Alberto Mari, gestore del fondo Credit Suisse (LUX) Italy Equity, spiega come affrontare il mercato azionario italiano nel nuovo anno.
Credit Suisse (LUX) Italy Equity è un fondo PIR compliant che può investire in tutte le società italiane senza limiti di capitalizzazione. “Guardiamo tutto il listino per poter cogliere tutte le occasioni che ci offre il mercato in un determinato momento”, spiega Alberto Mari, gestore di Credit Suisse Italia.
I titoli vengono selezionati sulla base di un’analisi fondamentale che combina un approccio value e momentum. “Questo stile di gestione ci permette di mantenere sempre un atteggiamento high conviction sulle società che selezioniamo, senza dimenticare le valutazioni che il mercato sta prezzando”, spiega il gestore. “Per quanto riguarda le valutazioni bottom up, oltre alla ricerca fatta a Milano, condividiamo idee e analisi con la capogruppo di Zurigo. Attraverso un nostro indicatore proprietario, ci concentriamo soprattutto sulla valutazione del cash flow. Studiamo quindi quali possono essere i possibili impatti dell’andamento del ciclo economico sui flussi di cassa delle singole aziende”.
Portafoglio
Il fondo ha un discreto turnover di portafoglio, circa due rotazioni all’anno per poter sfruttare le occasioni che si presentano. Inoltre, il prodotto ha un’alta concentrazione sui titoli (circa 50-55 società). “Investiamo solo in aziende che conosciamo bene".
Perché investire in small mid cap
La flessibilità della gestione permette al portfolio manager di aumentare o diminuire l’esposizione dell’investimento. L’idea è avere un prodotto che possa fare bene in tutte le stagioni. “Nonostante il rally del 2019 sul listino italiano, che è cresciuto quasi del 25% in media, il mercato sta sicuramente scontando determinati temi come la maggiore positività sul ciclo e l’ampia generosità delle banche centrali”, spiega il gestore. “Per questo motivo a cavallo tra settembre e ottobre abbiamo diminuito l’esposizione alle large cap. Al contrario, abbiamo aumentato l’esposizione alle small mid cap passando da 21 società in portafoglio a 36”, spiega Mari. È stata aumentata anche la diversificazione di portafoglio passando da 50 titoli a 63 per ridurre la volatilità implicita importata dalle società con più bassa capitalizzazione.
“Inoltre vediamo tre catalist che favoriranno la crescita di queste società: prima fra tutte la nuova regolamentazione sui PIR che permetterà maggiore fiducia in questi prodotti. La seconda riguarda le basse valutazioni del settore che presentano ottime opportunità di entrata. Ultima, ma non per importanza un aumento dei flussi su questi prodotti che avrà un effetto positivo sul mercato delle small mid cap”, conclude l’esperto.