Nuove strategie per ridurre il TER di un fondo: tagliare le spese operative

soldi
Daniel Rubio, Flickr, Creative Commons

Il costo di un fondo è un aspetto che conta (e molto) per gli investitori. Tanto che ultimamente i flussi si stanno incanalando verso prodotti più economici (sia nella gestione attiva che passiva). Il TER è il rapporto che raggruppa tutte le spese che il risparmiatore deve investire in un fondo. Include la commissione di gestione addebitata dalle entità, ma anche un'altra serie di spese operative che, in pratica, ciò che fanno è aumentare il costo del prodotto. È in questo ultimo campo che alcune entità stanno lavorando per ridurre al massimo questi costi. Una di quelle società che ha già fatto passi avanti in questa direzione è Capital Group.

La casa di gestione ha limitato allo 0% le spese operative di quattro dei suoi fondi domiciliati in Lussemburgo con l'obiettivo di ridurre il TER dei prodotti e, quindi, il costo assunto dagli investitori. Questo limite dello 0% rappresenta un risparmio fino allo 0,15% per coloro che hanno investito nelle classi di azioni conformi alla normativa RDR inglese per un periodo di dodici mesi a partire dal 1 febbraio 2017. La modifica è stata applicata su alcune strategie, come Capital Group World Dividend Growers, Capital Group Euro Corporate Bond, Capital Group Emerging Markets Local Currency Debt e Capital Group Allocation Funds, tutti prodotti domiciliati in Lussemburgo.

L'obiettivo è stato quello di cercare di aiutare gli investitori a superare la diffidenza di investire in piccoli fondi, il cui costo totale può essere fortemente influenzato da spese fisse come quelle operative. "Limitare i costi operativi allo 0% è il modo più rapido e diretto per Capital Group di ridurre significativamente il TER di questi fondi", dichiarava al Financial Times Hamish Forsyth, presidente europeo di Capital Group. "Ci impegniamo a mantenere le spese operative a livelli ragionevoli. Solo lo scorso anno, la limitazione dei costi applicata in tutta la nostra gamma di fondi lussemburghesi ha significato per noi oltre 3,2 milioni di euro in spese operative”, ha rivelato il manager al quotidiano britannico.

La fund house americana è una dei dieci maggiori gestori al mondo per asset gestiti, una decina di entità che negli ultimi anni hanno visto ridurre il TER ponderato per patrimonio. Una conseguenza di due fenomeni: innanzitutto, la riduzione delle commissioni applicate dalle entità; in secondo luogo, il trasferimento di denaro dagli investitori a classi più economiche. È quanto accaduto, ad esempio, con Fidelity Investments, che è stata quella che ha registrato il maggior calo del suo TER ponderato rispetto allo scorso anno (dallo 0,59% allo 0,53%). Risultato delle famose commissioni che Fidelity applica a molti dei suoi fondi statunitensi e che fluttuano di anno in anno, a seconda dei risultati generati dai prodotti rispetto ai rispettivi benchmark, così come il lancio di 80 classi di fondi con commissioni molto basse negli ultimi due anni.

Secondo i dati Morningstar, dei dieci maggiori gestori di fondi del mondo, Vanguard, State Street e iShares sono, in questo ordine, le entità con il TER ponderato più basso. Le tre società concentrano la propria attività sulla commercializzazione di ETF, dove negli ultimi tempi si è verificata una dura guerra per ridurre le commissioni. Negli ultimi tre anni, il tasso medio ponderato degli asset di Vanguard è diminuito del 25%, il calo maggiore registrato tra le dieci più grandi società per asset. A seguire iShares, con un calo del 19%. Non sorprende perciò che i provider di ETF siano le entità con le percentuali di spesa totali più basse.