Contributo a cura di Frank Gans, senior fund selection portfolio manager di Amundi.
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Contributo a cura di Frank Gans, senior fund selection portfolio manager di Amundi. Contenuto sponsorizzato.
“Lasciate ogne speranza, voi ch’intrate”, di questi tempi potrebbe essere la premessa all’acquisto di un fondo multi-asset tradizionale, vale a dire le classiche strategie “conservative” (Equity: 25%), “Bilanciate” (Equity: 50%) e “Aggressive” (Equity: fino al 90%), che per gli investitori rappresentano ormai la storia. Fortunatamente però l’universo investibile multi-asset è abbastanza diversificato. Molti asset manager hanno infatti deciso di puntare su nuove strategie per andare incontro alle necessità di conservazione del capitale degli investitori.
I gestori sono sempre più flessibili e utilizzano diverse tecniche per il raggiungimento degli obiettivi di rendimento e volatilità prefissati (soprattutto strategie di hedging). La selezione di un multi-asset richiede quindi una due-diligence dettagliata che tenga conto delle analisi quantitative, essenziali per individuare soluzioni tra loro comparabili e di quelle qualitative, mirate allo studio della filosofia di investimento in modo da distinguere i diversi cluster. Di questi ne individuiamo quattro principali:
- Strategie che offrono rendimenti simili all’equity con contenuta volatilità. Si tratta di soluzioni che mirano alla protezione del downside risk, sono strategie di hedging a mezzo di futures & opzioni, con un target di 2/3 upside capture e 1/3 downside capture). Cercano inoltre di investire in asset class non correlate includendo metalli preziosi (oro), azioni defensive quality growth, credito investment grade e high yield;
- Strategie Bond related. Sono quelle focalizzate principalmente sul mercato fixed income (credit spreads, inflation linked, bond carry, currencies, ecc.) e in misura più ridotta sulla componente azionaria. In questo caso l’investment universe include sia traditional che alternative risk premia;
- Strategie income related con obiettivo di income stabile, target di volatilità ricompreso tra il 5% e il 7%. Il processo di investimento è solitamente top down e l’implementazione è eseguita da parte di uno specialist team della fund house (Equity, Fixed Income);
- Strategie top-down pure. Solitamente più volatili, hanno più che altro funzione di diversificazione per il portafoglio (dato che la correlazione è solitamente alta tra filosofie simili). Il processo di investimento viene di norma definito tramite un risk budget. Secondo la nostra esperienza, la maggior parte dei portafogli combinano asset allocation top down, hedging strategies & scommesse di tipo satellite (solitamente long/short non direzionali) con la selezione bottom up (security selection), spesso condotta da un in -house team non multi-asset.
Altro fattore importante è soppesare la “team size”, non solo in termini di numerosità degli specialisti con esperienza nell’ambito dell’asset allocation, ma anche in termini di diversità di competenze. Questo è un elemento che contribuisce, a nostro parere, in modo rilevante al successo di una strategia. E’ inoltre importante la presenza di un efficiente sistema di risk- management, è fondamentale per monitorare l’operatività dei portfolio manager.
Da ultimo, ai fini della selezione, è importante valutare il risultato della matrice di correlazione per esser certi che la strategia che si intende introdurre nel portafoglio apporti benefici in termini di diversificazione.