoni individuali con il 12% del mercato, e la Banca Europea degli Investimenti (BEI).
Gli investitori esteri (ovvero fondi e gestori che hanno sede fuori dall’Italia) anche nel 2017 portano un contributo non trascurabile e si posizionano in vetta alla classifica, con il 25% del totale, soprattutto grazie alle emissioni più vicine alla soglia di 50 milioni.
I principali investimenti sottoscritti nel 2017 dai fondi chiusi di private debt nei mini-bond.