A poche settimane dal primo anniversario dell'apertura dell’ufficio di Milano, avvenuta nel maggio dello scorso anno, Allspring Global Investments ha incontrato FundsPeople per fare il punto sui traguardi raggiunti e le sfide future. I piani di crescita nel mercato italiano della società di gestione patrimoniale indipendente con oltre 466 miliardi di dollari in AUM nata a fine 2021 da uno spinf off di Wells Fargo AM di cui ha raccolto l’eredità, sono ambiziosi. E gli obiettivi centrati in un tempo relativamente breve lasciano intravedere tutto il potenziale di cui Allspring dispone. “Dal lancio del nuovo brand, la sede italiana è stata la prima ad essere inaugurata. Eravamo già presenti come Wells Fargo AM in Germania, Francia e Regno Unito. L'Italia è stato il primo nuovo ufficio, a riprova della sua importanza strategica per il gruppo”, spiega Marco Negri, head of Sales, Southern Europe che ha il mandato di seguire da Milano anche il mercato iberico di Spagna e Portogallo.
E un ulteriore segnale positivo è che questa buona partenza è avvenuta in un contesto di mercato tutt’altro che semplice. Il 2022, per le perdite di quasi tutte le asset class in seguito alla svolta restrittiva delle banche centrali e per le molteplici incertezze a livello macro economico e geo politico, sarà un anno che gli investitori faticheranno a dimenticare. “Eppure, nonostante il contesto molto difficile, siamo soddisfatti di come il mercato italiano ci ha accolto. Non era scontato. L'interesse è stato subito tanto”, rivela Negri. “Siamo riusciti a crescere sia in termini di masse che di staff, che oggi conta quattro persone”, dice.
Affrontare mercati volatili
Sebbene il 2023 si sia aperto in un modo migliore, i mercati sono ancora volatili e per guidare le scelte degli investitori Allspring individua tre temi chiave. Il primo è quello dell’income. “Può esser preso in considerazione sia sul versante obbligazionario che azionario. I tassi che non si registravano da anni offrono ora la possibilità di un reddito attraverso i bond che può essere utilizzato sia come fonte di rendimento che per tamponare gli eccessi di volatilità. In modo analogo per l'azionario, le aziende in grado di generare income sostenibili forniscono ai portafogli sia una spinta sul fronte del rendimento totale sia una forma di protezione dai potenziali ribassi”, spiega Negri che aggiunge: “Il secondo tema è il bisogno di disporre di fonti di decorrelazione nei portafogli.Nel nostro ventaglio di capacità, disponiamo di soluzioni per fornire rendimenti decorrelati rispetto ai mercati tradizionali: delle strategie global long short per l’equity o delle strategie di hedging basate sulle opzioni”, dice. La terza direttiva che Negri indica per navigare l’attuale scenario di incertezza è quella della diversificazione tramite la gestione attiva. “Il nuovo contesto di mercato ha dimostrato come i classici portafogli 60/40 non sempre funzionano nel modo sperato. Grazie alla gestione attiva, possiamo attingere a singole aree di marcato sfruttando le dislocazioni di prezzo. Ad esempio, se fino allo scorso anno l’azionario Usa era dominato dalle mega cap, oggi ci troviamo in un contesto dove con la gestione attiva si può ricavare del valore dai segmenti delle small e mid cap. Oppure si può diversificare attingendo alle opportunità dei mercati emergenti, contando su una gestione attiva che pondera le singole opportunità in base ai rischi idiosincratici dei Paesi”, continua.
Transizione climatica
Nel DNA di Allspring vi è una elevata capacità nell’analisi del credito, che Negri definisce il “cuore pulsante dell’azienda”, con delle expertise che spaziano dall’Investment Grade, all’HY fino ai loans societari. Per il reddito fisso, un tema cruciale è quello della transizione climatica. “Nel fixed income c’è molto più lavoro da fare per investire nella transizione climatica rispetto all’azionario, che resta interessante, ma che è stato più battuto negli ultimi anni”, dice Negri. “Nel 2018 abbiamo ideato un modello proprietario che tramite un ‘climate transition framework’ valuta le società nella loro traiettoria verso il net zero. C’è ancora del potenziale inespresso nella parte dei bond aziendali e la decarbonizzazione deve essere considerata su tutta la struttura del capitale delle società. Analizziamo le società per capire come stanno agendo e quanto il loro percorso sia sostienile dal punto di vista finanziario. Parallelamente è per noi importante decarbonizzare i nostri portafogli. Lo facciamo a partire da indici tradizionali e non ESG. Non vogliamo precluderci la possibilità di investire in società che oggi appaiono in ritardo nella transizione, ma che hanno del potenziale particolarmente significativo. Ci piace lavorare con loro grazie a delle azioni di engagement, definendo delle agende e delle priorità da monitorare, per renderci parte attiva del cambiamento”, conclude.