Una partecipazione ridotta al mercato del lavoro determina la minore adesione della popolazione femminile alla previdenza complementare. Non solo: a questo si somma l’effetto di un divario salariale con i colleghi maschi, e carriere più discontinue che rendono “meno agevole l’accumulazione di contributi per finalità previdenziali sia nel primo che nel secondo pilastro”. Il tema è conosciuto. Tuttavia la cornice in cui la situazione previdenziale delle donne italiane è dibattuta ha un elemento da sottolineare: la Commissione parlamentare sul femminicidio, nonché su ogni forma di violenza di genere. E il gap previdenziale di genere è portato all’attenzione dei membri della commissione bicamerale da Mario Pepe, presidente di Covip, fresco di insediamento (17 aprile scorso) alla guida della Commissione di vigilanza sui fondi pensione nell’audizione dello scorso 13 maggio.
Minore adesione femminile alla previdenza complementare? Anche questa è violenza di genere

Beth MacDonald, Unsplash
Questo è un articolo riservato agli utenti FundsPeople. Se sei già registrato, accedi tramite il pulsante Login. Se non hai ancora un account, ti invitiamo a registrarti per scoprire tutti i contenuti che FundsPeople ha da offrire.