Affrontare la sfida della biodiversità

David Zahn, Karolina Grotowska, notizia
David Zahn, Karolina Grotowska, immagine concessa (Franklin Templeton)

CONTRIBUTO a cura di David Zahn, CFA, FRM, head of European Fixed Income, portfolio manager e Karolina Grotowska, Fixed Income Sustainability analyst di Franklin Templeton. Contenuto sponsorizzato.

Insieme al cambiamento climatico, la perdita di biodiversità è diventata la principale sfida per la finanza sostenibile. Tuttavia, questa crisi non è stata affrontata con la stessa urgenza dalle autorità di regolamentazione e di governo, dalle imprese o dal settore finanziario. Riteniamo che nel 2022 gli sforzi concentrati sul cambiamento climatico dovrebbero essere indirizzati anche ad affrontare la sfida della biodiversità, poiché i due problemi sono interconnessi. Alla COP26 del 2021,(1) la firma di una dichiarazione di impegno a salvare e preservare le foreste del nostro pianeta ha cementato l’importanza della biodiversità quale crisi gemella del cambiamento climatico. Gli impegni del settore pubblico e privato per frenare la perdita di  biodiversità, come pure le dipendenze e l’impatto delle attività aziendali sulla natura, ci confermano che questo problema deve essere preso in considerazione nei portafogli.

In questa serie di articoli dal titolo “Affrontare la sfida della biodiversità” miriamo a descrivere il percorso intrapreso dalle istituzioni finanziarie per impegnarsi a preservare la biodiversità nei prossimi anni. Ogni articolo si concentrerà su aspetti diversi della lotta alla perdita di biodiversità, con l’obiettivo di maturare una comprensione della rilevanza della biodiversità e della sfida che la sua perdita pone per le istituzioni finanziarie.

La sfida della perdita di biodiversità

Per biodiversità, la varietà della vita sulla Terra, si intende la natura in tutte le sue forme e interazioni. La biodiversità sottende dunque alla fornitura di servizi ecosistemici ed è parte integrante del capitale naturale. Di conseguenza, lo stato dell’ambiente naturale influenza in modo determinante il destino della nostra società. L’aspetto essenziale da capire è che la perdita di servizi ecosistemici non è solo un problema ambientale, ma anche economico e sociale.

Gli ecosistemi naturali forniscono le basi della crescita economica, della salute umana e del  sostentamento di una grossa fetta della popolazione. Tuttavia, la salute degli ecosistemi è costantemente minacciata dall’attuale modello di sviluppo economico. Stiamo distruggendo il capitale naturale a un ritmo senza precedenti, creando un rischio significativo ma trascurato per l’economia, il settore finanziario e il benessere sociale.

Fonti: WWF, Living Planet Report2020.

Le popolazioni di specie selvatiche sono diminuite di quasi due terzi dal 1970. Quasi il 25% del suolo a livello mondiale è oggi considerato degradato. Di conseguenza, si registra una perdita di specie animali e vegetali a un ritmo mille volte superiore a quello naturale. Il 25% dei gruppi animali e vegetali è costantemente minacciato, vale a dire che un altro milione di  specie è a rischio di estinzione.(2)

Secondo le valutazioni del Programma delle Nazioni Unite per l’ambiente (UNEP), gli ecosistemi del mondo sono diminuiti in dimensioni e condizioni del 47% a livello globale, rispetto alle stime di base, e l’ulteriore degrado dei servizi ecosistemici rappresenta una  perdita annua di almeno 479 miliardi di dollari all’anno.(3)

Nel 2019 sono stati spesi circa 500 miliardi di dollari in attività dannose per la natura, come dimostrato dall’Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico (OCSE).(4)

*OCSE, Biodiversity, Natural Capital and the Economy: A Policy Guide for Finance, Economic and Environment Ministers, 21 maggio 2021.
**UNEPFI, Beyond “Business as Usual”: Biodiversity Targets and Finance, 30 giugno2020.

La relazione tra imprese e capitale naturale

Le imprese dipendono da servizi ecosistemici come aria e acqua pulita, stabilità del clima o l’uso di piante a scopi medicinali. Le aziende interagiscono con l’ambiente attraverso le loro pratiche operative e di approvvigionamento.

Tuttavia, oltre ad essere dipendenti dalla buona salute dell’ecosistema, le imprese esercitano anche molteplici pressioni sulla natura, depauperando il capitale naturale, gestendo in modo insostenibile appezzamenti di terreno e finanziando attività che incidono direttamente o indirettamente sulla variabilità della natura.

Secondo IPBES, i principali fattori di accelerazione della perdita di biodiversità comprendono:(5)

  1. Il cambiamento d’uso del suolo/mare
  2. Lo sfruttamento diretto
  3. Il cambiamento climatico
  4. L’inquinamento
  5. Le specie invasive

Uno studio globale di KPMG ha passato in rassegna le relazioni societarie delle prime 100 imprese per fatturato di 52 diversi paesi e giurisdizioni, per un totale di 5.200 aziende.(6)

Lo studio ha scoperto che poco più del 23% delle imprese esposte al rischio di perdita di biodiversità a livello mondiale comunica l’esistenza di tale rischio nelle proprie relazioni societarie. Si è scoperto che l’unico settore in cui la maggior parte delle imprese produce report sul rischio legato alla biodiversità è quello minerario (51%). Questo è comprensibile, dato che le attività estrattive si ripercuotono sui servizi ecosistemici della biodiversità durante tutto il loro ciclo di vita.

