A colloquio con le depositarie. Lo scenario 2021 – 2022

Rafael Leao Unsplash
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È uno scenario ottimistico, al di là delle ombre generate dalla pandemia, quello in cui si muovono le banche depositarie che operano nel nostro Paese. Il rimbalzo della seconda metà del 2020 nel settore del risparmio gestito ha esteso la sua influenza su tutta la prima parte del 2021 determinando un consolidamento del settore, soprattutto sul fronte dei flussi in entrata per le società di gestione. Questa tendenza ha impattato necessariamente anche sul business delle banche depositarie che, parallelamente, hanno messo a regime una serie di attività avviate ben prima della pandemia. Digitalizzazione, sostenibilità e sviluppo degli investimenti alternativi sono i temi su cui si “puntella” l’attività di queste entità e che emergono distintamente nelle riflessioni di Giorgio Solcia Managing Director, responsabile finale dell’attività di Depositario e DG di CACEIS Bank, Italy Branch; Maurizio Tacchella Direttore, Banca Depositaria, di BFF Bank; e Denis Dollaku Country Head di State Street Bank International GmbH in Italia, nell’approfondimento mensile dedicato da FundsPeople ai protagonisti del settore.

ANDAMENTO NEL 2021

Parla di un “andamento in controtendenza” Giorgio Solcia di CACEIS, sottolineando come il 2021, dal punto di vista degli investor services “fino all’estate sia stato un anno di grandi soddisfazioni”. Lo scenario della prima parte dell’anno è stato supportato, infatti, “da uno sforzo senza precedenti in Italia e in Europa sui temi di politica monetaria espansiva e su quelli di politica fiscale”. L’attesa per la seconda metà del 2021 non vede “risultati altrettanto brillanti in termini di performance dei mercati” ma questo non incide sulle attese su crescita e raccolta, “gran parte della liquidità che oggi è ancora sui conti correnti crediamo si possa trasformare in risparmio gestito, facendo beneficiare le nostre società in termini di masse”, afferma Solcia.

L’impatto delle perfomance di mercato di fine 2020 e dei primi mesi del 2021 sui volumi di raccolta rientra anche nell’analisi di Maurizio Tacchella di BFF, “volumi di raccolta che diventano ancora più rilevanti in base alla liquidità disponibile dei sottoscrittori che potenzialmente si affacciano a investire nell'ambito del risparmio gestito”. Tacchella conferma la performance “assolutamente positiva” della prima parte dell’anno indicando, in questo caso le forti crescite commerciali “soprattutto nell’ambito dei fondi FIA”. Sulla parte finale del 2021 resta l’incognita dell’andamento della pandemia. “In ogni caso, senza entrare nell’ambito di una valutazione prettamente tecnica, ci aspettiamo un andamento positivo della raccolta così come avvenuto nella prima parte dell’anno”.

“Non poteva che essere così”, è il commento di Denis Dollaku di State Street Bank. “Considerando il periodo tra lo scoppio della crisi pandemica e luglio 2020, alla luce della ripresa avviata nella seconda parte dell’anno e che si è consolidata nei primi sei mesi del 2021”. Anche State Street ha rilevato “buone soddisfazioni” dalla crescita del risparmio gestito e guarda con ottimismo agli ultimi mesi dell’anno, non a livelli così positivi come la prima metà, certo, “ma ci aspettiamo un continuo trend positivo pur mantenendo alta l’attenzione sui possibili sviluppi della pandemia che potrebbero un po' mettere a rischio i buoni risultati che abbiamo ottenuto fino ad ora”, sostiene Dollaku.

LE ATTESE SUGLI ESG

Le attese per una “continua performance positiva”, secondo il manager di State Street, si concentrano in particolare sui private market e sulle asset class principali legate agli investimenti mobiliari e ai PIR alternativi. Sul fronte degli investimenti sostenibili: “il tema ESG è fondamentale, ed è centrale per noi da diversi punti di vista, sia come depositaria sia come gestori nelle varie anime di State Street”.

Anche Solcia fa il punto sulla sostenibilità degli investimenti e su come la pandemia abbia accelerato questa tendenza. “Oggi avere dei portafogli resilienti è forse più importante che ottenere performance. E la necessità di essere di ESG compliant porterà grandi cambiamenti anche nella nostra attività”. Solcia sottolinea come già esista un approccio ESG nella selezione dei titoli, “e il supporto da parte di investor services in termini di reportistica adeguata, che comprovi le virtù di selezione dei processi di investimento degli asset manager sarà una chiave di sviluppo fondamentale”.

