Dieci cose da sapere sulle azioni cinesi

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Anthony Wong, Senior Portflio Manager, Allianz GI

Contributo a cura di Anthony Wong, gestore di Allianz All China Equity e Allianz China A Opportunities, Allianz Global Investors. Contenuto sponsorizzato.

Un tempo sostanzialmente fuori della portata degli investitori esteri, oggi i mercati azionari cinesi sono molto più accessibili e riflettono la trasformazione economica del Paese. Quotate sui listini di Shenzhen e Hong Kong o nel nuovo STAR board, un indice molto simile al Nasdaq, le società cinesi attraggono ormai ingenti capitali, anche dall’estero. Ecco tutto quello che c’è sapere prima di addentrarsi nel mondo dell’azionario cinese.

Un mercato ampio ed esteso

Negli ultimi anni i mercati finanziari della Cina hanno registrato una grande espansione. La capitalizzazione di mercato complessiva dei listini di Shanghai, Shenzhen e Hong Kong, compresi gli ADR (American Depositary Receipt) quotati negli Stati Uniti, ammonta a USD 18.800 miliardi (Fig.1), una cifra nettamente più elevata rispetto ai 10.000 miliardi di dollari USA dell’azionario dell’area euro. L’accesso a un così vasto mercato offre nuove interessanti opportunità per partecipare alla storia di crescita della Cina.

Figura 1. Principali listini azionari cinesi vs. area euro

La Cina sta investendo nell’innovazione

Le prospettive dell’azionario cinese sono sostenute dagli investimenti governativi nelle “nuove infrastrutture”, vale a dire tecnologie fondamentali in cui Pechino mira a ridurre la dipendenza dall’estero e a diventare leader globale, a vantaggio ovviamente delle società cinesi. Ad esempio, fra il 2009 e il 2019 le domande annuali per il deposito di nuovi brevetti in Cina sono aumentate di oltre il 450%, superando di gran lunga il dato relativo alle altre grandi economie mondiali.

La dinamicità dell’economia cinese

Un tempo le aziende cinesi di proprietà statale (State Owned Enterprise, SOE) avevano un’enorme influenza sull’economia nazionale, ma per effetto di una serie di importanti riforme, negli ultimi 15 anni il loro contributo al PIL è diminuito dal 50% al 30%. Inoltre, le SOE non strategiche, come i produttori locali di beni di consumo o di tecnologia, ora sono maggiormente orientate verso la ricerca del profitto. La Cina inoltre è il mercato più “giovane” a livello di area geografica, nel senso che le società cinesi fanno parte dei principali indici benchmark da meno tempo rispetto alle altre società di altri Paesi. Ciò significa che gran parte degli investimenti in passato effettuati solo nell’ambito di private markets e venture capital, sono ora accessibili agli investitori attraverso i mercati azionari quotati. Per effetto dell’evoluzione dei listini azionari cinesi (Fig.2), i mercati sono diventati più dinamici e allineati con la direzione dell’economia.

Figura 2. Composizione del mercato azionario cinese per tipo di società e listino di quotazione

Fonte: Wind Data Service, Gavekal, Macrobond Financial. Dati al 31 dicembre 2019.

I progressi nella corporate governance

In passato gli investitori avevano spesso dei dubbi sugli standard di corporate governance delle aziende cinesi, ma la situazione sta cambiando. Il ricorso a società di revisione e principi contabili internazionali è sempre più diffuso, e tutte le società cinesi quotate sono tenute a presentare relazioni trimestrali e a chiudere l’esercizio al 31 dicembre. Inoltre, un sempre maggior numero di imprese statali e private propone ai dipendenti programmi di stock ownership (employee stock ownership programme, ESOP). In questo modo i dipendenti diventano azionisti che possono partecipare attivamente al successo della società.

I mercati cinesi possono essere molto liquidi

Gli investitori retail locali cinesi dominano il mercato delle A-share e rappresentano oltre l’80% del turnover giornaliero. (Nei mercati con turnover elevato gli scambi generalmente avvengono con più facilità dato che sono più liquidi, cioè vi sono più investitori che comprano e vendono).  In Cina la cultura dell’investimento è incentrata per lo più sul momentum e sul trading a breve termine, quindi il tasso di turnover delle A-share è uno dei più elevati al mondo (Fig.3)

Figura 3. Turnover delle A-share rispetto agli altri principali mercati

Fonte: World Federation of Exchanges, Allianz Global Investors. Dati al 31 dicembre 2020. Il turnover è dato dal valore totale delle azioni scambiate nel periodo in esame diviso per la capitalizzazione media di mercato del periodo.

I mercati cinesi non sono più volatili degli altri

La volatilità del mercato azionario cinese talvolta è risultata elevata, ma nel 2020, durante il picco della crisi da coronavirus, la Cina è stata, forse a sorpresa, meno volatile degli Stati Uniti (Fig.4). A titolo esemplificativo, i mercati cinesi hanno evidenziato oscillazioni giornaliere superiori al 5% solo in tre occasioni, mentre gli USA in 10. E benché al momento gran parte dell’attività di trading relativa alle A-share sia riconducibile agli investitori retail, col passare del tempo l’andamento complessivo dell’azionario cinese potrebbe essere sempre più influenzato dagli investitori istituzionali. Questo dovrebbe comportare livelli di volatilità simili a quelli dei cosiddetti mercati sviluppati.

Figura 4. Volatilità a 30 giorni rolling nel 2020 (Azioni USA vs. A-share cinesi vs. insieme dell’azionario cinese)

Fonte: Refinitiv DataStream, Bloomberg, Allianz Global Investors. Dati al 31 dicembre 2020. I dati sulla volatilità sono annualizzati. Le azioni USA sono rappresentate dall’indice S&P 500; l’insieme delle azioni cinesi dall’MSCI China; le A-share cinesi dall’MSCI China A Onshore. Per la definizione degli indici, visitare i siti di S&P Global e MSCI. I rendimenti passati non sono indicativi di quelli futuri. Non è possibile investire direttamente in un indice.

