Cinque ragioni per investire in Cina

Elizabeth Kwik. Immagine concessa (abrdn)
Elizabeth Kwik. Immagine concessa (abrdn)

Contributo a cura di Elisabeth Kwik, Investment director di abrdn. Contenuto sponsorizzato.

Rispetto ai minimi raggiunti a ottobre scorso, le azioni cinesi hanno messo a segno un forte rialzo. Da inizio anno l’indice Shanghai A-share è salito del 6,5%. Questo risultato è in gran parte attribuibile al sorprendente allentamento a gennaio della rigida politica zero-Covid perseguita dal governo cinese. Considerato lo stimolo economico che ne conseguirà, riteniamo che il rally della Cina sia destinato a protrarsi ulteriormente nel corso del 2023.

Tuttavia, in qualità di investitori di lungo periodo, il nostro compito è quello di valutare quali saranno i driver economici e gli scenari di investimento in Cina per gli anni a venire. A nostro avviso, il percorso della Cina verso una maggiore prosperità sarà caratterizzato da cinque fondamentali temi: aspirazioni, digitale, green, salute e benessere.

Nelle prossime settimane esamineremo ciascuno di questi driver economici, spiegando il motivo per cui riteniamo siano importanti e illustrando le aziende leader per ogni settore.

Prima, però, vediamo insieme le ragioni alla base del sentiment positivo sulla Cina nel breve termine.

La riapertura libera ai consumi 

Il principale fattore positivo a breve termine è rappresentato, come già accennato, dal recente allentamento da parte del governo delle ampie restrizioni indotte dal Covid. Tale misura avrà conseguenze molto positive, liberando la domanda arretrata di beni e servizi, che è stata fortemente penalizzata dalle limitazioni alla circolazione. Assisteremo inoltre a una normalizzazione della produzione manifatturiera locale, che dovrebbe ridurre le problematiche relative alle catene di fornitura non solo a livello locale, ma anche globale.

L'outlook economico è in controtendenza

Un simile contesto dovrebbe stimolare la crescita economica della Cina. Di recente, il Research Institute di abrdn (aRI) ha rivisto al rialzo le sue previsioni di crescita del PIL reale per il 2023, passando dal 2,9% stimato nel 2022 al 5,5% di quest’anno. Al contempo, va sottolineato che in Cina non sono presenti pressioni inflazionistiche, il che consente una politica monetaria molto più accomodante rispetto a gran parte del resto del mondo.

In netto contrasto, e soprattutto a causa dell’impatto negativo di una stretta monetaria senza precedenti, l’aRI prevede che il PIL reale degli Stati Uniti subirà una lieve contrazione del -0,1% nel 2023. Anche in molte altre regioni sviluppate, compresa l’Europa, prevalgono condizioni di debolezza e rialzo dei tassi. In sintesi, il contesto di crescita e di politica monetaria della Cina è in un certo senso opposto a quello di gran parte del mondo occidentale e indubbiamente favorevole alla performance delle aziende cinesi.

Valutazioni convenienti

Le valutazioni azionarie relativamente interessanti rafforzano ulteriormente la nostra fiducia nei confronti della Cina. Nonostante il recente rally, il rapporto prezzo/utili (P/E) stimato delle azioni cinesi, pari a 12,8, è inferiore del 15% rispetto alla media a 15 anni, mentre il rapporto prezzo/valore contabile (P/B) pari a 1,9 è inferiore del 10% rispetto alla media quindicennale. A titolo di confronto, per le azioni dei mercati sviluppati (DM), il P/E stimato pari a 15,6 e il P/B pari a 2,8 sono significativamente più elevati rispetto a quelli della Cina, con il primo sostanzialmente in linea con la media a 15 anni dei mercati sviluppati e il secondo al di sopra del 29% della media quindicennale.

I principali rischi

Per quanto riguarda il Covid, non si può escludere la possibilità di un ritorno delle restrizioni alla mobilità. Tuttavia, visto l’aumento dell’immunità naturale e data la crescente insofferenza da parte della popolazione osservata lo scorso anno dalle autorità, la probabilità che ciò accada sembra ridotta. Sul fronte geopolitico, il rischio di un’escalation delle tensioni con Taiwan rimane sempre presente. Tuttavia, a parte le periodiche prese di posizione, la probabilità di un conflitto rimane bassa. Inoltre, la recente esperienza della Russia in Ucraina riduce il rischio che si verifichino incidenti di grave entità.

Due dei rischi specifici della Cina più significativi sono le continue tensioni commerciali con gli Stati Uniti e il perdurare delle problematiche nel settore immobiliare. A nostro avviso, però, questi rischi dovrebbero essere gestibili sia dal punto di vista della crescita complessiva della Cina e delle prospettive politiche, sia per gli investitori attivi attraverso il posizionamento e la costruzione del portafoglio.

Cinque importanti temi di crescita strutturale

In un’ottica di più lungo termine, riteniamo che nei prossimi decenni l’economia cinese sarà trainata da cinque temi chiave.

Aspirazioni – L’aumento della ricchezza e la crescita di una classe media benestante stimoleranno la domanda di beni e servizi di fascia alta nel corso dei prossimi decenni.

Green – I governi di tutto il mondo si stanno impegnando per dare vita a un’economia più sostenibile e meno inquinante dal punto di vista delle emissioni. La Cina è oggi tra i maggiori fautori della transizione. Energie rinnovabili, batterie, veicoli elettrici e infrastrutture correlate offrono un grande potenziale. A cambiare le carte in tavola potrebbe arrivare anche la cosiddetta grid parity, ossia la condizione in cui il costo delle energie rinnovabili diventa pari a quello delle fonti tradizionali.

Digitale – Una sempre maggiore connettività grazie all’ampia diffusione della tecnologia sono valide premesse per gli investimenti in sicurezza informatica, cloud, modelli software as a service e smart housing.

Salute – Il rapido incremento del reddito disponibile incentiva la domanda di prodotti e servizi sanitari. La gamma di opportunità è variegata e spazia dagli ospedali ai fornitori di dispositivi medici, fino alle aziende di ricerca e ai produttori di farmaci e integratori.

Benessere – Il progressivo aumento della prosperità diventa un volano di crescita strutturale per finanza al consumo, servizi d'investimento e servizi assicurativi.

Per saperne di più