Bagan, stazione degli autobus. Tra le varie bancarelle, ne scorgo una di legno con tettuccio; ci sono esposti sei pacchetti di biscotti, qualche gelatina, delle banane, dei mandarini rinsecchiti e dei chupa chups. Il viso della giovane venditrice é illuminato da una candela. Questa scena incarna alla perfezione l’idea che avevo sulla Birmania.
Dopo essere stata in Thailandia ed esserne tornata entusiasta, non potevo non andare in Myanmar, la versione pura, originale, non ancora intaccata dal turismo.
Anche se il governo Birmano ha deciso di non seguire l’esempio della Thailandia e di vivere del turismo, gli influssi dell’Occidente e dei suoi turisti si stanno facendo sempre piu presenti (nel 2013 il paese e’ stato visitato da poco piu di 400.000 persone) e giá si vedono i primi risultati: accettazione dell’Euro presso le banche, installazioni di bancomat e pochi devono essere i giorni che mancano all’apertura di un Mc Donalds e di uno Starbucks nella capitale. Tolte queste piccole eccezioni, che per noi Occidentali sono solo delle facilitazioni, il paese resta intatto e intoccato dalle nostre insane abitudini.
I Birmani sono un popolo sorridente, allegro, sempre disposto ad aiutare e molto rispettoso dei turisti, questi grandi sconosciuti. Sono talmente poco abituati al turismo Occidentale che credo di apparire in piu foto scattate dai locali che in quelle fatte dai miei compagni di viaggio!
Le donne hanno il viso ricoperto dal thanakha, una crema gialla che protegge dal sole e che le rende molto buffe mentre il sorriso degli uomini é rosso a causa del betel, una noce con effetti un poco allucinogeni che masticano in continuazione per favorire la digestione e che, facendo aumentare la salivazione, comporta lo sputare in ogni luogo e momento.
Sia uomini che donne vestono con il longyi, una gonna lunga fino alle caviglie disponibile in tutti i colori, fantasie e tipologie di tessuti. Niente di piú elegante che vedere un uomo con una camicia coreana bianca e sotto il suo longyi blu notte. O nella versione moderna, giubbino di pelle nera, maglietta di cotone, il tutto sopra un longyi verde. E se poi, sorge l’opportunitá di una partita di calcio per la strada, il longyi si raccoglie facilmente e diventa un gran mutandone (qui l'eleganza viene meno, ma il calcio e i pantaloncini lo hanno inventato gli Europei mica gli Asiatici).
Altra peculiaritá: essendo stata colonia britannica, le auto hanno il posto guida a destra; seguono le regole inglesi sulla circolazione del traffico ma circolano sulla corsia di destra (non di sinistra come nella vecchia Gran Bretagna); vi lascio immaginare cosa possa significare superare il camion davanti a voi o immettersi ad uno svincolo. Regna la confusione totale, non ci sono regole ufficiali ,(o cosi sembra) in queste corsie dove si mischiano macchine, moto, camion, biciclette, carri trainati dai boui e gli ultimi trishaw.
Insomma un viaggio raccomandabile, da fare il prima possibile per poter godere della vera essenza del paese, dei suoi contrasti e delle sue originalita` prima che le nostre insane abitudini li contaminino.