MPS è la banca preferita dai fondi speculativi

cioccolata

Le banche italiane, in base all’indice Ftse Italia Banche, hanno perso a un anno, tra il referendum Brexit e le folli oscillazioni dovute alla cattiva qualità del credito, il 58,64%, a sei mesi il 54,22% e a un mese il 29,04%. Ribassi mostruosi che vanno ricercati nella forte speculazione che c’è sulle banche italiane, in primis da parte degli hedge fund, nella generale volatilità delle borse e nella maggiore vulnerabilità del mercato. I cali, infatti, sono amplificati dalle tante posizioni short aperte in questi mesi da parte di grandi investitori internazionali che vedono nelle banche italiane interessanti opportunità di profitto, date le valutazioni a sconto. Del resto, si sa, lo short selling è lo strumento ideale per ottenere un profitto in un mercato ribassista anche se, soprattutto negli ultimi anni, ha contribuito non poco al crollo dei prezzi.

Riuscire a mappare bene questi movimenti non è facile perché la direttiva europea Trasparency (recepita da Consob nel 2012) permette ai gestori di avvalersi dell’esenzione dall’obbligo di comunicare partecipazioni tra il 2 e il 5% del capitale. Ma se si guarda ai dati Consob e Bloomberg qualcosa viene fuori. MPS, per esempio, è al primo posto delle preferenze per i fondi speculativi: si stimano posizioni corte pari oltre il 5% del capitale. Nel dopo Brexit un soggetto molto attivo è stato Marshall Wace, con uno short di oltre 45 milioni di azioni (pari all’1,56% del capitale). Mentre Lansdowne Partners, l’hedge fund londinese che negli anni della crisi ha scommesso contro le banche inglesi, da Northern Rock a Barclays, negli ultimi giorni il fondo è andato short su MPS e la sua posizione complessiva ammonta a oltre 18 milioni di azioni, pari allo 0,62% del capitale. Oltre a MPS, c’è anche UniCredit, su cui Lansdowne Partners ha una posizione short di quasi 75 mila azioni, pari all’1,2% del capitale. Sempre dall’Inghilterra anche Oxford Asset Management sta shortando MPS. Attualmente titolare di una posizione corta di oltre 20 milioni di azioni, pari allo 0,69% del capitale della banca senese, nell’ultimo anno ha scommesso contro aziende quali Ubi Banca, Carige.

Anche dagli USA succede la stessa cosa. Aqr Capital Management sta ad esempio scommettendo contro Ubi Banca con una posizione corta di oltre 13 milioni di azioni, pari all’1,48% del capitale del gruppo lombardo. E ancora, De Shaw & Co ha puntato sulla Popolare di Milano. Secondo Bloomberg, lo scorso 28 giugno questo hedge fund newyorchese avrebbe aperto una posizione short da 27 milioni di titoli pari allo 0,63% del capitale di Piazza Meda. De Shaw & Co è stato fondato nel 1988 da David Shaw, un ex professore di scienze informatiche alla Columbia University. Grazie ai suoi algoritmi è stato uno dei pochi investitori speculativi a non perdere soldi nel 2015 e, non a caso, Fortune lo ha definito “una delle più intriganti e misteriose forze di Wall Street”. Dopo l’aumento di capitale da un miliardo si è invece placata la pressione speculativa sul Banco Popolare, che all’inizio di giugno era finito nel mirino di hedge come Jane Street Group, Momentum Alternative Investments e Susquehanna International Group.