Per affrontare le sfide della competitività globale e colmare i gap, l’Europa deve puntare su investimenti strategici in energia pulita, tecnologie digitali e innovazione industriale. L'analisi di Morgane Delledonne. Contenuto sponsorizzato da Global X ETFs.
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CONTRIBUTO a cura di Morgane Delledonne, head of Investment Strategy, Global X ETFs. Contenuto sponsorizzato da Global X ETFs.
Dalla tecnologia alla decarbonizzazione, fino ai cambiamenti politici, l’economia globale sta affrontando una trasformazione profonda, ridefinendo industrie e dinamiche commerciali internazionali. In questo contesto, l’Europa sta attraversando un periodo complesso caratterizzato da una competizione agguerrita in un’economia globale straordinariamente dinamica.
Tra i documenti più rilevanti sul tema degli ultimi anni spicca lo studio di Mario Draghi sulla competitività europea1, commissionato dalla Commissione Europea. L’ex presidente della BCE analizza in modo imparziale le criticità del continente, proponendo piani di ripresa ambiziosi, evidenziando le sfide e le opportunità nel potenziamento delle infrastrutture, con particolare focus su digitalizzazione, decarbonizzazione e sicurezza.
Competitività europea: sfide e opportunità
L'analisi di Draghi mette in evidenza il ritardo dell’Europa rispetto ai principali concorrenti globali in aree cruciali quali innovazione, adozione tecnologica e sviluppo infrastrutturale. Mentre Stati Uniti e Cina guidano settori chiave quali intelligenza artificiale (IA), cloud computing e manifattura avanzata, l’Europa ha registrato un calo nella quota globale di ricerca e sviluppo (R&S). La spesa dell’UE in questo ambito rispetto al PIL è cresciuta solo marginalmente nell'ultimo decennio, passando dal 2,08% del 2012 al 2,27% nel 20225.
Tuttavia, su scala globale, l’intensità di R&S dell’UE nello stesso periodo è rimasta ben al di sotto di quella di paesi come Corea del Sud (5,21%), Stati Uniti (3,59%), Giappone (3,41%) e Cina (2,56%)6. Questo divario crescente è una delle cause principali della stagnazione dell’attività industriale europea, con una produttività che cresce meno rapidamente rispetto ai concorrenti globali7.
Secondo Draghi, una delle ragioni di questa carenza è la mancanza di supporto all’innovazione distruttiva. Nonostante la presenza di eccellenti accademici e innovatori, l’Europa fatica a trasformare le nuove tecnologie in successi commerciali. Di conseguenza, start-up orientate all’innovazione, ostacolate da regolamentazioni complesse, mercati frammentati e scarso accesso al capitale di rischio, spesso scelgono di spostarti verso Stati Uniti o Asia.
Nonostante il quadro preoccupante, il rapporto identifica opportunità concrete: investimenti strategici in infrastrutture che si concentrano sui motori dell’economia futura, come energia verde, tecnologie digitali e innovazione industriale, potrebbero aiutare a colmare il gap annuo di 750-800 miliardi di euro necessario per raggiungere gli obiettivi europei di neutralità carbonica, piena digitalizzazione e crescita economica. Inoltre, Draghi suggerisce di aumentare la quota di investimenti dell’UE “dall’attuale 22% del PIL al 27%, invertendo il declino registrato nelle principali economie europee negli ultimi decenni”5.
Investimenti infrastrutturali: la chiave per la ripresa
Il rapporto Draghi sottolinea come investire nelle infrastrutture europee sia essenziale per migliorare la competitività del continente. In particolare, si evidenzia il ruolo cruciale delle infrastrutture green e digital per sostenere una crescita economica sostenibile e responsabile, con ampie opportunità di collaborazione pubblico-privata.
Infrastrutture verdi e decarbonizzazione
L'UE si è impegnata a raggiungere la neutralità carbonica entro il 2050, il che richiede una drastica riduzione delle emissioni di gas serra6. Questa transizione dipenderà da nuovi investimenti in energie rinnovabili come l’eolico, il solare e l’idroelettrico, oltre a reti energetiche moderne capaci di immagazzinare e distribuire energia quando e dove necessario, rendendo l’intero ecosistema energetico più efficiente.
Si tratta di un investimento di portata significativa, ma con un ampio margine per partnership pubblico-private7. Contratti a lungo termine, incentivi fiscali e regolamentazioni semplificate potrebbero rendere gli investimenti privati più attraenti e redditizi. Inoltre, la crescente domanda europea di energia rinnovabile e la necessità di sostenere la produzione manifatturiera su larga scala offrono ulteriori opportunità.
Vi è anche un notevole potenziale di investimento nelle infrastrutture per veicoli elettrici (EV). Nell’ambito dell’iniziativa di decarbonizzazione, l’Europa sta promuovendo l’uso diffuso di veicoli elettrici, il che richiede investimenti significativi in stazioni di ricarica, tecnologia delle batterie e infrastrutture correlate8.
