Azioni europee, le prossime mosse

Ben Ritchie
Ben Ritchie, Head of European Equities, Aberdeen Standard Investments

Contributo a cura di Ben Ritchie, Head of European Equities, Aberdeen Standard Investments. Contenuto sponsorizzato.

È giunto il momento di ricominciare a guardare al mercato azionario europeo? A nostro avviso sì. Non certo per un appoggio incondizionato all'area, ma in base a un approccio selettivo e al potenziale osservato a livello di singole società.

Dai minimi di metà marzo, i mercati hanno registrato un solido rimbalzo. Tra il 20 febbraio e il 24 marzo, le azioni europee sono scese del 35%, per poi risalire di oltre il 20%, recuperando più della metà delle perdite precedenti. Questa rapida ripresa dei mercati è dovuta alla stabilizzazione dei casi di Covid-19 un pò in tutta Europa e alle misure straordinarie di politica fiscale e monetaria messe in atto in tutto il mondo. L'entità di queste misure di stimolo è stata impressionante. Le banche centrali hanno tagliato i tassi e iniettato enormi quantità di liquidità nei mercati globali, evitando che una crisi sanitaria si trasformasse in una vera e propria crisi finanziaria.

Anche la forza del settore bancario è stata di aiuto. Grazie a normative sempre più severe, i bilanci si sono mostrati più solidi e resilienti rispetto a precedenti crisi. I migliori parametri di liquidità consentono alle banche di continuare a finanziare l'economia reale in tempi di stress.

Utili e dividendi: meglio del previsto

Il diffuso blocco economico e l'evaporazione dei ricavi peseranno molto sugli utili societari. In uno scenario ottimistico gli utili aggregati del 2020 potrebbero calare del 20%, ma secondo una prognosi pessimistica il crollo potrebbero arrivare al 70-80%. Data l'attuale situazione sembra ragionevole uno scenario di base che prevede un calo del 50%.

Dobbiamo spaventarci? A nostro avviso, no. L'impatto economico complessivo di un solo anno negativo su una società può essere relativamente modesto. Dopotutto, le aziende di successo non invertono la rotta dall’oggi al domani. La permanenza degli effetti negativi dipende dalla solidità dello stato patrimoniale e dalle tempistiche che una società impiegherà per riprendersi. Sono questi i fattori che determineranno la performance del prezzo delle azioni a medio e lungo termine.

E poi ci sono i dividendi. Molte società hanno ridotto o posticipato la distribuzione dei dividendi, in particolare le banche e il settore finanziario, ma tale decisione è perlopiù dovuta alle misure politiche e delle autorità di regolamentazione piuttosto che alla performance economica sottostante. Anche se i tagli ai dividendi sembrano consistenti, riteniamo che la situazione non rifletta i fondamentali sottostanti e prevediamo quindi un importante rimbalzo delle distribuzioni nel 2021.

Risposte nel passato

Quali sono dunque le prospettive nel lungo termine? In Europa, di fronte a un tipico mercato ribassista si sono visti cali nell'ordine del 42% circa, mentre finora nel 2020 abbiamo assistito a un calo massimo di circa il 35%. Durante la crisi finanziaria globale il dato si attestava al 57%.

Cosa ancora più importante, il recente rally è stato uno dei più potenti della storia, notevolmente superiore alla media: certamente viene facile liquidare questo rally come un evento temporaneo, ma si potrebbe trattare anche di un cambiamento nel sentiment degli investitori più duraturo di quanto alcuni prevedono.

Cosa implica tutto ciò per gli investitori?

Riteniamo che per scovare opportunità in Europa sia necessario un approccio attivo, che al momento evidenzia molte società interessanti nel settore della tecnologia, dei beni di consumo di marca, della sanità e in altri comparti. Vi sono anche opportunità di nicchia nei titoli finanziari e industriali. Inoltre, l'Europa rimane leader negli investimenti ESG, ossia orientati ai fattori ambientali, sociali e di governance. E proprio questi fattori saranno sempre più importanti, e finanziariamente rilevanti, per affrontare il mondo incerto che ci attende.

Per gli investitori in grado di costruirsi opinioni sulle singole società e pronti a guardare oltre l'inevitabile volatilità del momento, potrebbe essere il momento giusto per tornare, con giudizio, a investire in Europa.

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