Affrontare le sfide della SFDR attraverso la gestione e l’analisi dei dati

CONTRIBUTO a cura di Giovanni Caricati, general manager State Street International Bank GmbH Italian branch.  Contenuto sponsorizzato da State Street.

Dopo la recente pubblicazione del report dell’Intergovernmental Panel on Climate Change, incorporare i fattori ambientali, sociali e di governance (ESG) nel processo decisionale degli investimenti è diventato più importante che mai. Il report mostra risultati sconcertanti, che dimostrano in modo inconfutabile il coinvolgimento umano nel cambiamento climatico. La Sustainable Finance Disclosure Regulation (SFDR) imposta dall’Unione Europea (UE) è stata identificata come misura legislativa cruciale e tempestiva per controllare e frenare il greenwashing da parte dei player del mercato finanziario.

La SFDR è stata concepita per garantire una comunicazione trasparente degli sforzi di sostenibilità da parte di gestori e asset owner, coinvolgendo chi investe nel settore assicurativo, le società di investimento e i pension provider con un numero di dipendenti pari o superiore a 500. Eppure, nonostante il regolamento sia entrato in vigore il 10 marzo 2021, molti investitori non hanno ancora implementato processi sostenibili e si stanno affrettando a mettersi in pari nella corsa agli ESG.

Se guardiamo per esempio all’Italia, secondo uno studio condotto nel 2021 da Itinerari Previdenziali1 su un panel di 79 investitori istituzionali italiani, il 56% del campione dichiara di aver già adottato una politica di investimento SRI (+9% rispetto al 2020), mentre il 44% degli intervistati afferma di non averlo ancora fatto. Tuttavia, la quasi totalità di questi ultimi (97%) ha motivato la risposta negativa affermando che il tema è stato già affrontato e verrà implementato in futuro, controbilanciando almeno parzialmente la mancata adozione dei criteri di sostenibilità. Tuttavia, è interessante notare che questa spinta all’adozione dei fattori ESG proviene anche dagli investitori retail. Secondo l’ultimo Rapporto Censis-Assogestioni2, gli investimenti finanziari green e responsabili sono apprezzati dai risparmiatori italiani: quasi due su tre conoscono gli strumenti ESG e il 52,5% degli italiani sarebbe interessato a investire in questa tipologia di prodotti. L’84,6% degli italiani auspica inoltre l’adozione di regole condivise a livello europeo e di “marchi” che rendano identificabili in modo univoco i prodotti finanziari green, contribuendo a prevenire la diffusione del fenomeno del greenwashing.  Del resto, l’implementazione della SFDR ha posto una serie di sfide per le aziende di servizi finanziari, in particolare per quanto riguarda la mancanza di dati ESG nel private equity e nello spazio delle infrastrutture.

Linee guida tecniche

La mancanza di una guida tecnica è un altro ostacolo che molte organizzazioni hanno dovuto superare: solo recentemente (lo scorso 22 ottobre) le European Supervisory Authorities (EBA, EIOPA ed ESMA, “ESAs”) hanno consegnato alla Commissione Europea la bozza finale dei Regulatory Technical Standards, strumentali agli obblighi di disclosure previsti dalla SFDR. Il regolamento contiene oltre 60 indicatori che le organizzazioni sono tenute a raccogliere in merito a una vasta gamma di fattori ESG, un fattore che si è tradotto in una prova di gestione dei dati molto impegnativa, con alcune aziende che hanno fatto fatica a rispettare i requisiti dell’intera normativa. Con l’introduzione dell’SFDR, l’intero settore ha dovuto porsi una serie di domande, del tipo: Come vengono considerati i rischi ESG insieme ai tradizionali rischi di mercato? Esiste un consenso tra i fornitori per il rating ESG delle loro aziende e fondi? O quali decisioni d’investimento possono essere assunte per migliorare i rating ESG complessivi dei loro portafogli?

Non esistono risposte definitive per superare queste sfide, ma la giusta piattaforma di tecnologia unita a un’attenta gestione dell’infrastruttura e del sourcing dei dati può fornire miglioramenti e insight significativi.

Innanzitutto, gli investitori devono collaborare con i provider di dati ESG per comprendere le loro metodologie, l’ampiezza della copertura dei dati e come questi possono essere utilizzati in un contesto di reporting. Possono quindi selezionare i fornitori che meglio soddisfano le loro esigenze specifiche in tema di dati.

Un altro punto chiave è l’implementazione di una piattaforma tecnologica in grado di utilizzare e standardizzare i dati provenienti da più fornitori e in vari formati. Questo può migliorare notevolmente la capacità degli investitori di personalizzare i dati ESG in base alle proprie esigenze e di combinarli con i dati proprietari sviluppati dagli analisti interni, in ultima analisi permettendo loro di migliorare complessivamente l’analisi dei dati.

In qualità di banca depositaria, State Street ha creato una ESG Analytics Solution, parte di State Street Total ESG, per supportare i gestori e asset owner a rispettare le regole imposte dalla SFDR, consentendo loro di prendere decisioni di investimento e di gestione del rischio informate. Si tratta di un elemento aggiuntivo al nostro attuale strumento di analisi degli investimenti full-service che aiuta a gestire tutti gli aspetti della misurazione del rischio finanziario, compresi il rischio di mercato, liquidità e di counterparty, e affronta il fenomeno greenwashing fornendo analisi ESG trasparenti e semplificate.

Grazie all’unione tra dati provenienti da più basi di dati, State Street fornisce ai clienti una copertura completa a livello di portafoglio aggregato e utilizza l’automation technology per offrire ai propri clienti un’esperienza integrata. State Street Total ESG garantisce ai clienti funzionalità di gestione dei dati affidabili ed esternalizzate, consentendo loro di concentrarsi su nuove opportunità di investimento e di crescita.


1Fonte: Quaderno di Approfondimento 2021 - "ESG e SRI, le politiche di investimento sostenibile degli investitori istituzionali italiani”, disponibile al seguente link: https://www.itinerariprevidenziali.it/site/home/biblioteca/pubblicazioni/quaderno-di-approfondimento-2021-politiche-investimento-sostenibile-istituzionali.html

22° Rapporto Censis-Assogestioni, “Gli italiani e la finanza sostenibile, per andare oltre la pandemia”, settembre 2021 (https://www.assogestioni.it/articolo/presentato-al-salone-del-risparmio-il-2deg-rapporto-censis-assogestioni#:~:text=L%2781%2C2%25%20degli,9%25%20tra%20i%20laureati)