Difficile competere con Montecarlo in quanto location per un avvenimento che si vuole internazionale. Di nome e di fatto chiaramente. E dunque uno certo scetticismo ha accompagnato - in modo più o meno accentuato - coloro che hanno deciso di partecipare all'edizione 2016. Un vecchio adagio vuole che non si cambia squadra che vince, eppure così e' stato fatto. Che sia per ragioni dal vago sapore di "politically correct", a causa della natura finanziaria abbastanza particolare del piccolo principato, o per rendere gli spostamenti più agevoli per gli operatori mittle-europei, o per far piacere al mondo germanofono, sta di fatto che la tre giorni berlinese si e' conclusa.
Per chi vi e' rimasto per tutti i tre giorni, alternando sessioni informative - animate da panelist desiderosi di ben figurare in questo nuovo contesto geografico e logistico - a riunioni più squisitamente business-oriented le sensazioni, per poi passare agli avvenimenti pseudo-mondani della sera / notte, il caledoscopio ha offerto di tutto. All'inizio si sentiva nell'aria un misto di reticenza - del tipo "in fondo a Montecarlo si stava bene, ottima location, tutto molto raccolto, ci eravamo tanto abituati, perché cambiare...." poi man mano che passavano le ore, che i vari panel si susseguivano nelle varie salle (non sempre facili da reperire a dire il vero), che gli incontri professionali si concretizzavano con cadenze da stakanovista - gli umori e I visi sembravano lasciar trasparire una certa soddisfazione. Simulata, reale, di postura naturale o di facciata risulta difficile dirlo.
Resta il fatto che tutti i grandi temi dell'attualità finanziaria sono stati trattati, anche se non sempre con la profondità che si sarebbe voluta: non si può dire che il menu non sia stato ricco sebbene di scontenti ce ne saranno sempre. Ciascun partecipante si è poi scelto il percorso di sessioni che più lo interessavano, per cui sarebbe inutile cercare di tracciare tratti comuni, trend o posizionamenti. Lasciamo questi alla stampa specializzata e agli operatori di settore.
Personalmente, quindi in modo chiaramente soggettivo, ho prestato un'attenzione particolare alle tematiche distributive, alle molteplici sfaccettature dei cambiamenti regolamentari che stanno - direttamente o indirettamente - plasmando il futuro del settore finanziario europeo (MiFID II, PRIIPs, Solvency II, ecc) ma non solo. Millenials, robo-advisory, caccia ai (nuovi?) rendimenti, accresciuta competizione, nuovi modelli di crescita economica, e via discorrendo. Nozioni, opinioni, nuovi studi e vecchie prese di posizione. Ho sentito molto. In modo non poi così radicalmente diverso da quanto e come si faceva a Montecarlo - con yacht e costosissime macchine a fare da corollario.
Eppure - ma questa mia vuole solo essere una constatazione e dunque senza pretese di assumersi a regola - l'interazione c'è stata. Molti i visi stanchi ma tutto sommato soddisfatti dopo una maratona di tre giorni, un'enormità di biglietti da visita sono passati di mano in mano, migliaia di mani sono strate strette e quel sentimento di titubante scetticismo iniziale sembra essere stato levigato. In fondo, se quello che si diceva tra gli addetti ai lavori durante i tre giorni dovesse essere vero - e cioè che Berlino rimarrà la sede dell'International Fund Forum anche per I prossimi due anni (contratto triennale) - può darsi che un maggior entusiasmo accompagnerà le prossime edizioni.
In fondo occorre ammettere che questo "forzarsi" a restare per tre giorni in un contesto che si riassume in un concentrato di temi e market player ricco e variegato - mangiando, bevendo e respirando l'universo dei fondi - regala comunque anche ai più scettici e recalcitranti, nonché e ai nostalgici della roccafore monegasca, l'opportunità di tessere, consolidare, sviluppare networking che altrimenti sarebbe assai improbabile fare in condizioni normali.
Stanchi di certo, ma probabilmente con qualche idea e buona conoscenza in più. Malgrado tutto.
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