Le obbligazioni delle Banche Multilaterali di Sviluppo come opportunità di investimento. L'opinione di Alessandra Calabretta, ETF & Index Funds Sales Italy di UBS Asset Management. Contenuto sponsorizzato.
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CONTRIBUTO a cura di Alessandra Calabretta, ETF & Index Funds Sales Italy di UBS Asset Management. Contenuto sponsorizzato.
Vi sarà capitato di sentir parlare di Banca Mondiale o di Banca Europea per la Ricostruzione e lo Sviluppo: sono entrambe MDB, ossia Multilateral Development Bank (Banche Multilaterali di Sviluppo). Si tratta di istituzioni sovranazionali create da un insieme di Stati, a livello globale o regionale, che ne sono anche azionisti. Perché?
La loro creazione risponde a un obiettivo ben preciso: fornire ai Paesi in via di sviluppo le risorse finanziarie necessarie per una crescita economica in armonia con i 17 Obiettivi di Sviluppo Sostenibile delle Nazioni Unite, adottati nel 2015 all’unanimità dagli Stati membri dell’ONU, che si sono impegnati a raggiungerli entro il 2030.
Le Banche Multilaterali di Sviluppo erogano quindi prestiti a lungo e a lunghissimo termine a condizioni favorevoli e a costi contenuti. Ma, naturalmente, devono finanziarsi a loro volta. Lo fanno tramite l’emissione di obbligazioni che, specialmente in questa fase, possono rappresentare un’interessante opportunità d’investimento.
Conoscere i bond delle Banche Multilaterali di Sviluppo
Nell’attuale contesto di mercato, gli investitori possono sentirsi un po’ disorientati. È del tutto comprensibile: tra conflitto russo in Ucraina, inflazione in vigorosa risalita e banche centrali che di conseguenza hanno iniziato ad agire con un’aggressività (in senso restrittivo) alla quale non eravamo più abituati, e che si teme possa aprire le porte a una nuova recessione, siamo in una fase in cui l’azionario è l’asset class più in affanno.
Prova ne è l’S&P 500, indice statunitense rappresentativo dell’azionario globale, che ha concluso il primo semestre dell’anno in calo di oltre il 20% rispetto ai valori di inizio 2022. In buona compagnia, se si pensa agli altri indici USA e ai principali listini europei. E se da una parte è vero che l’azionario finora ha sempre recuperato dopo ogni crisi, dall’altra è anche vero che nel frattempo potrebbe essere interessante e utile allargare il campo ad altri strumenti, finora meno conosciuti o tenuti forse in minor considerazione. Tra questi, le emissioni obbligazionarie delle MDB.
Un’alternativa sostenibile ai Treasuries statunitensi
A nostro avviso, tali obbligazioni rappresentano una più che convincente alternativa sostenibile ai Treasuries USA con scadenza 1-5 anni. Ed è per questo che UBS Asset Management ha deciso di includere nella gamma della sua offerta il fondo UBS ETF (LU) Sustainable Development Bank Bonds UCITS ETF, in dollari USA (ISIN LU1852211215), e la sua versione con copertura contro il rischio di cambio con l’euro (ISIN LU1852211991).
Alla luce della finalità delle Banche Multilaterali di Sviluppo, che abbiamo velocemente riepilogato poco fa, la nostra proposta rientra in pieno nel perimetro delle esposizioni ESG, di fatto ampliandolo. L’ETF è infatti un articolo 8 ai sensi della SFDR. I bond delle MDB si collocano perfettamente in questo ambito proprio perché sono emessi da istituzioni che perseguono obiettivi di miglioramento e crescita in sintonia con l’Agenda 2030 delle Nazioni Unite, come abbiamo sottolineato poco fa.
Quattro buone ragioni per inserire le MDB in portafoglio
Contribuire allo sviluppo sostenibile delle società e dell’economia può essere già di per sé una ragione più che valida. Ma attenzione: non è l’unica. Accanto a questa, infatti, ci sono diversi dati oggettivi che portano all’evidenza come inserire le emissioni delle MDB in portafoglio possa rappresentare per l’investitore anche un beneficio di tipo finanziario.
- Innanzitutto, grazie ai loro rischi di default molto bassi e a un’elevata liquidità, i bond emessi dalle Banche Multilaterali di Sviluppo offrono uno spread limitato rispetto al risk free dei bond sovrani. Alla fine di giugno, lo spread medio offerto rispetto a Treasuries della stessa duration era di 8 punti base: ben al di sotto della media storica di 16 punti base, rilevata a partire dalla fine del 2011. In momenti di forte stress, gli spread di queste obbligazioni tendono ad allargarsi, principalmente perché peggiorano le condizioni di liquidità. Tuttavia, si tratta generalmente di fasi molto brevi: rientrano infatti velocemente, e le perdite di prezzo vengono superate non appena le condizioni di mercato si normalizzano.
- C’è poi un tema di correlazione: se assumiamo l’indice MSCI ACWI come proxy del mercato azionario e lo compariamo con il nostro MDB Index e con un indice di Treasuries di pari duration (proxy per gli US Treasuries), notiamo una correlazione negativa nei rendimenti giornalieri dall’inizio del 2012 a oggi. Grazie alla correlazione di solito bassa o negativa con l’azionario, il prezzo degli MDB tende a rimanere stabile o addirittura a salire quando i prezzi delle azioni scendono. Il che va chiaramente a vantaggio della diversificazione di portafoglio.
Generalmente stabile durante i sell off azionari
- Fermo restando che i rendimenti passati non sono indicativi di quelli futuri, ci limitiamo a segnalare che nel lungo periodo il rendimento più alto rispetto ai Treasuries offerto dai bond delle MDB ha aiutato a ottenere migliori performance, a fronte di un profilo rischio/rendimento molto simile a quello dei Treasuries statunitensi.
- Ultimo, ma non meno importante: la costruzione del nostro indice si concentra solo su bond denominati in dollari USA e non contiene alcun bond denominato in rubli. Quest’ultima caratteristica ha garantito liquidità al prodotto e ne ha limitato la volatilità.
Le caratteristiche salienti del nostro ETF
L’ETF, quotato su Borsa Italiana, Xetra, SIX e London Stock Exchange, replica l’indice Solactive UBS Global Multirateral Development Bank Bond USD 25% Issuer Capped TR, il quale copre all’incirca il 65% della capitalizzazione del mercato dei bond emessi dalle MDB, superiore ai 350 miliardi di dollari.
I titoli obbligazionari selezionati hanno un rating medio AAA (S&P) o Aaa (Moody’s), un’emissione minima di 500 milioni di dollari, scadenze massime di cinque anni e una durata minima residua di 12 mesi. Ogni emittente è presente con una quota massima sul totale pari al 25%: anche qui, a tutto vantaggio della diversificazione di portafoglio.