Un confronto tra David Basola, head of Southern Europe di Mirabaud AM e Fabio Sofia, co-fondatore di Zebra Impact Ventures in occasione di un evento dedicato alla stampa finanziaria tenutosi a Milano.
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Una rivoluzione che parta anche da quello che mangiamo e, quindi, da come questo viene prodotto. Alcuni dati per inquadrare il futuro di un settore quale quello agroalimentare. Questi sistemi sono responsabili del 31% delle emissioni di gas serra, dell’80% della deforestazione e rappresentano la causa principale della perdita di biodiversità (70%) e del consumo delle acque dolci (70%). Guardando in Europa, le pratiche di gestione non sostenibili hanno determinato il depauperamento del 60% -70% dei terreni agricoli.
È necessario adottare pratiche agricole rigenerative al fine di limitare i danni che provocano nell’ambiente, fornire a una popolazione in crescita una dieta sostenibile e ridurre le emissioni di gas serra di circa il 67 per cento. A illustrare questo quadro non particolarmente rassicurante sono stati David Basola, head of Southern Europe di Mirabaud AM e Fabio Sofia, co-fondatore di Zebra Impact Ventures a un evento dedicato alla stampa finanziaria tenutosi a Milano.
Come noto però, laddove emergono dei problemi rilevanti, si possono intravedere anche delle opportunità. Secondo le stime di AgFunder, infatti, l’agritech è un mercato destinato a raggiungere i 700 miliardi di dollari entro il 2030, con un tasso annuo di crescita composto del 29,1 per cento.
I settori sotto la lente
Le due società che hanno unito le forze e assieme hanno identificato tre settori con un elevato potenziale:
- L’agricoltura di precisione: attraverso l’applicazione delle tecnologie 4.0 (che vanno dall'IoT ai droni all'IA) è possibile rendere i processi agricoli e di acquacoltura più efficienti in termini di impiego delle risorse, uso di pesticidi, emissioni di anidride carbonica e produttività. In quest’area, vediamo opportunità interessanti nel novel farming che comprende coltivazione indoor in serre hi-tech e fattorie verticali, allevamento di insetti, produzione di frutti di mare e alghe; nelle biotecnologie agricole (ag biotech); nelle soluzioni per la cattura dell’anidride carbonica tra cui l’agricoltura rigenerativa per ricostruire il materiale organico del suolo e migliorare il ciclo dell’acqua, utilizzando la fotosintesi; il miglioramento genetico dei raccolti; le colture di copertura; la cattura diretta dell’aria; l’imboschimento.
- Alimentazione alternativa: punta a offrire ai consumatori alimenti innovativi che non richiedono ingredienti animali coltivati tradizionalmente per la loro produzione. L’obiettivo è collegare il microbioma umano e quello del suolo. Le alternative consistono in sostituti della carne o dei latticini a base di piante/insetti o alghe e nella fermentazione di precisione.
- Riciclo e circolarità: garantiscono che gli alimenti non vadano sprecati durante l'intero ciclo di vita. La riduzione degli sprechi alimentari può portare a una maggiore efficienza operativa, dall'approvvigionamento allo stoccaggio, fino alla distribuzione di prodotti alimentari più duraturi.
La partnership
"Il corporate venture capital si sta affermando come la forma preferita di investimento per accedere alle opportunità offerte dall’agritech. Secondo AgFunder, nonostante gli ostacoli a livello macroeconomico emersi nel 2022, il trend di finanziamento di imprese altamente innovative in campo alimentare è solido (AgFunder 2023)”, ha commentato Basola.
Proprio per cogliere queste le opportunità offerte dal settore, Mirabaud ha deciso di avviare una partnership con Zebra Impact Ventures che metterà a disposizione degli investitori una strategia innovativa di venture capital diretta a contribuire alla trasformazione dei sistemi alimentari globali. "Questa iniziativa ci permette inoltre di proseguire e ampliare la nostra offerta distintiva sui mercati privati. Questa collaborazione risponde pienamente alla nostra strategia di medio periodo verso i private assets: selezioniamo soggetti che dispongono della cultura e dell’expertise per intraprendere partnership di successo", prosegue l'esperto.
La strategia, classificata come Art.9 ex SFDR, ha un focus su 20-25 società naturtech principalmente europee, con un'allocazione indicativa del 70% verso la fase di crescita (serie B) trattandosi di aziende che hanno già consolidato la loro tecnologia, registrato un trend positivo nei ricavi e con un riscontro commerciale già positivo. Il restante 30% circa andrà indirizzato verso imprese più recenti (di tipo Serie A+) che offrano soluzioni fortemente innovative. Il target di raccolta indicativo è di 125 milioni.
"Abbiamo individuato quattro società attive in questi ambiti che riteniamo particolarmente interessanti come Pachama opera nel mercato di carbon credit, BettaF!sh propone un nuovo modello agricolo in risposta alla sovrapesca, Koa Impact che sta trasformando la produzione di cacao riciclando la parte del frutto che tradizionalmente viene gettata via, CleanGreens sviluppa un sistema aeroponico basato su tecnologia ad alta pressione progettato per le serre, adatto a diverse specie di verdure a foglia ed erbe aromatiche", conclude Sofia.