In generale arriva da parte di BFF la conferma dell’interesse verso la promozione di azioni nei confronti dei clienti su servizi a valore aggiunto. E nello specifico si riconferma la discussione aperta sul tema della sostenibilità: “BFF ha operato un investimento rilevante in tal senso e si prepara a lanciare un servizio ESG da fornire a tutti i clienti”, afferma Tacchella. “Riteniamo che si tratti di un tema rilevante che va a coinvolgere non soltanto asset manager ed SGR, ma gli stessi prodotti, siano essi fondi comuni o fondi pensione, e stiamo studiando alcune logiche per poter fornire un servizio che vada nella direzione ESG anche per i fondi FIA”. L’obiettivo, sintetizza Tacchella, è quello di fornire un servizio di reporting ESG alla clientela basato sui dati di patrimonio dei Fondi già certificati nell’ambito delle attività di depositario, “al fine di effettuare una corretta e adeguata classificazione degli strumenti finanziari secondo i rating ESG individuati”.

GLI IMPATTI DELLE CONCENTRAZIONI BANCARIE SUI SECURITIES SERVICES

Altro tema che caratterizzerà le cronache finanziarie de i prossimi mesi è quello delle concentrazioni bancarie: “Lato nostro – afferma Solcia – abbiamo beneficiato quest'anno del perfezionamento dell’Opa di Crédit Agricole (banca madre di Caceis, ndr.) su Creval e anche in questo siamo molto ottimisti su come sta procedendo questo 2021. Guardando al 2022, riteniamo che quello della concentrazione bancaria sarà uno dei temi caratterizzanti per il prossimo futuro e che in qualche modo ci coinvolgeranno, poiché a una concentrazione bancaria seguirà necessariamente una concentrazione di asset management, e quindi alcuni equilibri di distribuzione potrebbero variare nel mercato locale”.  

La questione della concentrazione bancaria è un punto fermo anche nell’analisi di State Street, identificata da Dollaku come uno dei trend principali “a livello gestori e a livello bancari”. A questo secondo il manager si assocerà il fenomeno della esternalizzazione delle attività: “Assisteremo a una continua ‘ricostruzione’ di attività nel settore dei securities services, addirittura anche della parte della gestione del front to back, questo con l’obiettivo di permettere ai gestori di focalizzarsi su attività di gestione. Che è il loro core business”. Come conseguenza naturale dello sviluppo dei securities services emerge il tema della digitalizzazione, che si afferma con forza nell’analisi di Dollaku in merito alle linee di crescita future del settore. “Il settore finanziario si è trasformato in un'economia digitale, si sta trasformando ulteriormente, e le risorse digitali rappresentano una delle forze più significative che incideranno sul panorama finanziario dei prossimi anni”, sostiene il Country Head di State Street. “Se pensiamo a temi come criptovalute, valute digitali delle banche centrali, blockchain, tockenizzazione, questi saranno veramente i fondamentali che trasformeranno l'industria”. A questo proposito la società ha messo le basi per affrontare la sfida digitale con la creazione di una divisione dedicata: State Street Digital. “Questa nuova divisione si occuperà di tutti elementi legati alla finanza digitale e a tutte le tematiche già citate, dalle criptovalute alla blockchain, che si configurano come le frontiere della nostra attività dopo il 2021”.

LA FRONTIERA PRIVATE ASSET

L’andamento generale restituisce in definitiva un quadro su cui avranno un forte impatto le scelte portate avanti dalle istituzioni italiane ed europee come i programmi di spesa pubblica legati al PNRR, mentre all’orizzonte si configura la crescita sorretta dagli investimenti di lungo periodo, dall’attività dei fondi di investimento alternativi, una buona dinamica sul fronte dell’immobiliare e del private equity. “Dopo una crisi così importante del mondo imprenditoriale ci sarà bisogno per le imprese italiane di liquidità e questa potrà arrivare dal mondo del private equity – afferma Solcia. Ci aspettiamo anche un forte sviluppo del venture capital, perché necessariamente bisognerà lanciare sempre di più startup innovative e si continuerà a parlare di innovazione anche nel mondo imprenditoriale”. Secondo Dollaku, quello che si nota con più frequenza è l’espandersi degli operatori tradizionali verso asset class alternative in generale, e in particolare verso i private asset, nella ricerca della generazione di alpha: “Noi crediamo che il segmento dei private asset sia fondamentale per la crescita futura”, afferma il Country Head di State Street Bank. Della stessa opinione la conclusione di Tacchella: “Riteniamo che in ambito di crescita degli asset i prossimi mesi siano ancora dedicati ai private asset e in questo ambito - conclude il manager di BFF – vediamo all’orizzonte la possibilità di cogliere delle grosse opportunità”.