Si compiono le travagliate vicende di Piazza Salimbeni. Dopo la perdita da 5,3 mld, il ministero dell’Economia entrerà nel capitale della banca. Il calendario finanziario prevede che il cda esamini il progetto di bilancio il prossimo 4 marzo.
Dopo la macroscopica perdita netta di esercizio di 5,34 miliardi di euro approvata negli schemi di bilancio 2014, MPS apre il capitale a via Venti Settembre. Lo prevede un tecnicismo del contratto dei cosiddetti Monti bond, il prestito di Stato da 4,07 miliardi (di cui 1,07 miliardi ancora in portafoglio) ottenuto nel 2013. Alla luce del rosso di bilancio, il pagamento degli interessi maturati sul 2014, pari a 243 milioni di euro, dovrà infatti essere corrisposto in azioni e questo, considerati gli attuali valori di borsa, dovrebbe portare il Tesoro al 10% della banca. Lo scorso anno il Monte evitò questa circostanza emettendo nuovi Monti Bond ma oggi una strada di questo genere non è più percorribile. Secondo stime di mercato, sulla base della capitalizzazione attuale il Tesoro avrebbe un 10% circa, mentre post aumento di capitale da 3 miliardi, che la banca farà entro il secondo trimestre, questa quota potrebbe diluirsi attorno al 5%.
Lo scorso anno MPS aveva potuto godere della clausola del contratto che prevedeva la facoltà che la banca scegliesse di pagare la cedola, anche in caso di perdita di esercizio, non in azioni ma attraverso l'emissione di nuovi Monti bond poi ripagati al Tesoro con l'aumento da 5 miliardi fatto lo scorso anno. In Italia il comparto bancario continua a far la parte del leone. A Piazza Affari ieri la notizia ha messo l’acceleratore alle azioni che durante il giorno sono arrivate a guadagnare l’8,5% a 0,46 euro e ha chiuso la giornata a +13%. Il calendario finanziario prevede che il consiglio di amministrazione esamini il progetto di bilancio il prossimo 4 marzo.