Infrastrutture digitali e innovazione tecnologica
Draghi sottolinea anche l'urgenza di investire nelle infrastrutture digitali, essenziali per la competitività europea futura. Tuttavia, l’Europa è in ritardo rispetto a Stati Uniti e Cina nell’adozione di tecnologie innovative come 5G, cloud computing e intelligenza artificiale. Per colmare questo divario tecnologico , sono necessari investimenti consistenti e su larga scala in queste aree.
Un altro ostacolo alla competitività digitale dell’Europa è la natura frammentata dei suoi mercati, che limita la scalabilità delle imprese tecnologiche. Draghi propone l’implementazione di un “28° regime”, che consentirebbe alle start-up di operare sotto un insieme uniforme di regolamentazioni in tutta l’UE. Questo approccio potrebbe aiutare le aziende tecnologiche europee a svilupparsi internamente senza dover migrare verso Stati Uniti e Cina9.
La diffusione delle reti 5G offre un ventaglio di potenziali interessanti opportunità. Mentre la rete 5G prende forma in Europa, le aziende potrebbero beneficiare di connessioni ultraveloci, tempi di latenza minimi e maggiore connettività, affrontando una nuova ondata di innovazione tecnologica in settori come l’Internet of Things (IoT) e le città smart. Le aziende che investono nello sviluppo di queste infrastrutture potrebbero trarre vantaggio dalla crescente domanda di servizi abilitati dal 5G.
Parallelamente, il settore europeo del cloud computing potrebbe espandersi man mano che le imprese trasferiscono le loro operazioni in digitale. Il rapporto Draghi sottolinea l’importanza di costruire data center, sviluppare servizi cloud e migliorare le infrastrutture di cybersicurezza, offrendo potenziali di crescita a lungo termine, specialmente con la crescente domanda di servizi digitali.
Mercati dei capitali e finanziamento dell’innovazione
Una raccomandazione fondamentale del rapporto è il completamento della Capital Markets Union (CMU), necessaria per creare un mercato dei capitali unificato in tutta Europa. L'eliminazione delle barriere normative e l'armonizzazione delle regole di investimento potrebbero facilitare l'afflusso di capitali verso progetti infrastrutturali strategici. Questa unificazione potrebbe anche attrarre gli investitori istituzionali, come fondi pensione e compagne di assicurazione, verso iniziative di sviluppo infrastrutturale a lungo termine, allineate agli obiettivi europei in materia di clima e sostenibilità.
Semplificazione normativa e finanziamento dell’innovazione
Draghi evidenzia come l’eccesso di regolamentazione rappresenti un ostacolo cruciale alla competitività dell’Europa, per questo richiede misure per semplificare la conformità, soprattutto nei settori in rapida crescita della tecnologia digitale e delle energie rinnovabili, dove operano nuove imprese ad alto potenziale. Un’armonizzazione delle normative europee potrebbe facilitare l’innovazione delle imprese e l’impegno degli investitori nelle nuove start-up.
Inoltre, il rapporto sostiene che l'UE dovrebbe continuare a gestire centralmente i finanziamenti per l’innovazione, basandosi sul successo del modello Next Generation EU. Emissioni di debito comune potrebbero finanziare progetti ad alto potenziale, garantendo che le risorse vengano allocate indipendentemente dalla loro ubicazione geografica10.
Questo approccio offrirebbe agli investitori un sistema di finanziamento più trasparente e coerente per facilitare l’identificazione e supportare i progetti infrastrutturali più promettenti.
Investire nel futuro dell’Europa
La relazione di Mario Draghi lancia un messaggio chiaro: per affrontare le sfide della competitività globale, l'Europa deve investire strategicamente nelle proprie infrastrutture. Energia pulita, tecnologie digitali e innovazione industriale rappresentano aree di opportunità per rilanciare la crescita economica, raggiungere gli obiettivi di decarbonizzazione e digitalizzazione e rafforzare la posizione dell’Europa sulla scena globale. Investimenti ben pianificati, supportati da collaborazioni pubblico-private e da una politica europea coesa, possono consentire all’Europa di mantenere la propria competitività e garantire un futuro di crescita sostenibile.
Fonti e note
[1] Centro per la Riforma Europea . Il piano di Draghi per salvare l'economia europea. 17 settembre 2024.
[2] Il rapporto Draghi: Il futuro della strategia industriale dell'UE | BCG.
[3] Ibid.
[4] Ibid.
[5] Spesa R&S - Statistics Explained (europa.eu)
[6] Commissione Europea. Strategia a lungo termine 2050. Accesso al 29 settembre 2024.
[7] Banca europea per gli investimenti, marzo 2024.
[8] Importante decisione in vista nella spinta dell'UE per batterie EV più pulite.
[9] Analisi della stagnazione della produttività in Europa (ft.com)
[10] Il rapporto Draghi sulla competitività dell'UE: Cinque punti chiave da cui partire | Euronews.
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