A colloquio con le depositarie: le prospettive sul 2022

Roundtable 1
Roundtable 1

Una rinnovata attenzione alle dinamiche interne alle società in coda a due anni di pandemia che hanno cambiato gli equilibri dei mercati e le esigenze, anche logistiche, dei singoli operatori. Dalla riformulazione delle forme di lavoro e la tensione verso un’organizzazione “ibrida”, alla necessità di ripensare il rapporto con i clienti a fronte di un mercato del risparmio gestito in fermento e delle richieste di nuove soluzioni di front, middle e back office; dalle sfide imposte dalla digitalizzazione a quella che sarà la definizione di nuovi punti fermi di ordine normativo. Le riflessioni sull’eredità dell’anno da poco concluso e la panoramica sulle attese per il 2022 nel colloquio con Giorgio Solcia Direttore Generale di CACEIS Bank, Italy Branch; Federico Viola, Responsabile Sales and Global Client Management per Italia, Medio Oriente e Nord Africa (MENA) di State Street International Bank GmbH – Succursale Italia; e Maurizio Tacchella, Direttore, Banca Depositaria, BFF Bank.

SMART WORKING

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Giorgio Solcia, Caceis

È stata proprio la pandemia, come ha confermato Giorgio Solcia di Caceis, ad aver “amplificato dei trend in corso, almeno per la nostra struttura”. Oggi la banca si trova a lavorare in una situazione “di nuova normalità ibrida in presenza fisica e da remoto”. Il cambiamento radicale, già avvenuto nel 2020, è ora legato non tanto alla necessità imposta dal COVID-19, quanto al fatto che “un’esperienza finora forzata da un'emergenza diventerà una scelta. La rivoluzione organizzativa – commenta Solcia – sarà appunto il passaggio dal lavoro da remoto a vero e proprio smart working”. Da qui l’implementazione dell’organizzazione “improntata su maggiore flessibilità della struttura e responsabilizzazione delle risorse”. 

Federico Viola
Federico Viola, State Street

Parla di una “eredità apparentemente logistica della pandemia”, ma che ha implicazioni più profonde, Federico Viola di State Street, indicando come, grazie alla propria infrastruttura, la banca si sia comunque mossa verso forme di lavoro da remoto portando “a lavorare da casa il 95% della popolazione fin dai primi giorni di crisi”. Alla luce di quanto avvenuto negli ultimi 24 mesi, dunque, “le soluzioni più polarizzate, come quelle pre-pandemia (pochi lavoratori da remoto) o quelle messe in atto nel cuore della pandemia (tutti da remoto) non sono più ‘probabili’”. Secondo Viola oggi occorre considerare “nuove necessità sorte nel periodo pandemico, diverse modalità di organizzazione eli lavoro, il rapporto tra i neo assunti e i lavoratori assunti da più tempo, ma anche salvaguardare team working, generazione delle idee e benessere psico-fisico”, in definitiva: “Crediamo che il lavoro da remoto con forme diverse di flessibilità e di organizzazione ibrida sia destinato a rimanere”.

RACCOLTA GESTITO

Maurizio Tacchella 300200
Maurizio Tacchella, BFF

Un elemento importante per l’industria del risparmio in generale e che ha fortemente caratterizzato l’anno appena concluso è legato alla raccolta del gestito, “un andamento molto positivo”, sostiene Maurizio Tacchella di BFF. La tendenza, sostiene l’esperto, “ha coinvolto tutte le tipologie di fondi, OICVM, Fondi pensione, FIA e Casse di previdenza”. In particolare, afferma, “oltre alla performance positiva dei mercati il contributo è stato anche la spinta in ambito raccolta, sia per quanto riguarda la parte fondi comuni aperti ma anche soprattutto nell'ambito dei fondi pensione che, a fronte di una raccolta generalmente positiva, nel corso del 2021 hanno avuto performance più alte rispetto a quelle previste negli altri anni”.

