MoneyFarm fa un passo avanti da 16 milioni di euro

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immagine ceduta dall'entità

Significativo passo avanti nel percorso di sviluppo di MoneyFarm – la società di consulenza finanziaria indipendente che opera online, fondata nel 2011 da Paolo Galvani e Giovanni Daprà - che riceve un investimento record (per l’Italia) di 16 milioni di euro dal fondo inglese Cabot Square Capital e da United Ventures. L’operazione ha già ricevuto l’approvazione da parte di Banca d’Italia e dell’FCA (l’authority britannica). I fondi ricevuti da MoneyFarm con questa operazione serviranno a finanziare il percorso di sviluppo della società che continua a veder crescere i clienti italiani di oltre il 20% mese su mese. Il management, oltre al consolidamento della leadership sul mercato italiano tramite il potenziamento dell’acquisizione clienti e l’innovazione di prodotto, si concentrerà nello sviluppo della propria presenza a livello internazionale. L’obiettivo della società è quello di diventare nei prossimi 5 anni leader europeo dei servizi di digital wealth management continuando a unire tecnologia, innovazione ed esperienza nella gestione del risparmio per offrire soluzioni d’investimento trasparenti, semplici ed efficienti.

 Le dimensioni raggiunte con l’aumento di capitale permettono a MoneyFarm, e all’Italia, di inserirsi con maggiore incisività nell’effervescente mercato internazionale del FinTech e in particolare nel wealth management, un comparto in piena esplosione che non solo sposa la finanza alla tecnologia ma ha creato un nuovo modo di concepire il business. Una recente ricerca di Citigroup ha stimato che entro il 2025 il settore arriverà ad amministrare oltre 5.000 miliardi di dollari di asset under management garantendo ai propri clienti una gestione del patrimonio automatizzata e più efficiente. Il successo di questi servizi sta inoltre attirando l’attenzione dei maggiori venture capitalist internazionali tanto che a livello globale gli investimenti nelle startup FinTech sono triplicati tra il 2013 e il 2014, balzando da 4 a oltre 12 miliardi di dollari (+201% contro una crescita media del 63% degli altri investimenti a livello globale). L’Europa è la regione che ha registrato la crescita più consistente di investimenti (+215%) nel 2014.
 
“Siamo particolarmente orgogliosi di aver ottenuto un così importante finanziamento che ci sosterrà nei nostri ambiziosi piani di sviluppo futuro. - hanno dichiarato i fondatori di MoneyFarm, Paolo Galvani e Giovanni Daprà - La fiducia data a MoneyFarm da un fondo londinese, “mecca” europea del FinTech, è testimonianza del crescente interesse da parte di operatori esteri e del fermento in atto nel settore. Siamo pronti e motivati ad affrontare i prossimi importanti passi: ulteriore consolidamento del mercato italiano e la scalata alla leadership europea tenendo bene a mente la nostra storia e soprattutto le migliaia di clienti che ci hanno sostenuto fino ad oggi". James Clark, partner di Cabot Square Capital, ha dichiarato: “Il management di MoneyFarm ha la visione chiara di come utilizzare la tecnologia per cambiare radicalmente l’approccio degli investitori all’industria del risparmio gestito. Unire l’innovazione a una forte etica nella gestione dei clienti ha permesso loro di costruire solide, trasparenti e durature relazioni con i propri clienti. Siamo particolarmente impressionati dalla profondità del servizio offerto da MoneyFarm ai sui clienti unendo la costruzione del portafoglio, l’esecuzione degli ordini, i ribilanciamenti in corso d’opera e la consulenza personalizzata. Il team ha dimostrato la capacità di MoneyFarm di poter costruire un business sostenibile e in costante crescita per il mercato Italiano e siamo entusiasti di supportarli nella realizzazione di un servizio altrettanto qualificato e di alto livello per il mercato britannico.”

 
“MoneyFarm sta confermando il nostro impegno a sostenere imprenditori italiani con ambizioni globali. Siamo orgogliosi di essere stati i primi a sostenere la società nello sviluppo in Italia e di essere ancora i primi a spingerla verso i mercati europei", conclude Paolo Gesess di United Ventures: