Oltre il rendimento: selezionare i migliori investimenti nel cambiamento climatico

L'impatto di una singola strategia può fare la differenza, in positivo o in negativo, rispetto all'intero portafoglio. Per questo è fondamentale analizzare caso per caso ogni prodotto selezionato. “La scelta della corretta strategia ESG è fondamentale per generare rendimenti finanziari allineati agli obiettivi di sostenibilità dei nostri investitori", commenta Enrico Pellicciari, portfolio manager, Optima SIM. Secondo l'esperto, "per prendere decisioni di investimento consapevoli, che integrino aspetti ambientali, sociali o di governance, è necessario avere una solida comprensione di come i processi di sostenibilità vengano integrati all'interno dei fondi che selezioniamo per i nostri portafogli. Un aspetto importante, spesso trascurato nella costruzione di portafogli ESG, è come le diverse strategie e approcci dei fondi si combinino a livello di portafoglio. In tal senso, riteniamo fondamentale condurre un'intensa attività qualitativa di studio sui framework ESG dei fondi attraverso questionari di due diligence ed incontri con i gestori. Una volta sviluppata una chiara comprensione e consapevolezza delle strategie selezionate, possono essere utilizzati strumenti quantitativi per ottimizzare la costruzione di portafoglio con l’obiettivo di ridurre o eliminare esposizioni indesiderate a settori, stili o aree geografiche che potrebbero influire negativamente sui rendimenti del portafoglio. In sintesi, nella selezione delle strategie ESG per portafogli multi-asset, prestiamo attenzione non solo alla singola strategia, ma anche al contributo di sostenibilità marginale che essa apporta all'intero portafoglio".

Una volta definita la propria missione di sostenibilità, in che modo è possibile intercettare i cambiamenti e identificare le best opportunities per costruire portafogli diversificati e capaci di navigare attraverso le diverse fasi del ciclo economico? "La nostra economia è basata su sistemi di riferimento destinati a cambiare nel tempo", spiega Didier Rabattu, head of equities Lombard Odier Investment Managers. "La comprensione delle tematiche di sostenibilità - aggiunge - passa necessariamente dalla ricerca scientifica. Per questo, con un team di 50 analisti interni e il supporto dei nostri partner (l’Università di Oxford e SystemiQ, società di consulenza aziendale leader nella ricerca in sostenibilità) costruiamo delle roadmap settoriali per comprendere le evoluzioni necessarie alle aziende per raggiungere gli obiettivi di transizione". Per ogni settore, quindi, "viene definita la traiettoria di crescita e identificata la direzione dei capex impegnati nella green transition per individuare quindi i profit pools prospettici. In questo modo cerchiamo di comprendere quali aziende potranno beneficiarne e la potenzialità delle opportunità di investimento nel tempo. In base a ogni tematica creiamo degli universi di investimento di circa 250 aziende che partecipano alla transizione eco-sostenibile", conclude Rabattu.

Difendere la sostenibilità, ormai, non può essere fatto aprioristicamente. Il concetto presenta diverse sfumature e limiti, declinati nelle vicende del quotidiano. Per questo, oltre che per la mancanza di una normativa univoca a riguardo, la selezione di strumenti realmente ESG non è immediata. "Per anni gli investitori hanno promosso i fondi tematici a unica garanzia di sostenibilità. Credo che oggi tutti sappiano che potrebbe non essere per forza così e che anche all’interno di questi strumenti vi possano essere concentrazioni in società o ambiti non ESG. La sostenibilità è per me un concetto che non può essere assunto in maniera assoluta", conferma a riguardo Daniele Fontanili, head of Generali Multi Manager Solutions, Generali Investments. 2Ad esempio sappiamo che la sostenibilità ambientale porterà inevitabilmente a impatti dal punto di vista sociale, nel breve-medio termine. Per questo la valutazione del miglior strumento ESG deve tenere conto di una moltitudine di fattori e non si può procedere aprioristicamente, o guardando alla singola categoria di fondi", aggiunge Fontanili secondo cui "è importante investire in aziende trasparenti, che abbiano un punteggio ESG molto alto ed è un bene che il mercato consenta di individuarle attraverso processi di screening negativo o approcci best-in-class. Serve un approccio combinato e che parta dalle preferenze di sostenibilità dei nostri clienti. Anche la normativa sta portando gli operatori a assumere considerazioni multiple. Noi, ad esempio, ci basiamo sul quadro di riferimento ESG delle compagnie di assicurazione, ma essendo anche gestori patrimoniali classifichiamo i nostri prodotti in base alla SFDR. Abbiamo quindi creato un questionario di due diligence personalizzato che cerca di combinare i due aspetti. Ma ritengo comunque che la standardizzazione delle informazioni e la qualità dei dati rappresentino ancora un problema significativo".

"Per quanto riguarda i fondi non tematici o prettamente sostenibili, adottiamo uno screening quantitativo che si concentra sulla persistenza dell’alfa fornito da un particolare gestore", afferma Gaia Resnati, multi-manager team analyst di Eurizon, ricordando l'importanza di un approccio sempre mirato alla performance. "Tendiamo a utilizzare questa struttura di analisi anche, per esempio, per i fondi che puntano sul clima o sull’ambiente. L'alfa di un prodotto è molto importante per noi. Inoltre, dal momento che forniamo una lista di strategie per l’intero gruppo, è necessario che l’alfa dei nuovi strumenti offra diversificazione rispetto a quello dei prodotti già in portafoglio. Questo vincolo finanziario resta rilevante", prosegue Resnati sottolineando che "ci basiamo sui risultati di questionari interni per avere una migliore conoscenza dei processi di analisi non finanziarie che la fund house o il gestore del fondo attuano. Una volta selezionato un fondo che potrebbe essere interessante per il portafoglio, procediamo alla due diligence". Secondo l'esperta, "procedere con lo screening è piuttosto sfidante, anche perché non c'è omogeneità tra dati e criteri di analisi". La sostenibilità "può avere una definizione diversa per ogni fondo. Quindi non è così facile utilizzare strumenti quantitativi per la selezione dei migliori strumenti ESG", sottolinea Resnati.