Nusseibeh (Federated Hermes): "Fondamentale mantenere attenzione alta su come evitare la crisi della biodiversità"

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Saker Nusseibeh, foto ceduta (Federated Hermes)

A Kunming, in Cina, alla fine di aprile andrà in scena la Conferenza delle Nazioni Unite sulla Biodiversità (COP 15), anche se sembra sempre più probabile che sarà rimandata ancora una volta alla fine di quest'anno. Lo scopo dell’evento è di riunire i Governi per definire una nuova serie di obiettivi per tutelare la natura nel prossimo decennio. Tra questi vi è la protezione della biodiversità, che negli ultimi anni è diventato sempre di più un tema caldo anche per l’industria dell’asset management: “Adesso è il momento di agire”, afferma

Saker Nusseibeh, CBE, CEO di Federated Hermes. “È ormai ampiamente riconosciuto che la perdita di biodiversità è una sfida tanto importante per il nostro pianeta quanto la crisi climatica”, aggiunge.

Oggi, delle otto milioni di specie conosciute nel mondo oltre un milione sono a rischio di estinzione e le dimensioni medie della popolazione delle specie sono diminuite del 68% tra il 1970 e il 2016. Secondo uno studio globale sulla natura della Intergovernmental Platform on Biodiversity and Ecosystem Services, l'attività umana ha “alterato gravemente" il 75% degli ecosistemi terrestri e si è registrato un declino del 47% negli indicatori globali relativi all'estensione e alle condizioni degli ecosistemi rispetto alle loro basi naturali stimate. “Le implicazioni della perdita di biodiversità sono di vasta portata”, dice Nusseibeh. “Le nostre economie e le nostre collettività sono profondamente interconnesse alla natura. La biodiversità del mondo naturale è il nostro sistema di supporto vitale. Il ciclo dell'acqua, l'aria pulita e la fornitura di cibo sono fondamentali per tutta la vita sulla terra. Molte medicine, specialmente gli agenti anti-infettivi e anti-cancro, provengono da piante, funghi o batteri”, afferma.

Benefici economici dalla tutela della biodiversità

Ma secondo il CEO di Federated Hermes c'è un altro fattore della biodiversità che spesso si trascura. “Si tratta dei sorprendenti benefici economici che derivano da un pianeta sano e fiorente con una grande biodiversità”, spiega il CEO. “Si sono moltiplicate le prove che dimostrano come la conservazione dell'habitat generi più benefici economici rispetto alla sua conversione, ad esempio attraverso il disboscamento delle foreste pluviali per l'uso agricolo”, evidenzia. “Il Programma delle Nazioni Unite per l'Ambiente afferma che ogni dollaro speso per il ripristino della natura porta ad almeno nove dollari di benefici economici”, dice. “Secondo la Food and Land Use Coalition cambiare i metodi di produzione agricola e alimentare potrebbe sbloccare 4.500 miliardi di dollari all'anno in nuove opportunità commerciali entro il 2030, evitando anche migliaia di miliardi di dollari in danni sociali e ambientali”, aggiunge.

Un altro dato citato dal numero uno di Federated Hermes proviene dal report ConservationTools.org della Pennsylvania Land Trust Association. Secondo lo studio il rapporto complessivo tra benefici e costi di un programma globale efficace per la conservazione della natura incontaminata ancora rimanente è di almeno 100:1. “Non vi è esempio più evidente di un investimento che presenti sia l'opportunità di creare ricchezza sostenibile sia quella di contribuire a costruire un futuro migliore per il nostro pianeta”, dice Nusseibeh. “Come investitori, abbiamo sia la responsabilità sia l'opportunità di aiutare ad arrestare e - dove possibile - invertire la perdita di biodiversità”, afferma.

Il Biodiversity Fund di Federated Hermes

È per tutti questi motivi che Federated Hermes ha appena lanciato una strategia di investimento sulla biodiversità, il Biodiversity Fund, in collaborazione con il Natural History Museum di Londra. “Grazie alle straordinarie conoscenze ottenute dal Biodiversity Intactness Index elaborato dal museo, e al lavoro di oltre 150 ricercatori sulla biodiversità e scienziati dei dati, abbiamo l’obiettivo di creare un ponte tra gli impatti osservati sulla biodiversità e possibili soluzioni di investimento”, commenta Nusseibeh. “Nel nostro ruolo di investitori, possiamo ottenere risultati attraverso un engagement attivo con le società. Attraverso la nostra attività di stewardship chiediamo alle società di impegnarsi così da avere un impatto netto positivo sulla biodiversità in tutti i loro processi e nelle loro filiere”, aggiunge.

L'industria degli investimenti, da sola, non può però risolvere la crisi della biodiversità, proprio come non può risolvere la crisi del clima. Ecco perché incontri come la COP 15 sono così importanti. “È stato incoraggiante vedere come la biodiversità sia stata al centro della scena alla COP 26 di Glasgow l'anno scorso, dove più di cento leader mondiali, che rappresentano l’85% delle foreste a livello globale, si sono impegnati a fermare la deforestazione”, analizza Nusseibeh.

La COP 15, che ha tenuto la sua prima parte virtualmente a ottobre 2021, vede i governi mondiali riunirsi per firmare un quadro globale sulla biodiversità post-2020, che mira a invertire l'attuale perdita di biodiversità e ad assicurare che la biodiversità sia messa su un percorso di recupero entro il 2030. La seconda parte dell'incontro ha l’obiettivo poi di accelerare le azioni globali contro il cambiamento climatico e la perdita di biodiversità. “Il mio desiderio è vedere un passo avanti delle banche centrali anche su queste tematiche”, dichiara Nusseibeh. “Concordo pienamente con coloro che chiedono a queste istituzioni di riconoscere la perdita di biodiversità come una potenziale fonte di rischio economico e finanziario e di impegnarsi a sviluppare una strategia di risposta”, dice.

In un mondo in cui la geopolitica è arrivata a dominare l'agenda quotidiana - e tutti i nostri pensieri - spero che si riesca a mantenere alta l'attenzione su come evitare la crisi della biodiversità e quella climatica”, dice il CEO. “Abbiamo fatto molta strada nell'affrontare la sfida del cambiamento climatico, ma solo ora stiamo davvero vedendo un consenso più ampio per affrontare i molti problemi legati alla biodiversità”, continua. “C'è bisogno di fare molto di più su entrambi i fronti se vogliamo invertire la rotta ed evitare conseguenze ancora peggiori”, conclude.