Non solo la crisi climatica, “ma tutto ciò che vi è connesso, acuisce e aumenta la complessità di chi deve compiere scelte di investimento con l’obiettivo di avere un impatto positivo o di mitigare eventuali effetti negativi”, dichiara Valeria Colombo, ESG and engagement lead, BancoPosta Fondi SGR. Secondo l’esperta il tema dei planetary boundaries “non è ancora così noto al mercato, anche se soprattutto nell'ultimo anno e mezzo molte iniziative sono nate sul tema della biodiversità e delle risorse naturali. Noto tuttavia che finora i dati a disposizione per riuscire a fare delle scelte consapevoli volendo considerare anche questi aspetti sono molto ridotti”. A metà 2023 “la maggior parte degli asset manager europei ha pubblicato il PAI statement, all’interno del quale sono rendicontati diversi indicatori di impatto avverso relativi alla biodiversità e alla natura (oltre a quelli collegati alle emissioni di gas serra e al cambiamento climatico). Leggendo le statistiche dei data provider, i PAI collegati a queste tematiche presentano un livello di coverage ridotto, anche inferiore al 10% su un indice globale come il MSCI World”, ricorda l’esperta secondo cui “risulta quindi necessaria una ricerca approfondita, tenuto conto che anche le imprese sono in ritardo nella rendicontazione su questi indicatori, non vi sono ancora metodologie condivise sufficienti e questo porta a una maggiore complessità”.
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