Contributo a cura di Mike Appleby, gestore di Liontrust. Contenuto sponsorizzato.
Una recente visita alla Bilbao Wind Conference e l'incontro con diversi produttori di punta di turbine eoliche hanno evidenziato come il settore si stia evolvendo e i fondamentali stiano migliorando.
Uno dei nostri 20 temi di investimento nell'ambito della gamma di fondi Sustainable Future è l'aumento dell'energia proveniente da fonti rinnovabili, da noi considerato un cambiamento strutturale che coinvolgerà più decenni, poiché il mondo si sta muovendo verso una generazione di energia a basse emissioni di carbonio. Riteniamo che questa sia una tendenza fondamentale che consentirà ai fondi di generare rendimenti interessanti; i produttori di turbine eoliche beneficeranno nettamente di questo scenario in evoluzione.
In molti Paesi, compreso il Regno Unito, l'energia eolica e solare è oggi il modo più economico per generare elettricità e questo dovrebbe logicamente tradursi in una domanda ancora maggiore di energie rinnovabili: non solo è plausibile dal punto di vista economico, ma è anche la risposta alla riduzione dell'intensità di carbonio dell'elettricità che usiamo. I dati mostrano che l'eolico e il solare terrestre sono le modalità più economiche per la generazione di elettricità, mentre il carbone e il nucleare sono le più costose.
Negli ultimi anni si è verificato un cambiamento epocale nella regolamentazione dei mercati dell'elettricità. Abbiamo assistito a un passaggio da tariffe incentivanti (dove si viene pagati per ogni unità di energia rinnovabile a basse emissioni di carbonio prodotta, tipicamente per la durata del progetto – circa 20 anni) a un sistema di aste in cui l'offerente più economico vince una remunerazione inferiore per un periodo di tempo più breve.
Gli sviluppatori eolici hanno assistito pertanto a una diminuzione degli utili sugli investimenti e i produttori di turbine hanno dovuto vendere i loro prodotti onshore a costi molto più bassi per consentire ai clienti di creare progetti fattibili. Il risultato è stato un calo dei prezzi delle turbine pari circa al 25% negli ultimi due anni, cosa chiaramente gravosa per i produttori. In molti hanno reagito in modo aggressivo e innovativo per riuscire a realizzare ancora margini operativi elevati a una cifra, nonostante la compressione dei profitti.
La scala rimane importante, sia in termini di dimensioni della turbina (più grande è la turbina, maggiore è l'energia che produce, uno dei principali fattori che rendono l’eolico così competitivo rispetto ad altre modalità di generazione dell’elettricità), sia in termini di dimensioni del produttore.
I mercati eolici sono influenzati da significative fasi di alti e bassi nei mercati finali. In parole povere, quando gli incentivi economici a sostegno delle energie rinnovabili diminuiscono progressivamente, si assiste a periodi in cui gli sviluppatori si affrettano a completare i nuovi parchi eolici prima del calo dei sostegni. I produttori di turbine devono rifornire una serie di mercati diversi e devono perciò avere una certa dimensione per farvi fronte.
Tale quadro della domanda determina una certa volatilità dei relativi titoli. La modalità di funzionamento di questo settore prevede che, a fronte un ordine, una turbina venga consegnata circa 18 mesi dopo: tutte le turbine sono costruite su ordinazione. Ciò significa che i produttori hanno una visibilità limitata sugli ordini al di là di tale lasso di tempo e che i volumi di vendita da un anno all'altro possano essere volatili a causa dei cambiamenti normativi.
Per controbilanciare in qualche modo questa situazione, i contratti di servizio stanno diventando la parte preponderante dell’attività di tali aziende; non si tratta più solo di vendere turbine eoliche, circa il doppio del margine viene ottenuto con quest'altra parte dell'attività.
Nel frattempo, si stanno aprendo anche i mercati dell'eolico offshore, dato che il know-how per la costruzione di queste strutture e la conseguente riduzione dei costi sono ormai un dato di fatto. Guardando le cifre LCOE nel grafico, possiamo vedere che il costo della generazione di energia elettrica dall'eolico offshore è sceso da circa 200 $/MWh a 120 $/MWh, un calo di prezzo enorme e positivo. L'offshore, anche se oggi rappresenta probabilmente meno del 10% del mercato delle turbine, è un'area in rapida crescita con una minore pressione sui prezzi, in quanto la turbina influisce in una percentuale molto minore sui costi complessivi di sviluppo rispetto all’onshore.
Riteniamo che, nel prossimo decennio, le vendite di turbine saranno sostenute da una combinazione di costi inferiori, che le renderà ancora più competitive in termini di prezzo, e di future normative che favoriranno una maggiore adozione delle energie rinnovabili. Nel breve termine, tuttavia, vorremmo che i prezzi delle turbine si stabilizzassero per assestarsi sui livelli previsti a lungo termine, con una deflazione dei prezzi compresa tra il 3% e il 5% all'anno. Sarebbe inoltre necessario che gli altri mercati eolici si adeguassero al prevedibile calo della domanda di turbine negli Stati Uniti dopo il prossimo anno, a causa di minori incentivi fiscali per gli investitori in parchi eolici.
Nel complesso, continuiamo a evidenziare una serie di implicazioni negative per le tecnologie di produzione di elettricità diverse dalle fonti rinnovabili. Nel prossimo decennio, e oltre, prevediamo al riguardo una congiuntura sfavorevole e sarà sempre più difficile competere con l'eolico e il solare, dato che queste modalità diverranno progressivamente più competitive a livello di costi.
Intravediamo, ad esempio, enormi rischi per il carbone, che di fatto è morto perché è la modalità di generazione di elettricità più inquinante. Anche se il gas naturale avrà un certo peso, gli sarà difficile competere con il costo marginale effettivo vicino allo zero delle energie da fonti rinnovabili. Il nucleare, pur essendo a basse emissioni di carbonio, è economicamente non competitivo e (giustamente, secondo noi) fuori luogo.
Il sogno delle energie rinnovabili, unito a una rete più intelligente e allo stoccaggio, sta diventando realtà e pensiamo che sarà praticamente impossibile sfidarlo economicamente, forse già nel 2025. Questa è la speranza, altrimenti la vita diventerà sgradevolmente calda e spiacevole per tutti noi nei decenni a venire.