Tra gli esempi di impatti diretti figurano:

  • Il rilascio negli ambienti acquatici di composti chimici che possono alterare sensibilmente il pH dell’acqua, avvelenare alcune specie e bioaccumularsi
  • L’uso di grandi quantità d’acqua
  • La deforestazione, con effetti sulla flora e la fauna circostanti
  • L’impiego di grandi quantità di energia spesso generata da fonti a elevate emissioni di  gas serra

Istituzioni finanziarie e biodiversità

Gli investitori possono promuovere il cambiamento, ma hanno anche bisogno di maggiori informazioni per comprendere l’urgenza di integrare la biodiversità nel processo di investimento.

Per decenni, l’impatto dei consumi e delle attività produttive sull’ambiente è stato considerato un’esternalità. Sappiamo che le esternalità ambientali e sociali hanno un effetto significativo sul valore finanziario delle imprese. I problemi di reputazione giocano senz’altro un  ruolo in questo, ma sono le sanzioni legali e regolamentari che incidono in misura maggiore  sul valore di un’azienda. Molti gestori di fondi hanno già iniziato a considerare i rischi nello stimare il rendimento atteso dei fondi investiti in settori interessati dal cambiamento climatico. Tuttavia, non si rileva la stessa urgenza quando si tratta di affrontare la perdita di biodiversità.(7)

A nostro avviso, la mancata considerazione degli impatti ambientali o sociali negativi mette a repentaglio la continuità operativa delle imprese. La mitigazione delle esternalità negative è la prima conseguenza naturale della transizione verso modelli di business più sostenibili. I rischi associati alla perdita di biodiversità, la riduzione della produttività e della resilienza degli ecosistemi, hanno implicazioni sia macroeconomiche che finanziarie.

Basta considerare solo uno dei fattori di perdita della biodiversità, l’uso del suolo, in particolare la deforestazione, per comprendere i rischi sostanziali che da questo discendono.

Rischi di mercato: I rischi in questo caso derivano da mutamenti delle tendenze del mercato,  che influenzano il rating creditizio delle imprese. Vista la crescente preferenza dei clienti  per i prodotti di origine sostenibile, i produttori che non rispettano le politiche di deforestazione zero rischiano di perdere acquirenti.

Rischi fisici: Le foreste tropicali sostengono più di due terzi della biodiversità. Le istituzioni  finanziarie sono esposte a una diminuzione della performance degli asset che dipendono dalla  varietà della natura. I rischi fisici che scaturiscono dalle pressioni sulla biodiversità includono  una graduale diminuzione del numero di specie, il calo della diversità degli impollinatori con la  conseguente riduzione del rendimento delle colture o l’aumento dei costi dell’impollinazione  manuale. Un altro rischio è quello delle inondazioni costiere dovute all’eliminazione della vegetazione, che danneggiano gli impianti di produzione. La perdita di biodiversità minaccia la  sicurezza alimentare, traducendosi in prezzi sempre più alti.

Rischi reputazionali: I rischi reputazionali discendono dal modo in cui un’azienda gestisce le  sue attività legate alla biodiversità o da come i principali stakeholder percepiscono il brand nel suo insieme. La reputazione delle istituzioni finanziarie sul fronte della sostenibilità è a  rischio se le imprese in cui investono non rispettano una dichiarazione di non deforestazione.

Gli asset manager sono chiamati ad affrontare la sfida della perdita di biodiversità

Le istituzioni finanziarie sono esposte ai rischi e alle opportunità di business derivanti dai cambiamenti della biodiversità. Un investitore responsabile conduce un’analisi delle esternalità negative e positive di un’impresa, considerandole una parte importante del processo di investimento. Anche i nostri clienti ci chiedono con crescente insistenza di affrontare la perdita di biodiversità, poiché questa può mettere a repentaglio i rendimenti finanziari. Il pubblico ha sollevato l’urgente necessità di un’azione immediata.

Gli investitori possono dialogare con le imprese in un processo di engagement per acquisire  una migliore comprensione del problema e del suo impatto su diversi settori di attività, e possono iniziare a tenere conto della perdita di biodiversità valutando i rischi finanziari  legati alla natura. Crediamo che gli asset manager cercheranno di dedicare maggiori risorse  all’analisi di diversi modelli di dati utili allo scopo.


Note

  1. La 26a Conferenza delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici, comunemente chiamata COP26, si è svolta dal 21 ottobre 2021 al 12 novembre2021.
  2. Fonte: Ravi Meah, 27 maggio 2021, InvestmentWeek.
  3. Fonte: Programma delle Nazioni Unite per l’ambiente, “Beyond ‘Business As Usual’: Biodiversity Targets and Finance”, 30 giugno2020.
  4. Fonte: OECD Environment Policy Paper n. 26, “Biodiversity, Natural Capital and the Economy, Executive Summary”, maggio2021.
  5. Fonte: Intergovernmental Science-Policy Platform on Biodiversity and Ecosystem Services (IPBES), Global Assessment Report on Biodiversity and Ecosystem Services,2019.
  6. Fonte: KPMG Survey of Sustainability Reporting2020.
  7. Fonte: ShareAction, Point of No Returns Part IV, Biodiversità, giugno2020.