Green bonds, uno strumento al servizio della transizione ecologica

Olivier Vietti, immagine concessa da Ostrum AM

CONTRIBUTO a cura di Olivier Vietti senior Fixed Income portfolio manager di Ostrum Asset Management. Contenuto sponsorizzato da Natixis Investment Management.

Non ci sono dubbi: i green bonds sono diventati un’asset class irrinunciabile per gli investitori interessati a mettere in pratica strategie low-carbon. Il 2021 si è già rivelato un anno record, con le nuove emissioni legate alla sostenibilità che dovrebbero raggiungere quasi 900 miliardi di dollari, tra cui oltre 400 miliardi di dollari in green bonds. Questa crescita impressionante può essere attribuita alle prime emissioni governative, come quelle avviate in Italia e in Spagna, insieme alle emissioni di obbligazioni societarie.

Questa tendenza dovrebbe continuare ad essere sostenuta i prossimi anni: la sola Unione europea ha in programma di emettere circa 250 miliardi di euro in green bonds nei prossimi anni. L'onda verde è qui per restare, e i nostri criteri di selezione delle obbligazioni devono essere più rigorosi.

SFRUTTARE I VANTAGGI DEI GREEN BONDS CON LA GESTIONE ATTIVA

Nelle sue strategie a reddito fisso, Ostrum AM attua un processo d'investimento volto a conciliare la ricerca dell'impatto ambientale e la performance finanziaria. Oltre a selezionare progetti utili a decarbonizzare i portafogli, come quelli riguardanti le energie rinnovabili, la mobilità a basso tenore di carbonio/sostenibile e la conservazione degli ecosistemi, analizziamo la strategia ambientale di ogni emittente. Conoscendo meglio le strategie degli emittenti, siamo in grado di incorporare nuovi strumenti come le obbligazioni legate alla sostenibilità.

Siamo anche attenti alla performance finanziaria delle attività in cui investiamo, e valutiamo il ‘greenium’ di ogni obbligazione, cioè il ‘premio verde’ pagato rispetto a un'obbligazione tradizionale dello stesso emittente. Anche se non si può negare che i greenium siano attualmente tendenzialmente negativi per via dello squilibrio tra domanda e offerta e del fatto che sono inclusi nel programma di acquisto di asset della BCE, la varietà delle valutazioni e la persistenza della situazione offrono spunti di riflessione.

Questo è il motivo per cui noi crediamo fermamente che la gestione attiva dei green bonds sia la strada giusta da percorrere per sfruttare appieno tutti i vantaggi offerti da questi strumenti.

CAMBIAMENTO CLIMATICO, UNA SFIDA GLOBALE

Dal vertice di Copenaghen del 2009, i Paesi sviluppati si sono impegnati a versare 100 miliardi di dollari l'anno ai Paesi in via di sviluppo, non solo per facilitare la transizione energetica, ma anche per proteggersi dal cambiamento climatico. I Paesi sviluppati non hanno però mantenuto la parola data: i loro pagamenti effettivi ammontano a circa 80 miliardi di dollari negli ultimi anni, una cifra ben lontana dai 100 miliardi di dollari promessi. Inoltre, questi aiuti insufficienti sono anche mal distribuito, con l'Asia (43%) che ne ha beneficiato in maniera molto più consistente rispetto ad Africa (26%) e America Latina (17%).

I paesi in via di sviluppo non hanno le risorse per finanziare la transizione energetica e hanno bisogno di aiuto. La Regione che sta vivendo la più rapida crescita demografica al momento è l'Africa e questo fattore sarà valido anche in futuro. Per affrontare la sfida del cambiamento climatico, l'unica soluzione possibile è globale. La solidarietà tra tutte le parti interessate è un must per raggiungere gli obiettivi dell'accordo di Parigi.


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