I mercati azionari cinesi non sono monolitici

In Cina ci sono diversi listini azionari e molte classi di azioni (che riflettono l’ampiezza e la profondità dell’economia locale), tutte con caratteristiche distintive rilevanti. Anche all’interno delle A-share, i differenti listini offrono esposizioni diverse a livello di settori, capitalizzazione e SOE. Inoltre, anche le differenze macroeconomiche a livello di area geografica possono impattare sull’andamento delle quotazioni azionarie: ad esempio, la performance del mercato USA influenza gli ADR cinesi quotati negli Stati Uniti. L’effetto netto di tali differenze si osserva nella grande dispersione della performance delle varie borse (Fig.5). Investire in più listini cinesi può consentire di ottenere una buona diversificazione, ma è essenziale conoscere le caratteristiche che contraddistinguono ogni singolo mercato.

Figura 5. Rendimenti annuali dei diversi listini azionari cinesi

Fonte: Thomson Reuters Datastream, Allianz Global Investors. Dati al 31 dicembre 2020. I titoli quotati a Shanghai sono rappresentati dallo Shanghai SE Composite Index; i titoli quotati a Shenzhen dallo Shenzhen SE Composite Index; i titoli quotati a Hong Kong dal Hang Seng China Enterprises Index; e gli ADR dall’S&P/BNY Mellon China ADR Index. Per la definizione degli indici, visitare: China Securities Index Co., Hang Seng Indexes, e S&P Dow Jones. I rendimenti passati non sono indicativi di quelli futuri. Non è possibile investire direttamente in un indice.

Le azioni cinesi non si muovono all’unisono con quelle degli altri mercati azionari

Negli ultimi 10 anni le A-share cinesi hanno evidenziato una correlazione pari a 0,21 con l’azionario globale (Fig.6). Vale a dire che le A-share cinesi si muovono nella stessa direzione delle azioni globali solo nel 21% dei casi. In altre parole, quasi l’80% delle volte si muovono in una direzione diversa. (A titolo di confronto, la correlazione fra le azioni USA e quelle globali è pari allo 0,943 .) Detenere A-share all’interno di un portafoglio globale può contribuire a migliorare il profilo di rischio/rendimento. Si tratta di una caratteristica particolarmente utile in caso di gravi flessioni del mercato come quelle osservate durante la pandemia di Covid-19, quando alcune asset class fortemente correlate sono crollate contemporaneamente.

Figura 6. Correlazione fra le A-share cinesi e i principali mercati azionari

Fonte: Bloomberg, Allianz Global Investors, al 31 dicembre 2020. I dati sulla correlazione sono calcolati sulla base dei rendimenti storici dei rispettivi indici MSCI degli ultimi 10 anni, utilizzando i rendimenti settimanali in USD. Le A-share cinesi sono rappresentate dall’MSCI China A Onshore Index; le azioni cinesi quotate a HK dall’MSCI China; le azioni della regione Asia Pacifico Giappone escluso dall’MSCI AC Asia ex Japan; le azioni dei mercati emergenti globali dall’MSCI Emerging Markets; le azioni giapponesi dal TOPIX; le azioni USA dall’S&P 500; le azioni europee dall’MSCI Europe; le azioni mondiali dall’MSCI World. Per la definizione degli indici, visitare: MSCI; Japan Exchange Group (TOPIX); S&P Global. I rendimenti passati non sono indicativi di quelli futuri. Non è possibile investire direttamente in un indice.

Investitori esteri sempre più attratti dalle azioni cinesi

Lo Shanghai Stock Connect e lo Shenzhen Stock Connect avviati poco più di cinque anni fa hanno contribuito all’integrazione delle azioni cinesi nel sistema finanziario globale, agevolando l’investimento attraverso i diversi confini. Ad esempio, gli investitori non residenti nella Cina continentale possono ricorrere alla borsa di Hong Kong per acquistare A-share su Shanghai o Shenzhen (un’operazione definita “northbound trade”, poiché i flussi vanno verso nord). Viceversa, i residenti della Cina continentale utilizzano le borse di Shanghai o Shenzhen per acquistare titoli quotati a Hong Kong (“southbound trade”). Lo Shanghai Stock Connect è attivo da novembre 2014 e da allora le azioni cinesi hanno registrato ben 62 mesi di flussi positivi “northbound” con solo 13 mesi di deflussi. In particolare, è rilevante evidenziare come i flussi in entrata siano proseguiti nonostante la volatilità economica e politica, segno del crescente interesse della comunità degli investitori internazionali per la Cina.

Aumentano le azioni cinesi negli indici globali

Alcuni dei più importanti indici azionari globali (i benchmark rispetto ai quali molti investitori misurano la propria performance) stanno incorporando un numero sempre maggiore di società cinesi. Un fenomeno che mette in luce la crescente importanza della Cina nel panorama azionario mondiale. Probabilmente è anche un segnale anticipatore di un futuro aumento degli investimenti esteri nell’area. Tuttavia, considerando l’influenza economica e le dimensioni del mercato della Cina che, tra l’altro, rappresenta il 16,9% della produzione economica globale, il Paese potrebbe essere ancora sottorappresentato nei benchmark di riferimento (Fig 7). Gli investitori dovrebbero valutare la possibilità di allocare più capitali in Cina di quanto non facciano i benchmark.

Figura 7. Dati principali sulla Cina e sull’azionario cinese

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