Risultati al di sopra delle aspettative anche per Caceis “nonostante l’alta volatilità di fine anno e che persiste in queste prime settimane del 2022”, commenta Solcia “abbiamo chiuso con risultati molto al di sopra del budget, che era già di per sé ‘aggressivo’”. Secondo il DG il 2022 si apre con qualche incognita dal punto di vista di settore. Un esempio è quello relativo al tema della concentrazione bancaria “che potrebbe portare a una riorganizzazione di accordi di distribuzione e di raccolta o di bancassurance”. Un altro tema di interesse “che potrebbe cambiare i presupposti che hanno caratterizzato il nostro business nell’ultimo decennio sarà la fine dell’era dei tassi negativi”. L’orizzonte, in tal senso, è ancora poco definito “ma se non sarà nel 2022 sicuramente nel 2023. Questo ovviamente porterà a logiche commerciali e distributive evidentemente diverse e avrà un impatto sul nostro settore” commenta Solcia.

“In generale è stato un anno positivo – commenta Viola –, tuttavia il tema di margini e redditività più bassi permane e le prospettive in questo senso sono meno rosee rispetto invece a quelle legate alla raccolta. Si tratta di un trend già iniziato da tempo che con la pandemia è andato a esacerbarsi”. Viola ricorda come il COVID abbia agito da catalizzatore di alcune tendenze già in atto, “come la pressione sui costi” e abbia imposto la necessità di “riadattare i modelli operativi anche nel rapporto con i partner di riferimento per le banche depositarie e per il nostro modello di business”.

PNRR

Il tutto in un momento in cui, secondo l’esperto di State Street, “l’ondata di liquidità senza precedenti, le politiche monetarie espansive e le iniziative su politiche fiscali, i piani di investimento come per esempio il PNRR, sono arrivati in un contesto fortemente caratterizzato da un aumento della propensione al risparmio”. La depositaria si trova al centro di questo ecosistema “in una veste nuova”, rimarca Viola “con un approccio e una funzione più olistica di rilevanza per i nostri clienti, di supporto alla crescita e all’accesso agli strumenti per lo sviluppo del business”.

E la complessità ed estensione dei piani messi in atto dall’Europa per rispondere alla pandemia, e nello specifico italiano il PNRR, vanno a includere anche il settore delle depositarie, per cui “alla rivoluzione organizzativa continuerà ad affiancarsi la rivoluzione digitale già in corso”, afferma a questo proposito Solcia, rifacendosi, appunto, alla declinazione italiana del Recovery Fund europeo e indicando come “uno degli obiettivi, la rivoluzione  digitale tramite l’innovazione, non escluderà il mondo bancario e le  depositarie”. Il DG sottolinea che si tratta di un’evoluzione iniziata tempo fa che CACEIS sta implementando con il progetto Turbo, “che porterà un grosso cambiamento a livello sia organizzativo sia di digitalizzazione dei processi”. Turbo, che ha un orizzonte di tre anni, “è volto ad aumentare in primo luogo l'efficienza delle infrastrutture e successivamente dei processi. In questo modo ci proponiamo di ridurre e auspicabilmente azzerare la manualità con l’obiettivo di migliorare la client experience, aumentare la semplicità organizzativa e dare maggiore autonomia allo staff, anche grazie allo smart working”.

NORMATIVA

Tra le sfide principali de 2022, oltre al lato organizzativo rientra, come naturale, l’ambito normativo. Tacchella cita a questo proposito il tema legato all’entrata in vigore del nuovo regime sui regolamenti (settlement) previsto dal Regolamento (UE) n. 909/2014 (cd. “CSDR”) “che in qualche modo determina l'obbligo da parte della banca depositaria di contabilizzare le penali pecuniare relative ai mancati regolamenti. Questo sicuramente ha portato una serie di interventi che si sono concentrati soprattutto alla fine dell'anno, essendo la normativa entrata in vigore a partire dal 1° febbraio del 2022”. Il riferimento è all’entrata in vigore del "Settlement Discipline Regime" (SDR) previsto dalla Central Securities Depositories Regulation, che introduce una serie di disposizioni armonizzate per accrescere l'efficienza e la sicurezza dei servizi di regolamento delle operazioni in titoli erogati dai depositari centrali, tra cui un meccanismo di penali da applicare al soggetto che ha causato il mancato regolamento (settlement fail). Sempre in tema normativo, Solcia fa un riferimento all’introduzione della MiCA (Markets in Crypto-Assets), la proposta di Regolamento europeo relativo agli investimenti in risparmio gestito in crypto asset. “Si tratta di un tema che evidentemente vedrà i depositari protagonisti, in quanto sarà indispensabile per un asset servicer europeo poter supportare queste nuove asset class nel mondo del risparmio gestito”, afferma Solcia.

IL RUOLO DEI DEPOSITARI

Ma al di là di alcuni aspetti che possono essere legati agli obblighi normativi “ritengo che le sfide per il 2022 siano sicuramente un ritorno il più possibile alla normalità, la possibilità di tornare a effettuare il lavoro in presenza, a riprendere i contatti anche fisici con i nostri clienti”, conclude Tacchella che porta il focus del ragionamento sulla trasformazione del ruolo del depositario “da un ruolo prettamente di controllo a una veste che permetta al depositario stesso di essere in grado di fornire servizi a supporto a tutte le tipologie di clienti”. Tra gli interessati da questa evoluzione ci sono le “funzioni finanza dei clienti, o le funzioni risk e compliance, a cui mettere a disposizione dati e informazioni che garantiscano la somministrazione di veri servizi a valore aggiunto”. Torna ancora una volta il tema dei servizi agli enti pensionistici: “Noi abbiamo attivato un servizio ESG per tutte le tipologie di clienti – afferma Tacchella – e, non ultimo, con l'entrata in vigore, a proposito di obblighi normativi, verso le Casse di Previdenza (che dal 1° gennaio del 2022 hanno l'obbligo di effettuare le segnalazioni Covip secondo nuove tabelle definite nella circolare di gennaio 2021), siamo riusciti a fornire un servizio in outsourcing di Segnalazioni Statistiche e di Vigilanza per gli Enti Previdenziali ai sensi dei d.lgs. 509/1994 e d.lgs. 103/1996 per consentire loro di essere compliant con quanto prevede la normativa di riferimento”.

Uno sguardo che va anche al di fuori dei confini italiani, è quello fornito da Viola sempre sul tema dell’evoluzione del ruolo dei depositari. “Guardando al 2022 sono mesi di ripresa di progetti strategici di outsourcing e integrazione della filiera operativa front, middle e back-office”, afferma l’esperto indicando come i clienti richiedano anche “il supporto alla crescita all’espansione geografica, e a quella dei prodotti e delle asset class”. Per State Street sono stati anche anni di crescita di investimento in quello che è il proprio core business, e proprio sulla linea della crescita si inserisce l’annunciata operazione di acquisizione di Brown Brothers Harriman & Co. lo scorso settembre, “State Street diventa (subordinatamente all’approvazione dell’operazione da parte delle autorità competenti), il player numero uno al mondo per asset in custodia e amministrazione, con la mission di diventare partner di riferimento leader di mercato su tutte le esigenze di ‘asset intelligence’ nelle sfide che l’industria pone in ambito operativo, tecnologico e di gestione dei dati”. Sempre su questa scia Viola colloca anche l’acquisizione del 2018 di Charles River “con cui State Street è andata a creare la prima piattaforma integrata front, middle to back all’interno del perimetro di un unico operatore”, e quella di Mercatus nei mesi scorsi “che espande la soluzione State Street Alpha alla filiera degli investimenti alternativi e dei mercati privati”. Un ultimo sguardo va proprio ai private market: “È un tema che accompagna quella che potremmo definire come una tendenza alla democratizzazione, mai vista in passato, dei cosiddetti private assets. E a fronte dell’aumento di complessità legato all’adozione di queste soluzioni nuove – conclude Viola –, si accompagna anche la necessità di soluzioni diverse per l’analisi e la gestione dei dati di investimento e di supporto alla distribuzione”.